Tempo Ordinario: Domenica 34.ma dell'Anno A
Gesù Cristo, re dell'universo (2022-23)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica 34.ma dell'Anno A – Gesù Cristo, re dell'universo (2022-23)
Introduzione. Ezechiele ci presenta Dio come pastore del suo popolo; Gesù è come il Re pastore che porta le pecore per alla salvezza; per Paolo il trionfo di Cristo ci sarà alla fine del mondo, con la sua vittoria sul diavolo, e quindi sul peccato e sulla morte.
I - Ezechiele 34,11-12.15-17 - Il pastore deve assicurare alle pecore la guida, il nutrimento e la difesa. Ezechiele ha parlato dei cattivi pastori di Israele, che sfruttano il popolo senza prendersene cura; ma così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore (11), Come un pastore, che passa in rassegna (12: cfr. 11) il suo gregge, per verificarne le condizioni, quando si trova in mezzo alle sue pecore… disperse (12); le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni brutti (12). Egli andrà alla ricerca delle pecore perdute e le ricondurrà all’ovile (16); curerà quella ferita e… quella malata (16); custodirà bene quelle sane e forti (16); le porterà al pascolo perché sì nutrano e riposino (15). Le governerà con giustizia (16) e di persona eserciterà il giudizio (17). Dio rafforza queste sue promesse, ripetendo che è lui che parla: Così dice il Signore Dio (11); Oracolo del Signore Dio (15); A te, mio gregge, così dice il Signore Dio (17). Tutto questo ha realizzato Dio per mezzo di Gesù, Dio fatto uomo e Buon Pastore (Gv 10): è venuto a cercare anzitutto le pecore perdute della casa d'Israele (cfr. Mt 19,6; 15,24), ma anche le altre, fuori di Israele (Gv 10,16): agli Apostoli nell’Ascensione comanda un apostolato universale (Mt 28,18-20; Mc 16,16). Sulla terra Gesù esercita la missione di pastore misericordioso, venuto per salvare e non per giudicare (Gv 3,17); agirà da giudice alla fine della vita di ciascuno e del mondo. Gustiamo la sua cura continua e amorosa. Consentiamo a Dio di convertirci e salvarci ora, che è tempo di misericordia.
II - Matteo 25,31-46 - 1. Gesù parla di sé come il Figlio dell'Uomo (31; cfr. Dn 7,14), Dio come il Padre suo (34) e uomo come noi; è il re (34.40) di un regno che comprende tutti i popoli (32); egli è il pastore (32), che guida i sudditi come il pastore le pecore; è il Signore (37.44), riconosciuto come tale dai salvati e dai condannati; verrà nella sua gloria (31), cioè manifestando tutti i suoi attributi divini, nascosti nella vita terrena, e siederà sul trono della sua gloria (31), come è proprio di Dio, re dell’universo (cfr. Ap 1,4 e passim); con lui sono tutti gli angeli (31); le sue azioni rivelano il suo pieno potere: separerà gli uni dagli altri, i buoni dai cattivi (32; ma cfr. Mt 13,49), facendoli sistemare o alla sua destra, se salvati, o alla sinistra, se condannati (33) a suo insindacabile giudizio; la sua sentenza è subito esecutiva (46). Crediamo, adoriamo, benediciamo Gesù per quello che è e ringraziamolo per quello che ha fatto per noi, confidiamo nella sua bontà; amiamolo con tutte le forze, perché lo merita; pentiamoci dei peccati e chiediamogli perdono per avere un giudizio di misericordia; affidiamoci a lui e proponiamo di vivere secondo la sua Parola.
2. (a) Allora il re Gesù dirà a quelli che saranno alla sua destra (34) che ha avuto fame e sete e gli hanno dato da mangiare e da bere (35), è stato straniero e lo hanno accolto (35), nudo e lo hanno vestito (36), malato e lo hanno visitato (36), e in carcere lo hanno assistito (36). Loro domandano quando è avvenuto che lo hanno visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e lo hanno aiutato (37-39), e Gesù risponde: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, cioè a qualsiasi essere umano, l’avete fatto a me” (40), giacché tutti siamo Suoi fratelli in Adamo, come lo siamo fra di noi. Cristo si identifica coi bisognosi, perché esseri umani, sia se sono uniti a Lui come membra del Corpo Mistico sia che lo possono diventare; e se i bisognosi materiali sono separati da Cristo, sono doppiamente poveri. (b) A quelli che saranno alla sinistra Gesù rimprovererà (41) che era bisognoso e non lo aiutarono (42-43). Alla loro protesta: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?” (44), Gesù risponderà: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me” (45). Gesù è assistito, alleviato, sollevato, consolato, in colui al quale ci facciamo prossimi (cfr. Lc 10,29-37, la parabola del buon Samaritano), perché bisognoso; allo stesso modo lasciamo nella sofferenza Cristo nel bisognoso, se non ci facciamo prossimi a lui e non prestiamo aiuto (cfr. il sacerdote e il levita della parabola). Non è necessario che ci ricordiamo di Cristo in quel preciso momento; è indispensabile che aiutiamo il sofferente.
3. Ognuno avrà la sua ricompensa o il castigo nell'eternità:. Quelli che hanno aiutato Cristo nel prossimo riceveranno l’intimità con Cristo e i doni di Dio Padre (34 Venite, benedetti del Padre mio), e inoltre avranno a titolo di eredità il possesso del regno di Dio, preparato per loro dall'eternità (36): in concreto questi giusti avranno la vita eterna, la felicità senza limiti con la Trinità (46), con gli Angeli (31) e con i fratelli salvati (34). Quelli che hanno voltato le spalle a Cristo nei sofferenti, saranno esclusi dall’intimità con Lui e dai benefici di Dio (44 Via, lontano da me, maledetti) e staranno nelle sofferenze atroci, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli (41), in patica al supplizio eterno (46). Aiutare il prossimo è condizione per salvarsi, perché così pratichiamo l’amore a Dio - Cristo è Dio e uomo – e l’amore all’uomo, sia che sappiamo sia che ignoriamo che nel fratello bisognoso c’è Cristo. Se esercitiamo le opere di misericordia corporale o spirituale, faremo stare meglio il prossimo qui e staremo bene noi per l'eternità. E daremo sollievo e consolazione a Gesù.
III - 1Corinzi 15,20-26.28 - (a) Adamo, il nostro progenitore, si ribellò a Dio e perse la vita divina (morte spirituale) e l’immortalità fisica (21 per mezzo di un uomo venne la morte; 22); noi nasciamo senza vita divina e con la morte fisica assicurata. Il diavolo per mezzo del peccato e della morte esercita il suo dominio sull'umanità (Eb 2,14); ma il nuovo Adamo, Gesù, è morto e risorto (20), primo fra gli uomini (20. 23), ha riparato il male fatto da Adamo e ridato agli uomini la vita divina (22 in Cristo tutti riceveranno la vita) e la resurrezione dei corpi (21 per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti), liberandoli dalla schiavitù di Satana (Eb 2,15). Così Gesù cambia la situazione degli uomini: recupera loro la vita divina e procura la vittoria sulla morte fisica con la resurrezione della carne; nuovo capo dell'umanità, inaugura il regno della vita divina, e quindi dell'amore, della gioia, della speranza di un futuro nuovo. (b) Gli avvenimenti finali si svolgeranno in ordine (23): già e per primo è risuscitato Gesù (20.23); così è iniziato ed esiste il regno spirituale di Cristo, che sta riducendo al nulla i nemici, Satana e i suoi diavoli (24), perché tutto Gli sia sottomesso (25). Nella Sua seconda venuta ci sarà la resurrezione di tutti i morti (22. 23): così sarà eliminata la morte, effetto del peccato (26). E quando tutto gli sarà stato sottomesso (28), Gesù consegnerà a Dio Padre il regno (24) sugli uomini e sul creato, che ha conquistato; allora anch’egli, il Figlio, in quanto uomo, sarà sottomesso al Padre, a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa (28). A questo punto ci sarà la fine (24) del mondo attuale; nel mondo nuovo Dio sarà tutto in tutti e in tutte le creature (28). Teniamoci sempre in condizioni di essere collocati alla destra nel giudizio universale.
EUCARESTIA. La Parola di Dio ci propone ora queste verità: chi crede in Gesù ha la vita eterna ed Egli lo resusciterà (Gv 6,40); stessa promessa per chi riceve l’Eucarestia (6,54). Chiediamo alla Vergine e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni, di ottenerci la crescita nella pratica delle virtù teologali, che ci portano alla salvezza. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Gesù si indentifica con il bisognoso; non presenta se stesso “come se fosse” un disagiato, ma è il povero. Quello che facciamo a chi sta in necessità è fatto direttamente a Cristo. Questo ci deve portare a vedere con gli occhi della fede Cristo nel prossimo, ad aiutarlo e a rispettarne la dignità.
2. Può aiutare il povero chiunque ha sensibilità ed è capace di compassione. L’amore al povero è amore a Cristo, ma solo chi ha fede può fare questo passaggio, solo chi crede nella Parola di Cristo riesce a scoprirLo presente persino nel carcerato delinquente e assassino che ha bisogno di essere aiutato e che ha diritto di essere rispettato.
3. Come è eterno il paradiso così è eterno l’inferno; chi pensa interpretare il versetto in modo che l’inferno non appaia eterno, cancella anche l’eternità del paradiso.
4. Cristo è buon pastore anche quando dà il giudizio definitivo sulle sue pecore: si è preso cura delle pecore, che sono sistemate a destra, e dei capri, a sinistra; ha amato entrambi e ha dato la vita per loro; ma la loro risposta è stata differente e anche la ricompensa lo è; comunque usa misericordia per entrambi: quelli di destra vengono premiati più del merito, e quelli di sinistra sono puniti meno del demerito.
5. Per mezzo di Cristo ci è venuto tutto sul piano soprannaturale: lo Spirito Santo, la Parola di Dio, la redenzione, la Chiesa, i sacramenti, la grazia santificante, i vescovi, sacerdoti e diaconi, i valori umani elevati al piano soprannaturale, ecc. Se vivessimo secondo la Sua Parola, la nostra vita sarebbe un paradiso in terra invece di un purgatorio o un inferno. (mons. Francesco Spaduzzi)