Tempo Ordinario: Domenica 20.ma dell'Anno B (2023-24)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica 20.ma dell'Anno B (2023-24)
Introduzione – La Sapienza esorta a nutrirsi del suo pane e vino per poter avere la vita; Gesù ci invita a nutrirci del suo Corpo e Sangue per avere la vita eterna già ora e la resurrezione della carne in futuro; per Paolo la preghiera è il mezzo principale per vivere bene la vita spirituale.
I - Proverbi 9,1-6 - L'Autore personifica la Sapienza, uno degli attributi di Dio, e Le attribuisce varie azioni. Innanzitutto Essa si è costruita una casa elegante e ben rifinita: La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne (1); Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola (2), a disposizione degli invitati. Essa Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città (3), nei punti più in vista della città, perché si rivolgano ai privi di esperienza e intelligenza: Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno (4) e fa dirigere loro l’invito: Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato (5), con cura e amore per loro. Essa esorta: Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza (6), cioè offre la vita a chi abbandona l'inesperienza e si comporta da intelligente. Dobbiamo metterci anche noi alla scuola della Sapienza, o meglio di Dio onnisciente, che è Sapienza infinita e ci rende partecipi della Sua Scienza, facendoci conoscere quello che Egli sa; ovviamente noi dobbiamo accettare tutto con fede. La fede è la nostra giusta risposta a Dio, che ci parla. Dio è la stessa sapienza e non si può sbagliare ed è bontà infinita e non ci può ingannare. Nel Vangelo Gesù, Dio e uomo, ci parla del pane e del vino dell’Eucarestia, che è Lui stesso, la Sapienza Incarnata; certamente è un grandissimo mistero; aderiamo alla sua Parola con fede semplice e docile.
II - Giovanni 6,51-58 - 1. (a) Gesù dichiara: Io sono il pane vivo, donato dal Padre e disceso dal cielo (51), e conferma la vita eterna a chi ne mangia: Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno (51), cioè ha già ora la vita eterna e l'avrà per sempre. E’ Lui questo pane e si mangia venendo a Lui (Gv 6,45.35) e credendo in Lui (Gv 6,47.75). Ma Gesù promette anche: e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo (51). Qui esplode l’irritazione dei Giudei, che si domandano: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?» (52); è una cosa orribile mangiare carne umana e per giunta è severamente proibita dalla Legge. Gesù non risponde a questa domanda, lasciando in sospeso discepoli e Giudei, ma nell'Ultima Cena darà la sua carne da mangiare sotto il segno del pane consacrato. Siamo nel campo della fede e possiamo dire solo: credo, adoro, spero, amo. Gesù, che ha trasformato l'acqua in vino e ha fatto tanti miracoli, può anche operare questo e dare il potere di continuarlo attraverso i secoli. (b) Comunque Gesù conferma quanto detto prima in forma negativa: In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita (53); aggiunge anche la necessità di bere il suo sangue - carne e sangue non sono mai totalmente separabili. Egli ripete poi il concetto in termini positivi: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna (54) con l’aggiunta della promessa della resurrezione futura e finale (54). Gesù, una terza volta, dice anche di chi mangia la carne sotto forma di pane avrà la vita eterna: Chi mangia questo pane vivrà in eterno (58) e così sembra insinuare il modo in cui darà il suo corpo e il suo sangue come nutrimento. Crediamo e adoriamo. Questo è forse il mistero più grande e al di là della ragione umana, dopo i due misteri principali della fede. I ragionamenti filosofici, che si fanno per interpretare il modo in cui Gesù si rende presente nell’Eucarestia, sono condizionati dal tipo di filosofia che si segue; cercano di far capire solo che non è contro la ragione.
2. Gesù dice che Egli darà la Sua carne per la vita del mondo (51) e chi ne mangia ha la vita (53), la vita eterna (54), per cui vivrà in eterno (51.50.58). E’ la vita divina, che il Padre ha in sé e trasmette al Figlio e Questi, per mezzo dell'opera redentrice e dello Spirito Santo, comunica a ogni uomo, che crede e riceve il battesimo e gli altri sacramenti, specie l'Eucarestia: Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me (57). E’ il dono più grande. Adoriamo e ringraziamo. Questa vita eterna donata già adesso a chi crede e ama, durerà per l'eternità, se si evita il peccato grave; alla fine del mondo essa si riverserà anche sul corpo con la resurrezione gloriosa: e io lo risusciterò nell’ultimo giorno (54). (b) Altro frutto dell'Eucarestia è la permanenza di Gesù nel corpo del credente per mezzo delle Sacre Specie, ma soprattutto nella sua anima: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui (56); la presenza eucaristica di Gesù nello stomaco dura circa 15 minuti, mentre la presenza spirituale dura finché non si perde col peccato grave. Gesù resta presente nell’Eucarestia anche dopo la Messa nelle nostre chiese, specie parrocchiali. L’incontro col suo Volto Eucaristico nell’adorazione ci consente fuori della Messa e della Comunione la vicinanza al suo Cuore e di arricchirci spiritualmente, oltre che di riparare le offese, che riceve nel Sacramento del suo Amore. (c) Gesù sottolinea: la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda (55), certo non nel senso che mangiamo la carne del Gesù storico, ma il segno della sua presenza nel pane e vino consacrati e ne riceviamo la grazia. (e) La differenza fra la manna e l'Eucarestia: Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno (58); la prima servì per la vita fisica, che finisce con la morte, eccetto per Giosuè e Caleb; invece l’Eucarestia sostiene la vita spirituale dell'uomo: si mangia col corpo ma sì sorregge la vita spirituale, proprio come il cibo fisico supporta la vita fisica e il cibo psicologico quella psicologica. L'Eucaristia, memoriale della Pasqua, dona Gesù con tutta la sua persona, la sua vita e la sua opera di salvezza a chi vi partecipa con fede e carità.
III - Efesini 5,15-20 - (a) Paolo constatava che quei giorni erano cattivi (16) - brutti tempi i loro e i nostri! Pensiamo ai valori negativi e alle azioni cattive, che vengono esaltate e proposte dai mass-media. Gli uomini agiscono da insensati: non pensano e non decidono secondo la volontà del Signore e agiscono senza riflettere (17). Fanno uso immoderato di vino, e assumono droghe, che fanno perdere lucidità e controllo di sé (18). Così non fanno buon uso del tempo (cfr. 16) e dei doni di Dio, che devono usarsi per la Sua gloria e il servizio di fratelli. Esaminiamo se nella nostra vita c’è la mentalità viziosa del mondo, opposta a quella di Gesù, e correggiamoci. (b) Paolo esorta: Fate dunque molta attenzione al vostro modo di vivere (15), e invita a comportarsi non da stolti ma da saggi (15), seguendo la Parola di Dio (17). Raccomanda: siate invece ricolmi dello Spirito (18), e a impegnarsi nella preghiera personale e comunitaria: intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore (19), oltre che con la bocca; specie rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (20). Esaminiamoci per correggere i punti dolenti della nostra vita di preghiera: faccio l'esame di coscienza per capire subito il veleno che il mondo ha intrufolato in me? Quanto tempo dedico alla preghiera personale? come partecipo a quella comunitaria? Il ringraziamento a Dio è presente quotidianamente nella mia preghiera? Mi lascio guidare dallo Spirito Santo nella preghiera?
EUCARESTIA. Chiediamo la grazia che tutto quello che abbiamo ascoltato nell’omelia possa diventare il centro della nostra vita spirituale, perché l’Eucarestia è proprio questo. Nostra Signora dell’Eucarestia e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, ce ne ottengano la grazia.
Altri Temi: 1. Come abbiamo una vita fisica da conservare e alimentare col cibo per il corpo e una vita psichica da sviluppare con la conoscenza e l’amore, così abbiamo una vita spirituale, eterna, divina (53-54), che dobbiamo far crescere coi mezzi soprannaturali, offertici da Gesù: la preghiera, i sacramenti, la pratica delle virtù teologali, cardinali e morali.
2. L’Eucarestia è la ripresentazione e la ripresenza del sacrificio di Cristo, ma è anche sacramento, perché comunione eucaristica, e sacramento permanente, perché sempre nella Chiesa, nel corso dei secoli, è stato conservato per varie motivazioni il pane consacrato. La devozione cristiana, soprattutto dal Medioevo, ha valorizzato quest’ultimo aspetto, che va curato molto di più.
3. Purtroppo dal dopo Concilio, per colpa di alcuni distorsori e distruttori del medesimo, si è passato da un culto molto diffuso dell’Eucarestia come sacramento permanente, cioè da un’adorazione abbastanza praticata dell’Eucarestia, a una trascuratezza sempre più comune. E’ stata una grande perdita e un grave danno per la vita spirituale dei fedeli. Si nota ora una certa ripresa.
4. Gesù oggi fa suo l’invito della Sapienza: Venite, mangiate… bevete (5). Nutriamoci col sacramento e la comunione spirituale e l’adorazione del Cristo: alla presenza del suo Volto Eucaristico e con la vicinanza al suo Cuore aperto lasceremo l’inesperienza e acquisteremo la vera sapienza, la soprannaturale, che viene in noi da Cristo, presente e operante per mezzo dello Spirito.
5. Avremo la forza di vincere il male e di fare il bene (15-18), se useremo i mezzi soprannaturali che la nostra fede ci mette a disposizione: anzitutto la preghiera (19-20), specie se fondata sulla Parola di Dio e da essa alimentata. Ma grazie alla presenza di Gesù nell’Eucarestia abbiamo a nostra disposizione la Vita e la fonte stessa della Vita. (mons. Francesco Spaduzzi)