Tempo Pasquale: Domenica di Pentecoste dell'Anno B (2023-24)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Pasquale: Domenica di Pentecoste dell'Anno B (2023-24)
Introduzione. Gli Atti raccontano la discesa dello Spirito Santo; il Vangelo ci illumina sui rapporti fra le tre divine Persone; S. Paolo ci indica come vivere la vita quotidiana nello Spirito.
I - Atti degli Apostoli 2,1-11 – 1. Gesù ascese al cielo 40 giorni dopo la resurrezione e fece restare gli Apostoli a Gerusalemme, per essere battezzati nello Spirito (At 1,6), sorgente di forza per predicare il Regno di Dio (At 1,8); essi pregarono 10 giorni con Maria in attesa dello Spirito. Al 50.mo giorno (Pentecoste) (1) dalla Risurrezione, Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano (2) i discepoli riuniti tutti insieme nello stesso luogo (1). Apparvero loro quelle che sembravano lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro (3). Allora tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi (4). (a) Pentecoste era la festa del raccolto dei frutti della terra. Lo Spirito è il frutto dell'opera redentrice di Gesù e corredentrice di Maria e ci aiuta a vivere secondo la nuova Alleanza da veri cristiani e apostoli. (b) Dio si manifestava nell'AT con oscurità, nubi, terremoti, tuoni e lampi, fuoco, ecc. Lo Spirito si manifesta con il fragore come di vento, le lingue di fuoco e le lingue che parlano i discepoli. (c) Il battesimo del cristiano è immersione nello Spirito Santo e fuoco (At 1,8; Mt 3,11). Le lingue di fuoco si posano su ciascuno dei presenti e lo Spirito li riempie, immergendosi in loro: li fa veri discepoli di Gesù e apostoli coraggiosi. I segni esterni sono prova delle realtà interiori, realizzate in loro. (d) Lo Spirito Santo viene a noi in ogni sacramento e ci fa membra del Corpo di Cristo e opera in noi la vita “secondo lo Spirito”. Egli ci dà pensieri e disposizioni, sentimenti e affetti secondo il Cuore di Cristo, perché tali siano anche le nostre parole e azioni e omissioni. Invochiamo la venuta dello Spirito prima di ogni azione di vita soprannaturale e umana.
2. Lo Spirito abilitò i presenti nel Cenacolo a lodare Dio per le sue grandi opere (1l), cioè i prodigi di Dio nella creazione e nella storia, in una lingua ignota a loro ma comprensibile agli ebrei, pellegrini da varie zone del Mediterraneo e del Medio Oriente. Questi Erano stupiti (7), perché li sentivano parlare nella propria lingua nativa (8), e, fuori di sé per la meraviglia, si chiedevano: Tutti costoro, i “ripieni di Spirito”, che parlano non sono forse Galilei? (7). I pellegrini erano osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo (5): del Medio Oriente: Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia (9), dell'Asia Minore: della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, 10 della Frigia e della Panfilia (9-10), del Nord Africa: dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene (10), e anche Romani qui residenti (10), Cretesi e Arabi (11); residenti in Giudea (9 della Giudea; 11 Giudei) e i proseliti (11). Anche i curiosi, accorsi per il vento impetuoso, furono turbati, perché li sentivano parlare nella propria lingua (6). (a) Anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo; lasciamoci santificare e diamo gloria a Dio con la vita santa e la testimonianza della parola. (b) Il miracolo delle lingue aiuta i pellegrini ad accogliere il discorso di Pietro e il suo invito alla conversione: vi furono 3000 battezzati. Aderiamo alla Parola di Dio con l'apertura di cuore di questi convertiti.
II - Giovanni 15,26-27; 16,12-15 – 1. Troviamo qui alcune verità connesse al primo mistero della fede, l'Unità e Trinità di Dio, e al secondo, l’umanità del Verbo. (a) Anzitutto c'è un solo Dio, che è in tre Persone: il Padre (26;15), e il Figlio fatto uomo, che sta parlando, e lo Spirito Santo, detto Paraclito (26) e Spirito della verità (26;13). (b) I loro rapporti reciproci? Il Padre genera il Figlio (Gv 1,14.18) e gli comunica tutto: Tutto quello che il Padre possiede è mio (15), eccetto la paternità; lo Spirito della verità procede dal Padre (26) e anche dal Figlio: il Paraclito, che io vi manderò dal Padre (26; cfr. Gv 3,34); Egli è Spirito del Padre (Mt 10,20; Rm 8,9.11; 1Cor 3,16; 6,11) e del Figlio (Rm 8,9; Gal 4,6; Fil 1,19; 1Pt 1,11). Lo Spirito non parlerà da se stesso (13), perché annuncerà (14) ciò che avrà udito (13) dal Padre e dal Figlio e prende da ciò che Gesù ha ricevuto dal Padre (14-15); in questo modo Egli … glorificherà Gesù (14). Siamo nella vita intima della Trinità. Gesù ce ne parla; noi non possiamo fare altro che credergli, perché solo lui conosce il Padre e lo Spirito Santo e ce li rivela (Gv 1,18; 3,34). Lo Spirito ci illumini per aiutarci a capire di più.
2. La Parola di Dio ci fa conoscere anche l'attività dello Spirito nei discepoli. Egli glorificherà Gesù (14; cfr. 1Cor 12,3), perché egli darà testimonianza di lui (26), facendolo conoscere e amare dagli uomini; inoltre, Quando verrà lui, lo Spirito della verità, li guiderà a tutta la verità (13), anche quella che Gesù non ha potuto ancora rivelare loro, perché per il momento non erano capaci di portarne il peso (12): forse la rivelazione piena di Gesù, che si ha nel suo mistero pasquale di morte e resurrezione, che essi sempre avevano mostrato difficoltà di accettare? Lo Spirito prenderà dall’insegnamento di Gesù (13-15) e lo annuncerà loro (14; 15); annuncerà loro anche le cose future (15). Per la forza dello Spirito anche gli Apostoli daranno testimonianza di Gesù, perché sono con Lui fin dal principio della sua attività apostolica (27). Siamo docili nel lasciarci guidare dallo Spirito alla conoscenza di Gesù e al suo amore e alla testimonianza di lui; chiediamogli una fede più intensa e una comprensione maggiore della fede per annunciarla meglio.
III - Galati 5,16-25 - Col peccato originale abbiamo perso il controllo della tendenza al piacere, al punto che ci lasciamo attrarre da ciò che fa male al corpo e alla vita spirituale: non si fa quello che si vorrebbe (17). Paolo chiama “carne” queste tendenze cattive. Ecco un elenco delle opere della carne (19): sono tendenze contro i primi tre comandamenti: idolatria, stregonerie (20), e contro l’amore del prossimo: inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie (20-21) e contro il rispetto al corpo proprio e del prossimo: fornicazione, impurità, dissolutezza (19), contro l’uso equilibrato di cibi e bevande: ubriachezze, orge e cose del genere (21). Riguardo a queste: chi le compie non erediterà il regno di Dio (21), va all'inferno. Sentiamo forte l’impulso al male. Anche per noi è così. Solo la vigilanza ci aiuta. (b) Ma in noi c'è anche lo “spirito”, che è la parte razionale dell'uomo, illuminata e fortificata dello Spirito, che ci sostiene nella lotta per controllare le tendenze cattive. Anzi: Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (22); è la felicità sulla terra nei rapporti con Dio e col prossimo. (c) In noi: La carne… ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda (17); perciò Paolo ci invita: Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne (16), cioè obbediamo allo Spirito; in effetti col battesimo diventiamo di Cristo Gesù, membra del suo Corpo, ed egli ci dà il suo Spirito, che ci guida nella nostra vita (25) e ci fa crocifiggere la carne con le sue passioni e i suoi desideri (24). Occorre, oltre la preghiera e i sacramenti, la mortificazione delle tendenze cattive. (d) Paolo ricorda infine che, guidati dallo Spirito, osserviamo i 10 comandamenti ma non la Legge dell'AT (18; 23).
EUCARESTIA. Qui sempre riceviamo un’effusione nuova di Spirito Santo sia perché ci illumina per accogliere la Parola di Dio sia perché ci unisce a Gesù nella comunione e per mezzo di lui al Padre. Chiediamo alla Vergine Maria e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni, la docilità della nostra intelligenza e della nostra volontà allo Spirito. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Lo Spirito colmò gli Apostoli e gli altri discepoli nel Cenacolo sotto forma di lingue di fuoco, delle quali ognuna si posò su un singolo. Oggi lo Spirito scende su ciascuno e vi rimane per mezzo dell’unzione del crisma sulla fronte, che si fa con l’imposizione della mano e con le parole: “Ricevi il Sigillo dello Spirito Santo…”
2. Lo Spirito può manifestarsi in modo straordinario come il parlare degli Apostoli in lingue nella Pentecoste, ma si manifesta in modo ordinario nella vita quotidiana con l’osservanza dei comandamenti, il compimento esatto del proprio dovere, la fedeltà alle ispirazioni dello Spirito Santo. Comunque lo Spirito agisce se non poniamo impedimenti.
3. Lo Spirito viene promesso e dato in vista della testimonianza. In effetti questa si dà con l’offerta della Parola di Dio mediante la predicazione o anche con una vita quotidiana vissuta secondo la volontà di Dio. Vivere così è possibile solo con l’aiuto dello Spirito Santo, perché non rientra nelle possibilità delle forze umane.
4. Lo Spirito è indispensabile per vivere la vita cristiana. Il diavolo e il mondo, come nemici esterni, e la carne, come nemico che è sempre con noi, ci insidiano in modo terribile e al di là delle nostre forze. Solo lo Spirito di Dio, che è infinitamente più forte dei nostri nemici spirituali, ci può assicurare la vittoria su di loro. Impariamo a riconoscerne l’attività e a essere docili.
5. S. Paolo ci dà le indicazioni per riconoscere le attività del male dentro di noi e quelle del bene. Chi ha il frutto dello Spirito (Gal 5,22) compie le opere di bene; chi non ha lo Spirito e si lascia guidare dal diavolo, mondo e carne, produrrà opere cattive (Gal 5,19-21). Preghiamo di lasciarci guidare sempre e solo dallo Spirito di Dio. (mons. Francesco Spaduzzi)