Tempo di Quaresima: Domenica V dell'Anno B (2023-24)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo di Quaresima: Domenica V dell'Anno B (2023-24)
Introduzione. Dio promette già nell’AT in Geremia la nuova alleanza; nel Vangelo appare che essa sarà fatta per mezzo di Gesù e sarà estesa a tutti gli uomini; la Lettera agli Ebrei ci avvisa che viene realizzata da Gesù con il sacrificio di tutta la sua vita e specie della sua Passione e Morte.
I - Geremia 31,31-34 - Dio ricorda agli Ebrei che, come un padre, li prese per mano per farli uscire dalla schiavitù della terra d’Egitto e li liberò; allora concluse con loro un' alleanza, che essi non rispettarono, benché io fossi loro Signore (32) e padrone. Ora Dio promette: Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova (31), che Non sarà come l’alleanza del Sinai, che ho concluso con i loro padri (32). Le caratteristiche della nuova Alleanza (33) saranno le seguenti: (a) Dio porrà la sua legge dentro di loro, la scriverà sul loro cuore, non su tavole di pietra (33); (b) non avranno bisogno di maestri esterni per conoscere il Signore: Non dovranno più istruirsi l’un l’altro… (34), perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, senza differenze di età e condizione sociale; (c) Dio perdonerà la loro iniquità e la dimenticherà (34). Il risultato sarà un rapporto di amore profondo e stabile fra Dio e il popolo come quello matrimoniale: Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo (33). Quattro volte il profeta ripete: oracolo del Signore (31.32.33.34), per significare che tutto questo è molto importante e si realizzerà certamente. Si tratta della nuova ed eterna Alleanza che Dio stabilirà nel sangue che Gesù - non un animale -, verserà per la remissione dei peccati degli uomini in amorosa obbedienza al Padre, virtù che caratterizza tutta la vita di Cristo dall'ingresso nel mondo alla sua morte. Rinnoviamo la nostra fede, adorazione, ringraziamento, lode, la gioia, supplica di essere fedeli.
II - Giovanni 12,23 33 – 1. (a) Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa della Pasqua, c’erano pellegrini anche dall'estero, sia ebrei sia di lingua greca (20), pagani vicini alla fede di Israele. Alcuni di questi si avvicinarono all’apostolo Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo veder e Gesù» (21); Filippo si associò Andrea, e… andarono a dirlo a Gesù (22). Non sappiamo se ci fu l’incontro, ma Gesù dichiarò: È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato (23), cioè che Gesù sia riconosciuto per quello che è. Gioiamo per questa Sua gloria. (b) I discepoli - e noi con loro – pensano all’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme e quindi a una sua esaltazione terrena. Ma Gesù parla di tutt'altro. Egli dice: In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo (24), cioè se viene conservato per restare quello che è, si secca e si perde; se invece è messo sotto terra come un morto (24), forma lo stelo e la spiga, e produce molto frutto (24): il 30 o 60 o 100 per 1. Questo avverrà di Gesù con la Passione e Morte fra tre giorni; sembrerà un fallito e infame e invece realizzerà la gloria di Dio e la salvezza degli uomini. Ciò vale anche per i discepoli: Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore (26), cioè ne condividerà la sorte nell’umiliazione e nella gloria: Se uno serve me, il Padre lo onorerà (26) come ha glorificato Gesù con la Resurrezione e Ascensione. Chi vive nell’egoismo si rovina, mentre chi sta con Gesù otterrà la vita divina ora e la salvezza eterna poi (25). E’ ovvio che chi segue Gesù e condivide la sorte di Gesù nella sofferenza, in Lui troverà la sorgente della sua forza con la preghiera e i sacramenti.
2. (a) Proprio pensando alle sue sofferenze - e a quelle del suo Corpo Mistico? -, l’anima di Gesù è turbata (27), come nel Getsemani; ma Egli non prega: Padre, salvami da quest’ora (27), di evitargli la Passione: sa che ciò fa parte della sua missione di salvezza: Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! (27), e perciò supplica: Padre, glorifica il tuo nome (28), per mezzo della totale obbedienza del Figlio. Con tale adesione alla volontà del Padre, Gesù affronta la morte e dà la massima gloria al Padre e la salvezza a noi; il Padre a sua volta lo glorifica facendolo risorgere e sedere alla Sua destra. Così l’umanità sarà salvata per i meriti di Gesù. Adoriamolo e ringraziamolo. (b) Gesù pregò per la gloria del nome del Padre (28) e Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!» (28). La folla sentì la voce e diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato» (29); Gesù precisò: Questa voce non è venuta per me, ma per voi (30), per aiutarli a credere in Lui, e aggiunse: Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori (31), cioè col giudizio si separano i credenti dai non credenti e così inizia la crisi del regno di Satana; inoltre avvertì: E io, quanto sarò innalzato da terra, da crocifisso, attirerò tutti a me (32); l’“innalzamento” è sia la glorificazione sia la crocifissione: Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire (33). Gesù ha dato gloria al Padre (28) e anche il Padre al Figlio (28); la gloria di Dio si realizza quando si fa la volontà del Padre, come Gesù. Anche noi dobbiamo dare gloria alla Trinità, per esserne glorificati; perciò impegniamoci a obbedire a Dio, credendo a Gesù (30) e aderendo al suo insegnamento con la volontà di metterlo in pratica. Con la crocifissione e morte Gesù appare come uno sconfitto, ma Egli per questa via riporta la vittoria totale sul diavolo, perché gli sottrae gli uomini e li attira a sé, separandoli dal mondo. Anche noi lasciamoci attirare da Gesù lo seguiamo per le vie che Egli vuole, confidando nel suo aiuto, per essere salvati.
III - Ebrei 5,7-9 - Gesù fece di tutta la sua vita terrena e delle sue singole azioni - i misteri della nostra salvezza -, un sacrificio gradito a Dio, perché li visse facendo la volontà del Padre; per tale sacrificio ci ha salvati (Eb 10,5-10). Continuo e fedele fu il dialogo col Padre, la preghiera privata e pubblica. Così Nei giorni della sua vita terrena, e specie nell'Orto del Getsemani, egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, esprimendo la sua tristezza e angoscia, noia e paura, di affrontare la Passione imminente, a Dio Padre, che poteva salvarlo da morte (7); il Padre poteva liberarlo dalla Passione e Morte, se così avesse deciso; ma la sofferenza di Gesù era prevista nel piano di salvezza. Ora Gesù voleva sopra di tutto e in modo assoluto il compimento della volontà del Padre - il piano di salvezza -, così come pensato dall'eternità; desiderava in modo condizionato e secondario di evitare la sofferenza e la morte. Poiché Gesù visse sempre il suo pieno abbandono al Padre, anche nel Getsemani vi si adeguò e venne esaudito (7) in questa sua volontà. Gesù è il Figlio di Dio e, in quanto tale, è uguale al Padre; ma in quanto uomo dipende totalmente dal Padre: egli sperimentò l'obbedienza nella sofferenza (8 Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì); così portò a compimento (9 e, reso perfetto) la sua missione di salvarci: divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (9). Anche noi dobbiamo aderire in tutto alla volontà del Padre con l’obbedienza, facendo così di tutta la nostra vita un sacrificio a Lui gradito. In questo modo accogliamo la salvezza come dono di Dio e di Cristo e collaboriamo con Cristo alla salvezza del prossimo; ogni nostra azione, così, acquista agli occhi di Dio un’importanza straordinaria.
EUCARESTIA. Nella Messa rendiamo presente Gesù e il suo sacrificio; perciò è l’azione più importante per la gloria di Dio e per la vita della Chiesa e dei singoli fedeli: da essa possiamo attingere tutta la luce e tutte le grazie per la nostra salvezza. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni di ottenerci la grazia di vivere la Messa con i sentimenti della Madonna nell’ultima Cena, sul Calvario e alla Messa. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Gesù va seguito non solo nella gioia dell’infanzia, nella quale non gli mancano dolori; o nel successo della vita pubblica, nella quale non mancano avversari che gli creano grossi problemi, e nella vita gloriosa dalla resurrezione e per l’eternità, ma anche nella Passione e morte, e anzi, se lo seguiremo nella Passione condivideremo anche la sua glorificazione e vita beata.
2. Gesù ha detto esplicitamente che chi vuol essere suo discepolo deve rinnegare se stesso, prendere la sua croce e seguirlo; qui usa la “parabola” del chicco di grano per esprimere lo stesso concetto e mostra la fecondità della croce, del fallimento, della morte, per produrre la vita: quando tutto sembra stia finendo, in realtà già si sta preparando la vita nuova e molto più rigogliosa.
3. Gesù è venuto a fare la volontà del Padre e la compie da quanto entra nel mondo col concepimento a quando ne esce con la morte. Ha sempre pace col Padre perché vuole solo quello che vuole il Padre. Nel Getsemani è assalito da noia, ansia, paura...; nella preghiera al Padre rinnova l’adesione a Lui (cfr. Gv 12,27) ed è in pace; così affronta la Passione con tutti i suoi dolori.
4. L’Antica Alleanza fu un grande dono di Dio agli Ebrei, perché consentì loro di essere il popolo eletto; la nuova alleanza fu promessa agli Ebrei ma era destinata a tutta l’umanità ed era molto più importante dell’antica per il mediatore (Mosè - Gesù), il culto (offerta di animali - sacrificio di Cristo), i beni promessi (la terra promessa – il paradiso) …
5. Eb 5,7 ci presenta Gesù che prega in un modo inimmaginabile se non fosse stato rivelato nei racconti del Getsemani e in questo testo: offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime. Gesù portava nel dialogo col Padre tutta l’intensità dei suoi sentimenti ed esprimeva liberamente la sua sofferenza. Preghiamo anche noi con la stessa intensità e libertà. (mons. Francesco Spaduzzi)