Tempo Pasquale: Domenica I - della Resurrezione - dell'Anno C (2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Pasquale: Domenica I - della Resurrezione - dell'Anno C (2024-25)
Introduzione. Giovanni ci racconta l’impatto dei discepoli con la tomba vuota di Gesù; gli Atti ci avvertono che Egli è risuscitato il terzo giorno per la nostra salvezza; 1Corinzi e Colossesi ci presentano il Risorto come sorgente di vita nuova, effetto spirituale della Sua resurrezione in noi.
I - Giovanni 20,1-9 – 1. (a) Gesù fu ammazzato e fu sepolto; al terzo giorno alcune donne vanno al sepolcro, attratte dall’amore per Gesù. Così Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala con altre due donne si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la enorme pietra, che faceva da porta, era stata tolta dal sepolcro (1). Intenso l’amore di queste donne per Gesù: vivo o morto, lo cercano sempre e vorrebbero completare l'imbalsamazione di Gesù secondo le abitudini ebraiche. Nulla le blocca: né il buio né il pensiero della grande pietra, che esse sono impossibilitate a rotolare via. (b) Corse allora e andò da Simon Pietro, il capo degli Apostoli, e dall’altro discepolo, Giovanni, quello che Gesù amava e ne era riamato, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!» (2), insinuando che il Corpo sia stato trasferito per nasconderlo ai discepoli. Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro (3). Correvano insieme tutti e due (4), ma l’altro discepolo, Giovanni, più giovane, corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro (4). Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò (5). Grande anche l’amore di Pietro e Giovanni; non riescono a separarsi né da Gesù nè l’uno dall’altro; entrambi, con gli altri, sono scappati al momento dell’arresto di Gesù; entrambi seguono Gesù da lontano ed entrambi entrano nella casa di Anna e poi di Caifa; Pietro purtroppo rinnega Gesù, ma si pente, e li ritroviamo insieme la mattina della resurrezione - forse si sono ricongiunti subito dopo la morte di Gesù -; adesso corrono insieme alla tomba, uniti dall’amore per Gesù. Abbiamo noi tanto amore verso Gesù, al punto di cercarlo sempre, 24 ore su 24, in qualcuno dei suoi 8 modi di presenza, che egli ci mette a disposizione proprio per trattenersi con noi, quanto più a lungo e più spesso possibile? L'intensità, più o meno accentuata, dell'amore ci spinge a ricercarlo più o meno frequentemente.
2. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte (6-7); lui e Giovanni, sconcertati per quello che hanno sentito da Maria di Magdala, vedono tutto coi loro occhi. Infatti entrambi non avevano ancora compreso la Sacra Scrittura dell’AT, che cioè egli doveva risorgere dai morti (9) e neanche si ricordavano che Gesù l’aveva predetta. Ma l’Evangelista afferma di sé: Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette (9), ma nulla dice dello stato d'animo di Pietro. Questi tre, Maria Maddalena, Pietro e Giovanni, sono premiati in modo speciale per quello che hanno fatto finora dopo la resurrezione: Giovanni è il primo a credere; Pietro è il primo fra gli Apostoli a godere dell’apparizione di Gesù risorto; Maria è la prima persona o è tra le prime tre persone a vedere Gesù risorto e riceve da Lui il compito di annunciare agli Apostoli che Gesù è risorto. Andiamo da Gesù: è vivo per sempre ed è sorgente di vita soprannaturale; i racconti delle apparizioni, che troviamo nei Vangeli sottolineano la fondatezza della notizia e la verità delle apparizioni, ma non parlano del valore spirituale e degli effetti della risurrezione di Gesù nella sua opera della redenzione; ce ne parla la seconda lettura di oggi. Anche noi crediamo alla resurrezione di Gesù e confidiamo di averne gli effetti meravigliosi.
II - Atti 10,34 a.37-43 – Ai familiari e amici di Cornelio, che credono nel Dio degli Ebrei, Pietro ricorda ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni (37): Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, concepito per opera dello Spirito e sempre pieno di Lui; Egli passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo (38), cioè Dio mandò come profeta e operatore di miracoli il suo Figlio fatto uomo; Dio era con lui sempre (38), anzi lui stesso è Dio. Gli Apostoli sono testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. I capi dei Giudei vollero la morte di Gesù e lo uccisero appendendolo a una croce (39), ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che avevamo convissuto con Lui prima della morte e abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti (40-41). Agli Apostoli ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio (42). A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui, fa la sua volontà e mette in pratica la sua Parola, riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome (43) e la vita eterna. Noi crediamo alla testimonianza degli Apostoli su Gesù: Dio e Uomo, Messia e Salvatore; accettiamo tutto quello che essi ci trasmettono: (a) ciò che ha fatto e detto durante la sua vita pubblica e specie la sua morte e resurrezione; (b) la sua venuta come giudice alla fine della vita di ciascun uomo e del mondo; (c) quello che dobbiamo fare noi ora per unirci al Cristo e per ricevere il perdono dei peccati e la vita divina qui e la salvezza eterna nel Cielo.
IIIa - Colossesi 3,1-4 - (a) Paolo si riferisce alla resurrezione e ascensione di Cristo, che noi dobbiamo vivere: Se dunque siete risorti con Cristo (1), rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra (2), e cercate le cose di lassù, del Cielo, dove è Cristo, ormai risorto e seduto sul trono alla destra di Dio (1) Padre. Mentre siamo in questo mondo, la vostra vita divina è nascosta con Cristo in Dio! (3), non appare, ma per fede sappiamo che c'è ed è possibile intravederla nella vita interiore che viviamo; essa si manifesterà pienamente Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, ritornerà e apparirà alla fine della nostra vita mortale e del mondo: allora anche voi apparirete con lui nella gloria (4), cioè si rivelerà lo splendore divino, che è in noi, perché saremo gloriosi insieme con Lui. Sia i nostri pensieri e affetti e sentimenti, sia le nostre parole e azioni e omissioni, devono ispirarsi e regolarsi alla vita nuova, che Cristo ci comunica dal Padre e lo Spirito alimenta in noi con le grazie attuali. (b) Con queste esortazioni Paolo insegna che coloro che credono in Gesù e ricevono il battesimo, s'identificano con Lui – molto più del bambino coi genitori, dell'amico con l'amico e dell'allievo col maestro -; diventano con lui un solo Corpo Mistico – del quale Cristo è capo e i credenti sono membra - e quindi condividono con Gesù pensieri e sentimenti, affetti e disposizioni, parole e opere e omissioni; essi fanno propria tutta la vita di Cristo, tutti i suoi misteri, specie la sua Pasqua di morte e resurrezione; ciò avviene grazie alla vita divina, che Cristo comunica loro. Paolo ci illumina su come questa identificazione si realizza in noi nelle varie fasi: la nostra crocifissione (Rm 6,6) avviene per la lotta contro le passioni cattive e la loro distruzione (Gal 5,24); la morte di Cristo si riproduce in noi (3 Voi infatti siete morti) con l’eliminazione del peccato (Rm 6,3.4.5); siamo sepolti con Cristo, perché la nostra vita divina è nascosta in Lui (13); risuscitiamo con lui perché inizia la nostra vita nuova, donataci da Dio (Rm 6,4); fedeli a conservare la nostra vita divina, ascendiamo già ora con Gesù al Cielo e in Lui ci sediamo alla destra del Padre (Ef 2,6). La nostra conformazione con Cristo inizia quindi con la fede e il battesimo e si rafforza con gli altri sacramenti, specie l’Eucarestia, e con la vita cristiana.
IIIb - 1Corinzi 5,6-8 – Paolo ci avverte: Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! (8) e ammonisce: Celebriamo dunque la festa di Pasqua, non con il lievito vecchio (8), - che ordina di eliminare: Togliete via il lievito vecchio (7), come già era usuale fra gli Ebrei la loro festa di Pasqua. Egli ricorda loro che un po’ di lievito, una quantità minima della pasta vecchia, fa fermentare tutta la pasta nuova (6), cioè, se noi conserviamo dentro di noi anche solo un po’ di lievito di malizia e di perversità dell'uomo vecchio, peccatore (8), esso può riportare al male precedente l'uomo nuovo. Gli ebrei usavano gli azzimi, pane cotto senza fermento del pane precedente, durante gli 8 giorni della festa di Pasqua; noi con la fede e il battesimo siamo diventati pasta nuova, poiché siete azzimi (7), cioè niente dell’uomo vecchio è in noi, e quindi dobbiamo vivere con azzimi di sincerità e di verità (8), praticando le virtù umane e cristiane. In sostanza dobbiamo realizzare nella vita quotidiana, grazie alla nuova vita divina, che Cristo come capo ci comunica, e con l'aiuto della grazia. che lo Spirito Santo ci dà, quello che è già avvenuto in noi col battesimo; esso ci fa morire al peccato e vivere la vita nuova, facendo la volontà del Padre, sull’esempio dei Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe.
EUCARESTIA. Gesù, morto e risuscitato, è presente nell’Eucarestia, memoriale della sua Pasqua: Passione e Morte, Resurrezione e Ascensione. Noi ci uniamo a Lui nell’offerta di Se stesso al Padre e nella Comunione Eucaristica e così, per la grazia che ci comunica, diventiamo capaci di morire continuamente al peccato e risuscitare a vita nuova, anche per prepararci alla resurrezione gloriosa del nostro corpo alla fine del mondo. Chiediamo alla Madre Celeste e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e Santi Patroni, di ottenerci di seguirne l’esempio per ottenerne i medesimi risultati. (mons. Francesco Spaduzzi)