Tempo Ordinario: Domenica XX dell’Anno A (2022-23)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica XX dell’Anno A (2022-23)
Introduzione. Isaia annuncia l’ingresso dei pagani nel Regno di Dio; Gesù mostra che la profezia si realizza già nella donna sirofenicia, la cui figlia Egli libera da satana; Paolo ci parla della salvezza di Ebrei e pagani per mezzo della misericordia di Dio in Cristo.
I - Isaia 56,1.6-7 - Dio per mezzo del profeta Isaia annuncia (1) agli Ebrei e ai pagani che Egli sta per venire e per manifestarsi come Salvatore e il Giusto (1 perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi) e perciò bisogna osservare la Legge di Dio, vivendo da persone giuste (1). Una Parola speciale è rivolta ai non ebrei, che hanno creduto nell'unico vero Dio e hanno aderito al Signore (6), lo amano (6) e obbediscono alla sua volontà (6) secondo l'alleanza di Dio al Sinai (6), e rispettano il sabato (6). A costoro Dio promette di guidarli al suo Monte Santo (7), dove sta il Tempio di Gerusalemme, che è la sua casa di preghiera (7), per gli ebrei e per tutti i popoli (7). Qui i popoli convertiti offriranno se stessi a Dio in sacrificio gradito a lui nelle offerte, che presenteranno “sul mio altare” (7) e Dio promette: li colmerò di gioia (7). Questa profezia si realizza in noi: i nostri antenati erano pagani, poi convertiti a Dio; vogliamo conoscerlo meglio, amarlo di più e servirlo con maggiore fedeltà; osserveremo l'alleanza nuova ed eterna, che Dio ha stipulata con noi nel sangue di Gesù Cristo, e i dieci comandamenti, che si riducono ai due precetti dell'amore; parteciperemo ogni domenica alla Messa per offrire il sacrificio di Gesù e il nostro insieme al Suo, che è sempre gradito a Dio e rende gradito il nostro; in esso vogliamo pregare per essere esauditi: e Dio in ogni caso ci colmerà di gioia.
II - Matteo 15,21-28 – 1. (a) Gesù lascia la Galilea (21), regione in cui convivevano Ebrei e Pagani – di qui il nome Galilea delle Genti – e si trasferisce più a nord, nella Fenicia (21), abitata solo da Pagani, per portarvi la luce del Vangelo. Una cananea si rivolge a lui gridando la sua sofferenza (22), che le viene dal vedere la figlia tormentata dal diavolo (22); lo supplica: Pietà di me, Signore, figlio di Davide! (22), riconoscendolo quindi Dio e Messia. Anche fuori della Palestina è già arrivata la fama dei miracoli di Gesù, la quale predispone ad accettare la sua Parola. I miracoli, da soli, non suscitano necessariamente la fede - gli avversari di Gesù rifiutarono di credere in Lui, nonostante i tanti miracoli, che videro e riconoscevano come tali - ma aprono alla fede il cuore delle persone, che non sono maldisposte e non hanno pregiudizi. Meditiamo i miracoli operati da Gesù allora e adesso nella Chiesa, quelli che Essa riconosce, man mano che avvengono. Non si può restare indifferenti a quelle relazioni, stese con grande rigore scientifico: non si può negare che Dio sia intervenuto. (b) Gesù non risponde niente alla donna che lo prega (23 Ma egli non le rivolse neppure una parola) e lei continua a gridare la sua preghiera; intervengono gli Apostoli presso Gesù e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!» (23) ed essi non ce la fanno più. Ma Gesù oppone un netto rifiuto e ne spiega il motivo: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele» (24), cioè è stato mandato dal Padre a fare apostolato per recuperare gli Ebrei, che si sono allontanati da Dio. Quando Gesù entra in una casa, la donna gli si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!» (25). Gesù dà un terzo rifiuto, portando come ragione: «Non è bene prendere il pane dei figli (gli Ebrei) e gettarlo ai cagnolini (i Pagani)» (26), addolcendo col diminutivo la parola “cane”, che veniva sentita come offensiva. Ma la donna soffre troppo per la figlia, e insiste ancora, sottolineando una situazione abituale: anche i cagnolini mangiano qualcosa dalla mensa dei padroni, che distratti o di proposito lasciano cadere le briciole (27 «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni»). Ammiriamo l'insistenza della donna nella sua preghiera, nonostante il triplice rifiuto di Gesù, ma anche l'intensità, che si esprime nelle sue grida, e la sua durata, nonostante i tentativi di farla desistere, l'apparente inutilità delle sue ripetute suppliche e la freddezza, che sembra avere Gesù nei suoi confronti. Contempliamo, ammiriamo, ma anche imitiamo questa donna nella nostra preghiera.
2. (a) Gesù rivela la sua ammirazione per la fede della donna: Donna, grande è la tua fede (28) e l’accontenta, liberando la figlia dal demonio (28). La donna non aveva nessuna possibilità di ottenere la guarigione della figlia, perché la missione di Gesù era limitata agli Ebrei (24) ed egli era pienamente ubbidiente al Padre; ma la compassione di Gesù e la fede della donna (28) si incontrano e avviene il miracolo. E’ l'amore di Gesù che realizza tutto: lui prova compassione, dà la fede alla donna e la fiducia nella preghiera insistente, che Gesù raccomanda altrove (Mt 7,7; Lc 11,9; cfr. Gv 16,24). (b) Pensiamo a un altro miracolo, che ha particolari in comune con questo: le nozze di Cana (Gv 1,1-12). Erano quasi nulle le possibilità di Maria di ottenere da Gesù il miracolo, perché non era giunta la sua ora; Egli lo rifiuta perché sempre obbedisce al Padre, ma Maria sa che può contare sulla sensibilità e compassione di Gesù per i bisognosi e sul suo amore unico per lei; così gli manda i servi ed egli opera il miracolo. Nel miracolo delle nozze di Cana e della Cananea ci sono i due elementi comuni della fede intensa e della preghiera insistente delle due Madri (la Madre di Gesù e degli uomini e la madre cananea) e dell’anticipazione dell’ora: nelle nozze anticipa l’ora della propria manifestazione e nel miracolo per la cananea anticipa l'ora della conversione per i pagani. Gesù proclama la grandezza della fede della donna, come Elisabetta la fede di Maria (Lc 1,45). Gesù opera i miracoli, ma di solito mette come condizione la fede della persona, che chiede il miracolo per sé o per gli altri, e la preghiera. Se noi non otteniamo miracoli, si deve al fatto che non c'è adeguata fede da parte nostra e la nostra preghiera non è fiduciosa e costante. Gesù mostra di avere una disponibilità particolare per le preghiere delle madri?
III - Romani 11,13-15.29-32 - Gli ebrei erano spesso stati ribelli, ma fecero ancora peggio, quando rifiutarono la salvezza, offerta da Dio per mezzo di Cristo (29 a motivo della loro disobbedienza; cfr. 31-32). Ma Dio li amava e continua ad amarli e perciò non sottrae mai loro i suoi doni e la chiamata alla salvezza, che sono irrevocabili (29). I pagani anche vivevano disobbedienti a Dio (30) e perciò, per essere salvati, avevano bisogno della misericordia di Dio (32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!). Il rifiuto del Vangelo da parte degli Ebrei però creò l’opportunità per predicarlo ai pagani, che così ottennero misericordia in occasione della disobbedienza degli ebrei (30); così c’è stata la riconciliazione dei pagani con Dio (15). Paolo, col suo annuncio del Vangelo ai pagani (13), spera di provocare la gelosia degli Ebrei e convertirli a Cristo (14); ciò sarà paragonabile a una resurrezione dei morti (15). Dio userà misericordia con tutti perché tutti sono stati ribelli a lui e quindi tutti ne hanno bisogno per salvarsi (32). L'amore di Paolo per gli Ebrei non è solo l'amore naturale per i connazionali, ma è anche il riflesso dell'amore, che Dio ha per gli Ebrei, suo popolo prediletto: Egli ha salvato i pagani, approfittando della disobbedienza degli ebrei, e salverà gli ebrei, perché i pagani erano stati ribelli (31). Se pensiamo a quanto ha patito Gesù per l’amore verso di noi e per darci la salvezza, non ci meraviglieremo dell'amore di S. Paolo o degli altri Santi per le anime. E dovrebbe sorgere spontaneo in noi la domanda: quanto grande è il mio amore per il prossimo? Mi preoccupo della sua salvezza, a incominciare dalle persone intorno a me? Che cosa faccio concretamente per salvare gli altri?
EUCARESTIA. La Messa è la preghiera principale di noi cristiani, perché preghiamo insieme coi fratelli e come membra del Corpo di Cristo Capo, che in essa ripresenta il sacrificio di se stesso al Padre. E’ il momento migliore per chiedere grazie, per ottenere misericordia ed essere esauditi, perché allora uniamo le nostre preghiere anche alla Chiesa trionfante, in particolare alla Vergine Maria e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Non capiremo mai abbastanza l’importanza della preghiera della nostra vita umana e spirituale; essa fa crescere la persona nella sua maturità umana e nel suo rapporto con Dio. Chi prega alimenta la sua intimità con Dio e anche la sua capacità di relazionarsi con gli uomini.
2. I miracoli ci sono ancora oggi, ma Dio esige la fede e l’abbandono totale in Lui. Dio muove le montagne, ma l’ottiene la fede di chi lo prega.
3. La preghiera è così potente sul cuore di Dio che ottiene l’anticipo dell’ora di Gesù: la manifestazione di Gesù alle nozze di Cana e l’apertura ai pagani nella guarigione della ragazza.
4. Gli Ebrei avevano una mentalità molto chiusa e ritenevano che i pagani per salvarsi dovevano osservare la legge ebraica; Dio invece li salva per la fede in Gesù Cristo.
5. Gli avvenimenti della storia e della vita personale per noi restano molto oscuri; solo di tanto in tanto sentiamo di capirli meglio. Così anche tanti avvenimenti della storia della salvezza restano oscuri per noi; ma nella Sacra Scrittura Dio per sua misericordia ci partecipa un po’ della sua comprensione degli avvenimenti. (mons. Francesco Spaduzzi)