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Tempo Ordinario: Domenica XIX dell'Anno A (2022-2023)

 

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com  

Tempo Ordinario: Domenica XIX dell'anno A (2022-2023)

Introduzione. Dio onnipotente si presenta a Elia come dolcezza, bontà, mitezza, accessibilitàGesù mostra la sua onnipotenza camminando sulle acque e sedando la tempesta, e anche la sua compassione e condiscendenza, accontentando Pietro e salvandolo; Paolo ci parla dell’amore speciale di Dio per il popolo ebreo.

I - 1Re 19,9a.11-13a - Elia aveva completato il suo pellegrinaggio al Monte Sinai, che era durato 40 giorni, passati in preghiera; lo fece a piccole tappe di notte ed evitò i luoghi troppo frequentati, per sottrarsi al caldo e non farsi riconoscere. Entrò in una caverna per riposare e qui Dio gli disse  (9): «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore» (11). Elia uscì e sentì un vento fortissimo, che spaccava le rocce (11); dopo udì il boato del terremoto (11); e infine vide il bagliore e sentì il calore del fuoco (12); ma il Signore non si presentò né nel vento (11), né nel terremoto (11), né nel fuoco (12). Ed ecco che il Signore passò (11): si mostrò come il sussurro di una brezza leggera (12). Elia lo senti (13), capi che era il segno del Signore e per rispetto si coprì il volto con il mantello (13), uscì dalla caverna e si fermò all'ingresso (13) a dialogare con Dio. Solitamente noi pensiamo a Dio onnipotente e imponente, grande e maestoso… e in effetti Dio è così e tale si presenta molte volte nell'AT, come per es. quando appare a Mosè e al popolo sul Sinai; ma Dio non è solo questo; è anche dolcezza e mitezza, bontà e accessibilità come ci appare specie nel NT in Gesù Bambino o nella vita pubblica o Crocifisso o nell'Eucaristia: solo raramente si mostra con la sua maestà. Cerchiamo di tenere presenti tutte le caratteristiche del Signore per sentirlo grande quando siamo tentati dal peccato, ma sempre pieno di amore e tenerezza per noi per attirarci e incoraggiarci ad andare da Lui.

II – Matteo 14,22-33 – 1. (a) Dopo la moltiplicazione dei pani, la gente si lasciò prendere dall’entusiasmo e voleva proclamare Gesù re (Gv 6,14-15). Agli Apostoli questo piaceva molto e Gesù li costrinse a imbarcarsi subito e a aspettarlo all'altra riva (22); poi calmò e congedò la folla, che si disperse (23). Ammiriamo la prudenza di Gesù nell'evitare che gli si attribuissero ambizioni politiche e la cura che aveva di correggere le idee storte dei discepoli e della gente sulla sua messianicità: egli era Messia, che veniva a salvare le persone per dare loro la vita eterna e si interessava anche alle cose materiali, ma solo in vista delle spirituali. (b) Gesù salì sul monte, in disparte, a pregare (23), proseguendola durante tutta la notte (23 Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo), fino a un orario fra le 3 e 6 del mattino (Mc 2,5). Gesù, in quanto Dio, sta in continuo dialogo col Padre e con lo Spirito Santo; come uomo dedica tempi speciali alla preghiera comunitaria e a quella personale, per dialogare col Padre. Dobbiamo imitare Gesù e dedicare “tempi” alla preghiera; abbiamo bisogno di tanto tempo e tanti tipi di preghiera quanti ci sono necessari per evitare il peccato grave; le due pratiche principali sono la meditazione e l'esame di coscienza; nella meditazione Dio ci rivela la sua volontà e nell’esame verifichiamo se l’abbiamo compiuta. (c) Gesù, perché c'era la luna quasi piena della Pasqua imminente (Gv 6,4), osservava dal monte gli Apostoli in difficoltà: La barca … era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario (24). Egli guardava gli Apostoli ma conosceva - per la sua scienza infinita in quanto Dio e per la sua scienza infusa in quanto uomo - anche gli uomini di tutti i tempi e luoghi; così fissava anche ciascuno di noi. Adesso, perché risorto, ci guarda dal cielo, ma anche dai suoi vari segni di presenza, per i quali ci sta sempre vicino: l’Eucaristia, ogni Sacramento, la Parola, l’assemblea, il ministro, i fratelli specie i bisognosi, il nostro cuore per la fede e la carità. Gesù non ci perde mai di vista: sempre è con noi e ci segue con attenzione personale per dirigere gli avvenimenti alla nostra salvezza eterna e anche alla buona riuscita umana. Rinnoviamo spesso la fede in queste verità: esse ci aiutano e ci confortano in ogni situazione.

2. (a) Sul finire della notteGesù concluse la preghiera e andò verso gli Apostoli in difficoltà camminando sul mare (25). Gli Apostoli non lo riconobbero, furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura (26). Ma subito Gesù si fece riconoscere e parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (27). Ed essi si rasserenarono. In tutti gli eventi dovremmo imparare a riconoscere il passaggio del Signore, anche in quelli che ci provocano sofferenza e preoccupazione, convinti che Egli fa cooperare tutto al nostro bene; crediamo in Lui e affidiamoci a Lui e amiamoLo. Ogni istante ci ripete: “Sono io Yahweh, sono qui per te e con te; ti aiuto”. (b) Sicuro che si trattava di Gesù, Pietro gli chiese: «comandami di venire verso di te sulle acque» (28). Gesù lo accontentò e Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù (29); solo che, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!» (30). E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e lo salvò con un rimprovero: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» (31): questo l’aveva messo in pericolo. Gesù e Pietro salirono sulla barca e il vento cessò (32). Gli Apostoli sulla barca si prostrarono in adorazione davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!» (33). Pietro aveva fede ma non matura e perciò, invece di continuare a fissare Gesù, si guardò attorno; così incominciò a vacillare nella fede e affondò. Nelle circostanze difficili personali e della Chiesa non perdiamo di vista il Signore ed Egli ci aiuterà sempre. Se alimentiamo la fede e la speranza con la pratica della carità, consentiremo allo Spirito di portarci alla piena comunione con Gesù. Chiediamone la grazia.

 III - Romani 9,1-5 – Per amore Dio ha escogitato un suo sapiente piano di salvare tutti gli uomini peccatori per mezzo della fede in Cristo. In esso occupano un posto speciale gli Ebrei, indicati da Paolo come miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne (3). Essi sono Israeliti (4) cioè discendenti di Giacobbe, e da questo vengono i loro privilegi: l’adozione a figli (4), cioè il popolo ebreo è figlio di Dio; la gloria (4), cioè la presenza di Dio; le alleanze (4), fatte da Dio con Abramo, Giacobbe e Mosè; la legislazione (4), data per mezzo di Mosè; il culto (4), reso al vero Dio come lo desiderava; le promesse (4) di salvezza per mezzo di Cristo, fatte ai loro patriarchi (5) e rinnovate coi Profeti; infine da loro proviene Cristo secondo la carne (5): è Dio fatto uomo, che benediciamo per sempre (5 egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen). Dio per sempre ama gli Ebrei con amore speciale, perché discendenti di Abramo, che Gli fu fedele, e vuole salvarli per mezzo di Gesù. E’ un miracolo che esistano ancora, nonostante popolo poco numeroso e le persecuzioni subite. Anche Paolo li amava tanto ed esprimeva con sincerità (1) il suo dolore acuto e continuo (2 ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua), perché come popolo avevano rifiutato di credere in Gesù, anche se alcuni credettero, come gli Apostoli. Paolo vorrebbe la loro salvezza a qualsiasi prezzo (3 Vorrei infatti essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli), come Gesù, che ha dato la vita per loro. Anche noi dobbiamo avere un amore particolare per gli Ebrei, perché hanno conservato la vera fede nell’unico Dio fino alla venuta di Cristo. E dovremmo essere disposti a fare qualsiasi sacrificio per la salvezza loro e di tutti i fratelli.

EUCARESTIA. Nella Messa noi offriamo Dio a Dio; il Figlio fatto uomo al Padre; un Dio nascosto a un Dio, che comunque fa di tutto per rivelarsi in modo accettabile all’uomo. Gesù ci parla e si fa nostro cibo e bevanda per accompagnarci nel cammino della vita. Preghiamo la Vergine Assunta e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, di saper scoprire dappertutto questo Dio grande e nascosto che ci accompagna e ci sostiene sempre. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Solo la fede ci fa conoscere le singole presenze del Signore, soprannaturali e naturali, che sono tante; e solo la fede intensa ci consente di percepire il Signore presente e ce lo fa gustare. Impariamo a riconoscerlo, perché solo così possiamo provare gioia e fiducia in ogni circostanza.

2. Solo Gesù può salvarci n ogni circostanza, perché da lui dipendono tutti gli avvenimenti dell’universo, nei quali passa nostra vita di tutti i giorni; può operare anche miracoli, se necessari.

3. Non abbiamo timore di pregare Gesù per ogni situazione critica, anche se ci trovassimo in essa per  colpa nostra. Egli è misericordioso e ci soccorre, nonostante non lo meritiamo..

4. Dio vuole che facciamo esperienza viva e profonda di Lui, perché solo questo è capace di trasformare tutta la nostra vita; le esperienze superficiali non lasciano traccia.

5. Gesù ci ha amati fino a dare la vita, tutto se stesso, per salvarci; anche noi dobbiamo avere questa disposizione interiore, che aveva S. Paolo e hanno tutti coloro che condividono i sentimenti del Cuore di Cristo e sono fedeli e pastori secondo il suo Cuore. 

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