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Tempo Ordinario: Domenica 11.ma dell’Anno A

Introduzione. Gli Ebrei saranno vero Popolo di Dio se ascoltano la Sua Parola e la praticano; è quello che devono insegnare i missionari del nuovo Popolo di Dio, i 12 e i 72; Paolo parla dell’amore della Trinità per gli uomini e la salvezza che offre loro per mezzo di Gesù Cristo.

Es 19,2-6 – Dio fa spostare gli Israeliti da Refidim ai piedi del Sinai (2)e convoca Mosè sul monte e qui gli ordina di riferire loro la Sua Parola (3), quello che ha fatto per umiliare gli Egiziani e glorificare gli Ebrei:  ho  sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me (4). Per gratitudine a Dio, essi devono essere disposti ad ascoltare la Parola di Dio e a metterla in pratica (5 Ora, se darete ascolto alla mia voce); si tratta di osservare il patto di alleanza (5 e custodirete la mia alleanza), i 10 comandamenti, scritti su tavole di pietra. Se riflettiamo su tutto quello che Dio ha fatto per ciascuno di noi (cfr. Rm 5,6-11) - ci ha salvati in Gesù -, noi abbiamo motivi molto più forti per mettere in pratica la Sua Parola, tanto più che la nostra alleanza con Lui è stata stipulata nel Sangue di Gesù, e non di semplici animali. (b) Dio promette agli Ebrei che essi saranno popolo di Dio in modo speciale (5 voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli) - anche se tutti i popoli sono di Dio (5 mia infatti è tutta la terra!) -, e saranno una nazione tutta riservata a Dio (6 e una nazione santa), in cui tutti saranno sacerdoti per esercitare il culto al vero Dio (6 Voi sarete per me un regno di sacerdoti). Anche questa promessa si realizza pienamente nel nuovo popolo di Dio, che dal battesimo in poi è un popolo di sacerdoti, tutti consacrati a Dio, e che esercitano il culto in suo onore (1Pt 2,9; 1Cor 10,26-28; is 43,20). Il sacrificio – l’atto di culto più importante - è l’offerta di sé a Dio per fare la volontà di Dio.

II - Matteo 9,36-10,8 – (a) Gesù si guarda intorno e prova compassione (36) per gli uomini in necessità: è spinto dall’amore per il Padre e per l’immagine di Lui in loro. Le folle gli appaiono stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore (36). In realtà erano tantissimi i sacerdoti Ebrei, molti a Gerusalemme, occupati a offrire animali o a celebrare riti vari, ma si impegnavano ben poco nell’insegnamento alla gente: mandavano al cielo più fiamme e fumo e odore di offerte bruciate, che menti e cuori loro e delle persone; i buoni pastori erano pochi. Gesù usa (37) un’altra immagine per illuminare la situazione: la messe è abbondante (37) e matura, e quindi è urgente la mietitura; ma sono pochi gli operai (37). In campo umano si avverte il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! (38); in campo soprannaturale, dove tutto è grazia e dono di Dio, occorre che Lui, creatore e padrone degli uomini, mandi pastori a prendersene cura per non farli perdere, come invece gradirebbe Satana (1Pt 5,7). Gesù è perentorio nell’indicare il mezzo da usare: Pregate dunque (38) per ottenere da Dio l’invio di buoni e sufficienti pastori al servizio del suo popolo e per guidarlo a Dio. Se i pastori mancano o non sono buoni, la colpa è nostra - del popolo di Dio e dei pastori esistenti -, che non preghiamo come dovremmo. Chiediamo anzitutto perdono e facciamo buoni propositi per il futuro. Preghiamo con questa intenzione, specie il rosario, e facciamo fioretti, per sostenere la preghiera con la penitenza. (b) Gesù provvede subito alle necessità dei fedeli, scegliendo i 12  apostoli: Simone Pietro e Andrea, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota (2-4); affida loro la missione con il compito di liberare i posseduti dal diavolo e guarire dalle malattie fisiche (1 Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità) e predicare (7; cfr. Mc 3,14), ma anzitutto  devono stare con Gesù (Mc 3,14), in modo da conoscerlo bene, amarlo e imitarlo nei sentimenti e virtù e nelle azioni, e così essere pastori secondo il suo Cuore; li manderà in missione in seguito (Mc 6,12; Mt 28,16-20): è la sua stessa missione (Mt 9,35). Poi Gesù sceglierà altri 72 e li invierà in missione (Lc 10,1-2). Gesù ha fatto la sua parte, ora tocca a noi fare la nostra.

2. (a) Gli Apostoli (2ss) – e i 72 - sono uomini comuni al seguito di Gesù; credono in lui, ma non brillano, come appare dalle loro debolezze; sono tra i primi discepoli (cfr. Gv 1,19ss). Accettano di stare con Gesù e la missione, ma non pregano per ottenere la grazia di corrispondere: tutto ciò che riguarda il mondo soprannaturale è al di là delle nostre forze e quindi è dono di Dio; noi possiamo solo pregare per avere la grazia di realizzarlo. (b) (A) Gesù li invita (5) a limitare il loro apostolato fra gli Ebrei, che col peccato si sono allontanati da Dio (6 rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele); evitino perciò i pagani e i Samaritani (5); ne ignoriamo il motivo, ma Gesù stesso si rivolse quasi solo agli Ebrei; poiché la salvezza viene da Gesù morto e risorto, forse solo dopo la sua ascensione al Cielo (cfr. Mt 28,16ss; Mc 16,16ss) si può portare il Vangelo a tutti. (B) La missione comprende l’annuncio che la salvezza è vicina, perché nella persona di Gesù è iniziato sulla terra il Regno di Dio (7 Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino); ne sono segni l’espulsione del diavolo (8) - il cui dominio è scalzato con la venuta di Gesù - Dio in mezzo agli uomini -, le guarigioni delle malattie (8) e le resurrezioni dei morti (8 risuscitate i morti). (C) Gesù raccomanda loro: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (8), cioè devono compiere la missione gratuitamente, perché nulla hanno pagato per averla e nulla devono chiedere. Nulla impedisce che accettino offerte per vivere, come facevano Gesù e gli Apostoli e sempre è avvenuto nella storia della Chiesa; se uno sta a tempo pieno a disposizione dei fedeli, dev’essere mantenuto in vita decente – niente lusso! - da quegli stessi che essi servono. Noi pastori correggiamoci e i fedeli preghino per noi, perché il nostro ministero non appaia come professione. 

III - Rm 5,6-11 (a) Noi eravamo deboli (6) - senza forze, nell’impossibilità di vivere la nostra vita soprannaturale, come per il malato è difficile vivere bene la sua vita naturale -, peccatori (8), empi (6), nemici di Dio (10), perché ribelli a Lui, e quindi sotto la minaccia dell’ira di Dio (9). In questa nostra spaventosa situazione di autocondannati, Dio prova che ci ama, perché consegna Gesù alla morte per noi (8 Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi), e anche Gesù ci ama (Ef 2,2.25; Gal 2,20) perché è voluto morire per noi nel tempo stabilito (6 Cristo morì per gli empi). Quest’amore di Dio Padre e di Gesù per noi è incomprensibile: al più si potrebbe capire l’amore, che spinge a morire per una brava persona (7). Padre e Figlio e Spirito (Rm 16,30) ci amano sempre: con dolore quando pecchiamo; con gioia quando operiamo il bene. Crediamo a quest’amore e gustiamocelo come la Parola di Dio ce lo propone; corrispondiamo, facendo la Sua volontà. (b) Grazie alla Vita, Passione e Morte di Gesù (nel suo Sangue; 9 per mezzo di lui; 10 per mezzo della morte del Figlio suo; 10 mediante la sua vita; 11 grazie al quale), noi, quand’eravamo nemici di Dio (10), siamo sati riconciliati con Dio (10; ora che siamo stati riconciliati; 11 grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione), e resi giusti davanti a Lui (8 giustificati), già al presente (9 ora), e a maggior ragione (9; 10 molto di piùsaremo salvati mediante la sua vita (10), di Gesù risorto, cioè saremo salvati dall’ira giusta di Dio per mezzo di lui (9). E’ questa nostra speranza che ci spinge persino a gloriarci in Dio (11) ora (11), nel tempo messianico, perché tutto riceviamo dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Questa è la nostra nuova situazione: noi dobbiamo accettare con fede e ricambiare questo amore misericordioso di Dio per noi, che già ora ci riconcilia con Sé e ci rende giusti, e ci salverà definitivamente nell’eternità.

EUCARISTIA. Nella Messa ascoltiamo l’annuncio della salvezza con la Parola di Dio e riceviamo la grazia di metterla in pratica, grazie all’unione con Gesù nella comunione eucaristica. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, fedelissimi osservanti della Parola di Dio, e i nostri Angeli Custodi e i Santi Patroni, di ottenerci questa grazia. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Nel nostro mondo, dove domina la ricerca del piacere e dell’utile, insistere sull’importanza dell’amore è necessario per “umanizzare” gli uomini e la vita. Perciò occorre molto spesso riproporre concetti ed esempi di bontà, amore, compassione, comprensione, misericordia, tenerezza, accoglienza, comunione…, come li troviamo nella Parola di Dio e nella vita dei Santi.

2. La preghiera è dialogo e quindi comunicazione con Dio; essa è così importante che anche Gesù vi dedicava molto tempo di giorno e di notte. È semplicissimo pregare, ma si può anche imparare – non da soli - a pregare in modo più elevato, p. es. avviandosi alla meditazione.

3. Gesù chiama gli Apostoli anzitutto a stare con lui e poi per inviarli in missione. È un’illusione immaginare di diventare e perseverare come buoni pastori, se non dedichiamo tempo adeguato all’incontro personale con Gesù nella preghiera, e specie nella meditazione.

4. Ascoltare la Parola di Dio, crederGli e obbedirGli, ci fa entrare in comunione perfetta con Dio, perché condividiamo il Suo modo di pensare e di amare.

5. Tutto ci viene dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo, perché Dio è amore in se stesso, ci ama di amore infinito e vuole la nostra felicità. (mons. Francesco Spaduzzi)  

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