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Tempo di Avvento: Domenica I dell'Anno A

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due punti. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com   

Tempo di Avvento: Domenica I dell'Anno A

 I - Matteo 24,37-44 - Gesù insegna che è sconosciuta la data della fine del mondo (39.42.44) - e della nostra vita in questo mondo, Quando avverrà, la gente vivrà senza preoccupazioni come ai tempi di Noè (37-39) o come il padrone di casa all'arrivo del ladro inaspettato (43); stava per arrivare il diluvio e la gente non volle dare retta alla predicazione di Noè: fra gli uomini accolse la Parola di Dio (39) e fu salvato solo Noè con 7 della famiglia (40-41) e fra gli animali sopravvissero solo quelli che furono ammessi nell'arca. Alla venuta di Gesù per la fine del mondo e della vita, saranno salvati solo quelli che verranno trovati vigilanti e pronti (42.43.44). (a) In realtà già possiamo incontrare Gesù misericordioso in questo mondo nei tanti modi della sua presenza: Eucarestia, Sacramenti, la sua Parola, l’assemblea riunita nel suo nome, il ministro di Cristo, il prossimo, specie se bisognoso, il nostro cuore per la fede e la carità; dipende anche dalla nostra buona volontà andare a cercarlo dove Egli ci fissa l’appuntamento; alla fine della vita lo incontreremo, quando lo deciderà lui,, come giudice. (b) Non sappiamo quando questo avverrà, ma possiamo prevederne le conseguenze dalla situazione spirituale, nella quale ci troveremo in quel momento: se moriremo in amicizia col Signore, senza peccati gravi sulla coscienza o con peccati già perdonati ed espiati, andremo in paradiso; se moriremo in amicizia col Signore ma senza aver ancora fatto sufficiente penitenza per i peccati, dovremo stare un certo periodo in purgatorio, per completare la purificazione; se moriremo nell’inimicizia col Signore, con peccati gravi sulla coscienza, andremo all’inferno. Per evitare questa tragica possibilità, sentiremo ancora Gesù e Isaia e S. Paolo. (c) La nostra Madre celeste ci ha presentati tre modi per fare penitenza dei nostri peccati e per collaborare alla salvezza dei fratelli: anzitutto fare i sacrifici necessari per osservare i comandamenti di Dio e il nostro dovere, cosa che è indispensabile per consentire a Dio di salvarci; poi accettare con pazienza le sofferenze della vita, e ancora meglio, accettare la croce con piena adesione alla volontà di Dio; infine imporci dei fioretti e sacrifici di nostra iniziativa, meglio ancora chiedendo consiglio al padre spirituale.

2. Gesù ci avverte che ignoriamo l'ora della sua seconda venuta e raccomanda di vigilare (42) e di tenersi pronti (44), imitando il padrone di casa, che starebbe ben sveglio per non farsela svaligiare dal ladro(43). Gesù ricorda che stanno in gioco il bene più grande: la salvezza eterna; di due uomini, che stanno a lavorare nel campo (40) e delle due donne a lavorare alla macina (41) uno e una saranno presi dagli Angeli e portati al Signore (40.41) e l'altro e l'altra saranno abbandonati per andare all'inferno (40.41), a seconda della loro situazione spirituale. Gesù esorta in modo pressante e ripetuto a vegliare e pregare (Lc 21,36) per farci trovare in amicizia col Signore, senza peccati gravi sulla coscienza. Ci preoccupiamo di vegliare e pregare e stare in amicizia col Signore sempre? Ci manteniamo in grazia di Dio, evitando il peccato grave e lottando contro il veniale? Esaminiamoci seriamente per vedere quali pensieri o sentimenti o affetti o parole o azioni od omissioni mettono a rischio la nostra salvezza e togliamoli di mezzo con coraggio, perché abbiamo una sola anima e, se la perdiamo, saremo rovinati per tutta l'eternità.

II Isaia 2,1-5 – Per il Profeta vigilate (42.43), state pronti (44) vuol dire ascoltare la Parola del Signore (3), il quale ci comunica la sua legge (3),;in tal modo egli ci insegna le sue vie (3), perché possiamo camminare nei suoi sentieri (3), cioè ci comportiamo secondo la sua volontà; la sua Parola ci illumina e noi camminiamo nella sua luce (5); questa luce illumina gli uomini già in parte nell'AT; ma lo fa in pieno con la venuta di Gesù in Palestina, e specie in Gerusalemme, dove accorreranno tutti i popoli della terra (3). Gesù venne allora come Maestro e Salvatore; alla fine del mondo e della vita verrà come giudice. Gesù istituì la Chiesa proprio per far arrivare la sua Parola e la salvezza a tutti gli uomini dei secoli futuri, fino alla fine del mondo. Impariamo a conoscere e a gustare la Parola di Dio, che troviamo nella S. Scrittura, ma anche nella predicazione della Chiesa di oggi e dei santi e dotti di tutti i secoli. Leggiamo la Bibbia intera almeno una volta in vita: basta leggere 40 vv dell’AT e 11 vv del NT e in due anni leggiamo tutta la Bibbia. Ma è bene approfondire la conoscenza della fede anche con la lettura di qualche catechismo,  p. es. il Catechismo della Chiesa Cattolica, o di libri simili, e si può anche andare oltre.

 III - Romani 13,11-14a - S. Paolo precisa più nei particolari che cosa bisogna fare per essere vigilanti e come prepararci alla venuta del Signore. Egli usa l'immagine delle tenebre, dalle quali dobbiamo uscire (12), del sonno, da cui svegliarci (11), della notte, che sta per finire (12), del giorno che si avvicina (12), e quindi della necessità di abbandonare il male, le opere delle tenebre (12), che sono: orge, ubriachezze, lussurie, impurità, litigi e gelosie (13); noi dobbiamo rivestirci di Gesù (14), come lui comportarci onestamente come in pieno giorno (13), che è la stessa cosa che rivestirci delle armi della luce (12): in sostanza si tratta di vivere illuminati dalla fede in Cristo, animati dalla speranza e sostenuti dalla carità, cioè rispettare i dieci comandamenti, fare bene il nostro dovere, seguire le ispirazioni. Esaminiamoci: se il Signore ci chiamasse in questo momento a rendere conto della nostra vita, ci troverebbe come piace a Lui e come piacerebbe a noi? Oppure avremmo grande paura di presentarci a lui, non solo per i peccati commessi, ma perché non ce ne siamo pentiti per tempo e non ne abbiamo fatto penitenza? Qual è il nostro punto debole, che ci fa cadere in peccato? Che cosa possiamo fare e dobbiamo fare con la grazia di Dio per uscire dalla nostra situazione di debolezza? Certamente pentirci, fare il proposito concreto di non più peccare, fuggire le occasioni di peccare; pregare di più, fare anche piccoli sacrifici per rafforzare la nostra volontà… consigliamoci col padre spirituale.

Eucaristia. Nella Messa - e nella liturgia in genere - noi annunciamo Cristo che venne e che verrà e facciamo esperienza di lui che viene  nella Parola, nell’assemblea e nel ministro, e soprattutto nel Pane e Vino consacrati. L’incontro con Cristo nei vari modi di presenza ci prepara all’incontro con Lui della fine della nostra vita, quando, per sua misericordia, speriamo di essere ammessi alla partecipazione della Sua gioia eterna per intercessione della Vergine SS. e di S. Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni.

Altri temi: 1. Nell’Avvento la Chiesa ci ricorda e celebra la triplice venuta di Cristo: il Signore Gesù venne venti secoli fa dopo millenni di attesa e preparazione, e il mondo non lo accolse con fede, e neanche gli Ebrei; il Signore Gesù verrà alla fine del mondo, ma Egli stesso si domanda se troverà fede negli uomini (Lc 18,8) e preannuncia che la malvagità si moltiplicherà e la carità di molti cuori si raffredderà (Mt 24,12); il Signore Gesù viene continuamente nei vari modi di presenza, per essere nostro costante sostegno nella lotta contro il male e nell’operare il bene.

2. In preparazione alla festa dell’Immacolata Concezione, ripresentare i temi della preghiera e penitenza per la conversione dei peccatori, richiamate dall’Immacolata a Lourdes, e della preghiera e sacrifici per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro Dio, contro Gesù presente nell’Eucarestia e contro il Cuore Immacolato di Maria, richiamati da Nostra Signora del Rosario a Fatima: ci serve per collaborare alla salvezza dei fratelli, ma anche per far penitenza dei nostri peccati.

3. Vivere l’Avvento come una Quaresima in piccolo - ne è segno anche il colore violaceo, usato nella liturgia del tempo: la Quaresima ci prepara alla Pasqua, momento centrale della vita e dell’opera redentrice di Gesù,  l’Avvento alla venuta di Gesù in questo mondo, e quindi all’inizio della sua opera di salvezza a nostro vantaggio.

4. Evitare di presentare la morte solo come fine della vita, e - peggio – come salto nel buio; farla vivere come incontro gioioso dello Sposo Gesù con la sposa, che è ciascun membro del suo Corpo Mistico; come passaggio dalla morte quotidiana, che accompagna la nostra vita in questo mondo, dove soffriamo per malattie fisiche e spirituali, alla vita senza fine, alla gioia perenne, alla felicità senza limiti del Paradiso: oggi sarai con me in paradiso!

5. Quando la Chiesa digiuna, lo fa soprattutto in vista della carità verso il prossimo, ma anche come lotta contro la tendenza sregolata al piacere.  

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