Tempo Ordinario: Domenica 25.ma dell'Anno C
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo Ordinario: Domenica 25.ma dell'Anno C
I - Luca 16,1-13 – 1 - (a) Gesù racconta ai discepoli la parabola di un uomo ricco, che aveva un amministratore dei suoi beni, al quale aveva deciso di togliere l'amministrazione (2), perché si era accorto che danneggiava i suoi interessi, sperperandoli e gestendoli male (1); gli chiese di rendere conto (2). Poiché l’amministratore non aveva accumulato beni a suo vantaggio, sarebbe finito alla fame, giacché non era in condizioni di lavorare e rifiutava di mendicare (3). Allora, approfittando di essere ancora l'amministratore, usò la furbizia per rendersi obbligati i debitori del padrone (4 So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua): ridusse a uno il debito di olio del 50% (5) e a un altro quello di grano del 20% (7). Il “signore” fu informato della furberia dell'amministratore e non lodò certo la sua disonestà, ma la sua scaltrezza (8 l padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza), perché, con i mezzi a disposizione, si era fatto degli amici, che lo avrebbero accolto nelle loro case e provveduto a lui (4). Questo “signore” pare che non sia più il padrone della parabola, ma Gesù il Signore, il futuro giudice, che sottolinea come i cattivi si comportano con gli altri in modo più prudente e intelligente degli stessi buoni (8 I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce), nel senso che sanno guardare più lontano, sanno apprezzare meglio il valore delle cose di questo mondo, approfittano delle occasioni per il loro vantaggio terreno; invece i buoni tante volte sono più sempliciotti e ingenui, proprio perché, nelle proprie scelte, non usano le virtù della prudenza e della lungimiranza. Gesù esorta chiaramente: con le ricchezze di questo mondo, che tante volte vengono usate disonestamente, dobbiamo farci degli amici, che ci accolgano, non nelle dimore terrene, ma in quelle eterne, in Paradiso (9 Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne); in pratica occorre fare elemosine per farci amico il prossimo bisognoso – e Dio - perché egli – e Lui - ci accolga nella sua casa eterna. E’ quanto abbiamo già sentito da Luca le domeniche scorse con la parabola del ricco stolto (12,21), e quando ha parlato del tesoro in cielo (12,33-34) e dei primi posti nei banchetti (14,13-14). Quanto doniamo ai poveri o alle istituzioni caritative - se dubitiamo dei singoli poveri?
2. Gesù insegna anche sul modo di relazionarci con la ricchezza. (a) Egli distingue tre tipi di ricchezze: indica una come ricchezza disonesta (9.11) - non perché la ricchezza e i beni di questo mondo siano cattivi o disonesti, ma perché gli uomini li usano male o li desiderano e rincorrono in maniera disordinata - e la valuta di poco conto (10), perché vale poco rispetto ai beni eterni; chiama un’altra ricchezza altrui (12), perché, mentre ne siamo in possesso, possiamo essere obbligati a lasciarla all’improvviso e non è mai veramente nostra; parla anche di una terza ricchezza, la vera (11), quindi importante (10), che è veramente vostra (12), perché nessuno la può togliere a chi ce l’ha, in quanto si tratta dei beni soprannaturali, cioè le opere buone, gli atti di virtù, le opere di misericordia, che noi facciamo per grazia di Dio e sono custoditi presso di Lui. Gesù ci avverte che è disonesto nelle grandi cose chi lo è nelle piccole (10 e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti) e sarà fedele nelle cose importanti chi è fedele a Dio nell’usare bene i beni di questo mondo (10 Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti), cioè secondo la volontà di Dio; questi beni non sono mai veramente nostri (12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?) e possono diventare disonesti (11 Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera?). Chiediamo la grazia di essere fedeli nell’uso dei beni di questo mondo secondo le indicazioni di Gesù. (b) Gesù ci avvisa ancora che non possiamo servire due padroni, perché prima o poi gli ordini di uno si scontreranno con quelli dell'altro e l’affezione per l’uno si trasformerà in odio per l'altro (13 Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro); analogamente non possiamo servire e prestare culto a Dio, unico e vero Dio, e al danaro, ai beni del mondo (13 Non potete servire Dio e la ricchezza). Il danaro entrerà in conflitto con la volontà di Dio e cercherà di allontanarci da Dio, che è la disgrazia più grande che ci possa capitare. E allora diamo la precedenza assoluta e in tutto a Dio e non alle creature: beni materiali, o persone, o cariche, che si potrebbero opporre a Dio.
II - Amos 8,4-7 – Brutta è la situazione degli Ebrei del regno del Nord, ai quali Dio manda Amos come profeta, per cercare di aggiustare i cuori e le situazioni (4 Ascoltate questo). Ci sono dei commercianti di generi alimentari (4-6), e in particolare di grano (5), che sfruttano i poveri (4 voi che calpestate il povero) e in genere le classi basse e gli indigenti (6 e sterminate gli umili del paese) e ne succhiano anche il sangue. I commercianti protestano contro le feste di inizio del mese (5 noviluni) e i sabati (5), perché in esse non si può vendere o comprare a causa de culto a Dio (5 voi che dite: Quando sarà passato il novilunio/ e si potrà vendere il grano?/ E il sabato…). Essi programmano di vendere non solo il grano, ma anche lo scarto di esso (6 Venderemo anche lo scarto del grano); per guadagnare di più, si propongono di falsificare le misure e i pesi, diminuendole, o aumentandole secondo il proprio vantaggio, in pratica usando bilance false (5 perché si possa smerciare il frumento,/ diminuendo l’efa e aumentando il siclo/ e usando bilance false). Così potranno rovinare il povero fino a costringerlo a vendersi ai commercianti come schiavi per il prezzo di un paio di sandali (6 per comprare con denaro gli indigenti/ e il povero per un paio di sandali), cioè per quattro soldi. Il Signore non sopporta queste cattiverie di cuore e ingiustizie e giura per la terra, che ha donato agli ebrei, di non dimenticare mai la loro opere malvage (7 Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:/ Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere), che certamente punirà severamente. Dio ama tutti gli uomini, perché sono sua immagine e sono presenza di Cristo; non può tollerare che alcuni opprimano altri solo perché questi non si possono difendere; prenderà lui le loro difese personalmente o per mezzo di altri uomini, - anche di noi, che non possiamo e non dobbiamo tacere di fronte al male.
III - 1Timoteo 2,1-8 – (a) Paolo raccomanda che in privato e in pubblico si facciano preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, specie per i re e i governanti di tutti i gradi (1-2 Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2 per i re e per tutti quelli che stanno al potere); la grazia da chiedere è di vivere in pace e serenità (2 perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla). Purtroppo stava avvenendo il contrario e peggio sarebbe successo tra poco con la persecuzione feroce di Nerone contro i cristiani di Roma. L'ultima grazia da chiedere, ma non meno importante, e di poter vivere una vita dedicata a Dio nel rispetto dei comandamenti, con dignità e in libertà religiosa (2 vita…. dignitosa e dedicata a Dio). Paolo indica anche le qualità interiori dell'orante; occorre pregare in ogni luogo (8 Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino), con cuore puro dal peccato, senza portare odio verso il prossimo ed evitando i contrasti con lui (8 alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche); il gesto liturgico che accompagna la preghiera sono le mani alzate al cielo (8). I discepoli già si trovano in difficoltà con le autorità romane, perché, mentre gli Ebrei esercitavano liberamente il loro culto, loro non avevano questa libertà e venivano contrastati dagli stessi Ebrei. Paolo vede la soluzione nella preghiera, che si rivolge a Dio per coloro che governano, perché esercitino il loro servizio con sapienza e giustizia e lascino vivere in pace i governati. Le preghiere devono essere continue, in ogni tempo e luogo, e pazienza e amore e con apertura di cuore verso tutti ed evitando il peccato: questa è la preghiera gradita a Dio (3 Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio). Preghiamo anche noi per i nostri governanti attuali e per quelli che saranno eletti, perché i governi siano stabili e si facciano leggi giuste e a favore della popolazione. E preghiamo anche per i cristiani delle altre nazioni, specie per quelli che sono perseguitati in alcuni paesi mussulmani e induisti (b) Dio, nel quale crediamo e a cui ci rivolgiamo in preghiera, è uno solo (5 Uno solo, infatti, è Dio) ed è il nostro salvatore (3 nostro salvatore): egli vuole che tutti giungano alla conoscenza dell'unica verità, che egli ci rivela e che noi accogliamo con fede, e così possiamo essere salvati (4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità). Peerciò Dio, nei tempi stabiliti, aveva rivelato le caratteristiche e le tappe del suo piano di salvezza (6 Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti): egli avrebbe mandato l'unico mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù, il Verbo, unico Dio col Padre e lo Spirito Santo, e unito a noi perché uomo come noi (5 e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù), il quale ci ha salvati, liberandoci dalla schiavitù di Satana (6 che ha dato se stesso in riscatto per tutti). Lui, Paolo, è stato voluto da Dio messaggero e apostolo, maestro dei pagani per l’annunzio della verità, alla quale dobbiamo rispondere con la fede (7 e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo… maestro dei pagani nella fede e nella verità). Paolo sa di essere sincero e veritiero nel fare quest'ultima affermazione e anche noi crediamo che Paolo, con gli altri Apostoli, ci hanno annunciato Gesù come lo hanno conosciuto (7 dico la verità, non mentisco) in 3 anni di convivenza. e quindi nella completezza del suo insegnamento e della sua missione per la nostra salvezza.
EUCARISTIA. Abbiamo bisogno di molta grazia di Dio per essere equilibrati nell’uso dei beni della terra a gloria di Dio, a vantaggio nostro e del prossimo. La Messa certamente è la preghiera più gradita a Dio e quindi la più efficace. Chiediamo questa grazia per i meriti e l’intercessione anzitutto di Gesù, e poi di Maria e Giuseppe, degli Angeli Custodi e Santi Patroni.