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L’ovest, il vento, la cenere: Parthenium Calling illumina la Madonna d’Oro di Quindici

Installazione del light designer Davide Scognamiglio

 

Dal 7 all’11 settembre l’opera luminosa dell’artista napoletano nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie per celebrare il rito della vestizione e la festa in onore della Vergine

 

Un nuovo appuntamento con il “Festival che respira” - Parthenium Calling - finanziato dalla Regione Campania attraverso i P.O.C. 2022, voluto dai comuni di Mugnano del Cardinale, Quindici, Moschiano, Ospedaletto d’Alpinolo e Atripalda e dal Parco Regionale del Partenio nella persona del Presidente Franco Iovino, con la direzione scientifica di Luisa Bocciero e la direzione artistica di Roberto Aldorasi.

 

Continua il suo percorso itinerante di coscienza e bellezza lungo i Monti del Partenio, facendo tappa a Quindici per la tradizionale festa di Santa Maria delle Grazie che si celebra l’8 settembre.

 

Dal 7 all’11 settembre il light designer Davide Scognamiglio illuminerà con la sua installazione la Chiesa dedicata alla Madonna, in occasione dei riti devozioni dedicati alla vestizione della Vergine, tradizionalmente ricoperta da chili e chili d’oro donato dai fedeli.

 

Aperto giorno e notte, il luogo del culto della Madonna delle Grazie ospita questa tradizione lunga oltre un secolo che anticipa la processione, con la statua portata a spalla dai cullatori tra le strade del paese.

 

L’opera luminosa di Davide Scognamiglio accompagnerà questo antico rito e sarà visitabile in autonomia per cinque giorni: «Solitamente le mie ricerche per i progetti di light design trovano un forte riferimento nell’orientamento geografico delle strutture su cui intervengo – spiega l’artista – perché la maggior parte delle volte dietro la posizione della Chiesa si cela un pensiero sulla luce».

 

 

Visitando la Chiesa di Quindici ho notato che la vestizione della Vergine avviene di fronte ad una finestra esposta ad Ovest - al tramonto - che oltre ad essere un particolare momento di luce, segna anche l’inizio della tregua dal calore settembrino.

 

Sia il tramonto che la frescura – con un leggero vento – rappresentano due immagini per me fondamentali nell’interpretare l’illuminazione del prezioso rito religioso della vestizione, che evocherò proprio attraverso la luce, una folata di vento e quella apparizione luminosa che nel 1906 fece gridare al Miracolo.

 

E credo sia di particolare importanza anche dare rilievo alla relazione che c’è tra il rito e il raccolto contadino che all’inizio del ‘900 era ostacolato dalla cenere vulcanica: questa sarà la mia ultima strada evocativa, attraverso la presenza costante di un turibolo con incenso, posto a memoria della foschia di quegli anni.

 

Saranno queste tre strade a guidare la mia ricerca: l’ovest, il vento, la cenere.

 

 

 

 

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