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Campania:“La Regione dia un indirizzo per applicazione art. 48 del cura Italia”

Buona parte del futuro delle organizzazioni che erogano servizi sociali e socio - sanitari in Campania dipende da come Comuni, Asl e Ambiti sociali applicheranno l’art. 48 del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 c.d. “Cura Italia”. Infatti, il dl 18/2020 recita all’art. 48, comma 2: “Durante la sospensione dei servizi educativi e scolastici e dei servizi sociosanitari e socioassistenziali (…), le pubbliche amministrazioni sono autorizzate al pagamento dei gestori privati dei suddetti servizi per il periodo della sospensione”; in sostanza si dà atto che l’interruzione del servizio deriva da cause di forza maggiore e che le sue conseguenze non possono dunque ricadere sul gestore e i suoi lavoratori.

 

La norma prevede per i servizi sospesi per l’emergenza sanitaria da Covid-19 (servizi all’infanzia, asili nido, centri diurni, educative territoriali, educative domiciliari, assistenza domiciliare sociale e socio-sanitaria, ecc.) la rimodulazione degli interventi insospendibili nel rispetto delle disposizioni di sicurezza e in una modalità di coprogettazione ed invita le amministrazioni locali al pagamento per le somme già stanziate a bilancio. Il direttivo del Forum del Terzo settore della Campania e l’Alleanza delle Cooperative della Campania, settore sociale (Agci, Confcooperative, Legacoop), rivolgono un appello alla Regione affinché si intervenga con una delibera di Giunta che dia un indirizzo sull’applicazione dell’art. 48 che, ad oggi, viene disatteso o interpretato in maniera differente sui diversi territori.

 

La maggior parte dei servizi territoriali socio – educativi (servizi all’infanzia, asili nido, centri diurni, educative territoriali, educative domiciliari, assistenza domiciliare sociale e socio-sanitaria, ecc.,) sono sospesi, tanti sono gli Ambiti territoriali che non hanno provveduto a riprogrammarli insieme alle strutture e agli operatori che li erogano. Ne consegue una non applicazione delle disposizioni di legge che, invece, salvaguardano da una parte le persone bisognose di assistenza e dall’altra il lavoro di centinaia e centinaia di addetti. Gli effetti sono due: un maggior isolamento di chi già vive in condizioni difficili e un indebolimento delle strutture erogatrici che, però, stanno cercando, responsabilmente, di non far mancare la vicinanza agli utenti. Per questo riteniamo urgente una presa di posizione della Regione Campania, sulla falsariga di quanto fatto da altre Regioni italiane, affinché guidi gli enti locali ad una applicazione univoca della norma e in linea con la sua stessa ratio” osserva il direttivo del Forum del Terzo settore della Campania.

 

E incalza l’Alleanza regionale delle Cooperative, settore sociale:

 

 Senza un ragionamento condiviso sull’art. 48 sarà impossibile immaginare l’avvenire dei servizi alla persona. Non è possibile lasciare la questione ai singoli territori, creando disuguaglianze tra i cittadini innanzitutto e di riflesso tra le organizzazioni erogatrici. Bisogna tener presente che le strutture già soffrono per i ritardi nei pagamenti: servizi prestati quattro anni fa in alcuni casi non sono stati ancora pagati. È necessario un atto di responsabilità da parte della Pubblica Amministrazione o si rischia di minare la tenuta dei livelli essenziali di assistenza e del welfare locale. Confidiamo in una posizione chiara e unificatrice della Regione Campania”.

 


Marina Bisogno

staff Confcooperative Campania

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