Settimana Santa: Domenica delle Palme
Passione del Signore dell'Anno C (2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Settimana Santa: Domenica delle Palme - Passione del Signore dell'Anno C (2024-25)
Introduzione. Isaia vede nel Servo di Yahweh il sapiente rifiutato e il missionario maltrattato, che però continua ad affidarsi a Dio; è il Gesù descritto nel Vangelo di Luca; Paolo riflette che anche nella sofferenza resta Dio e uomo, maltrattato dagli uomini ma glorificato dal Padre.
II - Isaia 50,4-7 – (a) Il Messia parla per mezzo del profeta e annunzia la sua missione di Maestro e Profeta e di Redentore e Salvatore; la realizzerà con la predicazione e con la sua obbedienza amorosa al Padre. Il Servo di Yahwe dice: Il Signore Dio (4.5.7) ogni mattina, cioè sempre, fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli…, e io non ho opposto resistenza (5), docile come buon discepolo. Così sarà buon discepolo, che sa indirizzare una parola di consolazione allo sfiduciato (4). Gesù è stato sempre in ascolto docilissimo del Padre, gli ha sempre obbedito con amore e ha trasmesso fedelmente la sua Parola agli uomini. Mettiamoci alla sua scuola e seguiamo il suo esempio. (b) L'obbedienza amorosa al Padre è portata da Gesù fino alla fedeltà estrema: Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi (6), le sofferenze più atroci e gli insulti più umilianti. Anche in questa situazione di massima abiezione egli conserva la certezza che il Padre è con lui: Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso (7; cfr. Gv 16,32), anche nella morte di croce (Fil 2,8). Si tratta di Gesù, come intravisto da Isaia tanti secoli prima; crediamo in Gesù, come già Isaia (Gv 12,41).
Luca 22,14-23, 56 - Tutti gli uomini vivevano nella disobbedienza a Dio, per mancanza di fede, speranza e carità. Gesù vive tutta la sua vita, e specie la sua Passione e Morte, per la gloria della Trinità, Padre e Figlio e Spirito, e per la salvezza di tutti gli uomini. Entrando nel mondo dice: Ecco io vengo, o Dio, a fare la tua volontà (Sal 40,8; Eb 10,7) e così fa ed espia per tutti col suo sacrificio, perché fare la volontà di Dio è il sacrificio che Dio gradisce; offriamoci anche noi a Dio per fare con amore la sua volontà e fare della nostra vita un sacrificio a Lui gradito.
22,14-20 - Come segno del suo sacrificio, secondo la Parola di Dio nell'AT, Gesù nell'ultima Cena pasquale ebraica valida, presenta il suo pane e vino e li trasforma nel suo Corpo e nel suo Sangue; in essi rende presente se stesso e il suo sacrificio e li dà in cibo e bevanda ai suoi discepoli; così essi si uniscono a Lui e diventano capaci di fare la volontà del Padre, seguendo il Suo esempio.
24-30 - L'annuncio del tradimento di Giuda scuote gli Apostoli (21-23), ma non impedisce un’indecorosa discussione fra di loro su chi è il più grande; Gesù risponde col suo esempio: pur essendo Dio e riconosciuto da loro Maestro e Signore, egli serve tutti e così dovranno fare anche loro reciprocamente (24-27); solo così essi potranno aspirare a entrare nel Regno di Dio e occuparvi i posti più importanti, come giudici e re del Regno eterno (28-30). Vale anche per noi.
31-38 - Ora gli Apostoli devono tenere ben aperti gli occhi e vigilare, perché sono deboli ed è a rischio la loro fede: la recupereranno grazie alla conferma, che verrà loro da Pietro; questi non la perderà per la preghiera di Gesù, ma tra poco per fragilità rinnegherà il suo Maestro; si convertirà e si prenderà cura dei fratelli (31-34). Gesù li avverte intanto di prepararsi al momento terribile del suo arresto e della sua Passione e Morte, che lo farà apparire come un delinquente e fallito (35-38). Siamo vigilanti anche noi e conserviamo l’unione col Pietro di oggi: il Papa.
39-53 - Gli Apostoli, purtroppo, continuano a non capire e, nonostante Gesù insista sulla necessità della vigilanza e della preghiera e ne dà l'esempio, si addormentano anche i tre più intimi, che lo vedono soffrire nel Getsemani; unico Suo sostegno è l'Angelo, che il Padre gli manda per confortarlo (39-46). Arriva il traditore Giuda e con un bacio indica Gesù, che protesta per l’arresto; Pietro reagisce con violenza e taglia l’orecchio a Malco, servo del Sommo Sacerdote: a ciò Gesù pone rimedio col miracolo (47-53). Vegliamo e preghiamo per non cadere nella tentazione.
54.62-71- Gesù viene arrestato e portato alle autorità religiose Anna e Caifa, per il processo, che si fa sulla base di false testimonianze, senza concludere nulla; allora, per condannarlo, ricorrono a una Sua dichiarazione di essere Figlio di Dio, cosa che mai era stata considerata reato (54.66-71); in attesa di portarlo da Pilato, i soldati Lo torturano (62-65), Lo umiliano e Lo maltrattano.
55-61 - Nel frattempo Pietro, per paura e viltà, tre volte nega di conoscere Gesù, ma un Suo sguardo gli fa aprire gli occhi sulla sua miseria e sul bisogno che ha della misericordia di Dio; ripara con vivissimo dolore il suo peccato. Gli altri Apostoli erano scappati tutti al momento dell’arresto di Gesù e solo Giovanni e Pietro lo avevano seguito da lontano. Ecco il risultato della mancanza di preghiera e vigilanza, tanto raccomandate da Gesù.
23,1-12. Gesù conferma che è re dei Giudei davanti a Pilato, che si convince che egli non rappresenta un pericolo per il potere romano ed è innocente; poiché vede l’odio dei capi ebrei e il loro desiderio di vedere Gesù morto (1-7), tenta di liberarsi di questo processo e invia Gesù da Erode; ma anche lui Lo riconosce innocente e Lo rimanda da Pilato (8-12).
13-25 - I sacerdoti chiedono la liberazione di Barabba e insistono per la condanna di Gesù; poi pretendono anche la Sua crocifissione, che Pilato concede con gesto supremo di vigliaccheria e ingiustizia. Ogni nostro peccato grave riproduce questa situazione di vigliaccheria e ingratitudine.
26-31 - Durante il viaggio al Calvario i soldati passano la croce da Gesù a Simone il Cireneo (26), perché è troppo indebolito per tutto quello che ha patito con l'infarto nel Getsemani, i maltrattamenti, la flagellazione, la coronazione di spine. Gesù rivolge la parola alle donne di Gerusalemme, che piangono per la compassione nel vederlo così mal ridotto, e le avverte di pregare per salvezza loro e dei figli, di cui i Romani faranno strage (25-31) nella Guerra giudaica. Compatiamo Gesù per le Sue sofferenze e aiutiamoLo a portare la croce, che pesa sui fratelli.
32-46 - Gesù viene crocifisso con due ladri (32-33) e viene offeso dai capi (35), dai passanti, dai soldati (35-37), dai ladri (39), dalla folla con la sua indifferenza (35); dalla croce dà a Giovanni e a noi Sua madre come madre – e noi a Lei - e prega insieme con Lei il Padre per i crocifissori, per il perdono a loro e a tutti (34); converte uno dei due ladroni (39-43); esprime sofferenza e sete; dichiara compiuta la sua missione e consegna il Suo spirito al Padre (46). Gesù spira. Crediamo in Lui, adoriamoLo, speriamo in Lui, amiamoLo, chiediamo perdono dei peccati e la grazia di evitarli.
44-45.48-49 – Dalle 12,00 alle 15,00: si oscura il sole (44) e si rompe il velo del Tempio (45); muore Gesù: terremoto, illuminazione del Centurione (47) e turbamento della folla (48); gli intimi di Gesù osservano da lontano (49). Almeno turbiamoci anche noi e accostiamoci a Gesù.
50-56 - Gesù è sepolto con l'autorizzazione di Pilato, ottenuta da Giuseppe di Arimatea; anche Maria e Giovanni, Nicodemo e le Pie Donne collaborarono con dolore e amore.
Tutto questo ha fatto Gesù per nostro amore e per noi. E noi cosa abbiamo fatto per lui? Tanti peccati! Che cosa stiamo facendo per lui? Ancora peccati! Che cosa vogliamo fare per lui? Vogliamo vivere la nostra vita nella fede e speranza e carità, seguendo le sue orme con l'aiuto della Sua e nostra Madre.
III - Filippesi 2, 6-11 – Riflettiamo con Paolo a pochi anni dalla pasqua di Gesù. (a) Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio come il Padre e lo Spirito Santo, non conservò con gelosia l’essere come Dio (6), ma svuotò se stesso, si sminuì, assumendo una condizione di servo, come le creature, col nascondere la sua divinità e farsi simile agli uomini; e fu riconosciuto come tale (7). Egli umiliò di più se stesso/ facendosi obbediente al Padre fino alla morte/ e a una morte di croce (8), per salvare l'umanità. Ogni uomo pecca per superbia e disobbedienza e per mancanza di amore. Riconosciamolo. Ora Gesù vive e muore per amore, nell'umiltà e nell'obbedienza, e così ripara ogni specie di peccati. ImitiamoLo. (b) Perciò Dio Padre lo esaltò, glorificandoLo con la resurrezione, ascensione e intronizzazione alla sua destra, come professiamo nel Credo: in sostanza il Padre approva tutto quello che Gesù ha detto e fatto e rivela la Sua divinità col donargli il nome/ che è al di sopra di ogni nome (9), perché ogni lingua proclami:/ «Gesù Cristo è Signore!» (11), “è Yahweh”, e nel nome di Gesù/ ogni ginocchio si pieghi/ nei cieli, sulla terra e sotto terra (10). Tutto a gloria di Dio Padre (11). (c) Gesù fa tutto per la gloria del Padre e la salvezza degli uomini, perché Egli ama il Padre e ciascuno di noi. A ogni particolare del racconto della Passione ripetiamo: “O Gesù, credo che con questo mistero della tua Passione mostri il tuo amore al Padre e a me e ai miei fratelli per salvarci. E io voglio rispondere al tuo amore con fede e amore, col pentimento e col cambiamento di vita”.
EUCARESTIA. È il memoriale del Signore Gesù e della sua vita, e specie della Passione e Morte, cioè li ricorda e li rende presenti oggi con la stessa efficacia di salvezza, che avevano mentre si realizzavano. Chiediamo che Maria nostra Madre e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, ci ottengano grande fede e speranza e carità, per unirci a Gesù. (mons, Francesco Spaduzzi)