Tempo di Natale: Domenica II dell’Anno C (2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo di Natale: Domenica II dell’Anno C (2024-25)
Introduzione. Il Siracide ci parla della Sapienza, che ha le caratteristiche del Verbo di Dio del Vangelo di Giovanni di oggi; Paolo in Efesini ci prospetta il piano di salvezza di Dio per mezzo di Gesù Cristo e che è destinato a tutta l’umanità.
I - Siracide 24,1-4.8-12 – Il Siracide ci presenta la Sapienza di Dio non come un semplice attributo di Dio, cioè Dio che sa tutto, ma come la Sua prima creatura: Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato (9; cfr. 8). Essa fa la volontà del creatore dell’universo, che le diede un ordine di fissare la tenda in Giacobbe (8), la sua dimora speciale in mezzo al popolo eletto; questo è la porzione del Signore (12), ciò che Dio ha riservato a sé, perché lo preferisce a tutto, e lo dà come eredità alla Sapienza (8); la Sapienza obbedisce e getta le radici in mezzo a questo popolo glorioso (12). Essa così si è stabilita in Sion (10), la città di Dio, che Egli ama (11) e ivi, in Gerusalemme, esercita il suo potere (11); inoltre Nella tenda santa davanti a lui ha officiato, esercitando nel Tempio il sacerdozio (10) e la missione profetica, perché parla di sé (1; cfr. 2): fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, proclama la sua gloria in mezzo al suo popolo (1), che è l’assemblea dell’Altissimo (2). Per tutta l’eternità non verrà mai meno (9), perché destinata a non scomparire, a differenza di tutte le creature, che nascono, crescono e muoiono. Essa viene ammirata…, trova la sua lode…, è benedetta (2). Giovanni, nel prologo del suo Vangelo, va oltre queste caratteristiche e ci presenta il Verbo, Figlio e Sapienza di Dio, come presso Dio e Dio stesso, per mezzo del quale tutto è stato creato e che, per manifestare Dio e la Sua volontà, diventa Uomo del popolo eletto, restando Dio. Crediamo, adoriamo, lodiamo, glorifichiamo Gesù, del quale tutto l’AT è preparazione. Accettiamo il suo potere regale e il suo sacerdozio e la sua missione profetica.
II - Giovanni 1,1-18 – 1. Giovanni ci presenta con un linguaggio tipicamente orientale, al quale non siamo abituati, chi è e che cosa fa per noi questo Gesù, Sapienza di Dio, di cui celebriamo la nascita in modo così solenne. (a) In principio era, cioè da sempre esisteva, il Verbo, prima di diventare Gesù; Egli era presso Dio Padre, in relazione con Lui, e in effetti era Dio (1) già in principio (2), da sempre. Di Dio Padre Egli è il Figlio unigenito, che è Dio (18; cfr. 14) ed è nel seno del Padre (18), poiché viene dal Padre (14) e sta con Lui. Egli è pieno di grazia e di verità (14). Tutto è stato fatto per mezzo di lui/ e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste (3) e anche il mondo è stato fatto per mezzo di lui (10; cfr. Gn 1). In lui era la vita, che Egli riceve dal Padre e dona, e la vita era la luce degli uomini (4); Veniva nel mondo come luce vera,/ quella che illumina ogni uomo (9). Egli è Figlio di Dio e Dio, Luce e Vita; crediamo, adoriamo. (b) E il Verbo, Parola e Figlio di Dio, si fece carne, Uomo, e venne ad abitare in mezzo a noi (14) e portò agli uomini, (12), con la vita e la luce (4), il potere di diventare figli di Dio (12), però solo A quanti lo hanno accolto, cioè a quelli che credono nel suo nome (12); questi non da sangue/ né da volere di carne/ né da volere di uomo/, da coppie umane, ma da Dio sono stati generati (13) sul piano soprannaturale; essi ricevono la grazia e la verità, che vennero per mezzo di Gesù Cristo, mentre la Legge fu data per mezzo di Mosè (17). Dalla sua pienezza (di Gesù) noi tutti credenti abbiamo ricevuto:/ grazia su grazia (16), in abbondanza, e, addirittura, noi abbiamo contemplato la sua gloria,/ gloria come del Figlio unigenito (14), e abbiamo conosciuto Dio Padre perché Dio, nessuno lo ha mai visto:/ il Figlio unigenito, che è Dio/, è lui che lo ha rivelato (18) agli uomini nella sua Persona e con la Sua Parola. Dobbiamo credere in Gesù e sperare in Lui, giacché per mezzo suo ci viene ogni bene; dobbiamo amarlo in quanto Dio e Uomo e nostro Salvatore.
2. Gesù Era nel mondo/;… eppure il mondo non lo ha riconosciuto (10), perché non tutti credono in Lui; persino i parenti e connazionali lo rifiutarono: Venne fra i suoi,/ e i suoi non lo hanno accolto (11); in effetti Gesù è la luce, che splende nelle tenebre/ e le tenebre non l’hanno vinta (5), Lo hanno contrastato, ma non hanno potuto spegnerla, nonostante i tanti tentativi fatti in 21 secoli. Venne, un uomo mandato da Dio, Giovanni (6) il Battista, come precursore di Gesù; Non era lui la luce; Egli venne come testimone/ per dare testimonianza alla luce,/ perché tutti credessero per mezzo di lui (7); Giovanni parlò chiaramente di Gesù; ancora gli dà testimonianza e proclama per i secoli la Sua infinita superiorità rispetto a sé: Era di lui che io dissi:/ Colui che viene dopo di me/ è avanti a me, perché era prima di me (15); ma la sua parola non fu accolta da tutti. Noi invece vogliamo essere fra quelli che accolgono Gesù con fede e carità e speranza: Egli è il nostro Dio, il rivelatore della vita divina e trinitaria e comunicatore di questa vita, che ci rende figli adottivi di Dio come lui ne è il Figlio naturale; Egli ci dà verità e grazia e grazie, di cui è pieno. Ringraziamo, rinnoviamo la nostra speranza per i suoi meriti infinti; adoriamolo; pentiamoci perché abbiamo perso tanto tempo prima di accoglierlo e neanche ora possiamo dire che lo abbiamo accettato con tutto l’amore.
III - Efesini 1,3-6.15-18 – (a) Il piano di salvezza di Dio è il disegno d’amore della sua volontà (5), frutto del suo amore, ed è a lode dello splendore della sua grazia (6): tutto, anche noi, è creato da Dio per la sua gloria, perché sia conosciuto e amato e servito. In Cristo ci ha scelti prima della creazione del mondo, da tutta l'eternità, / per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità (4), in vista di una vita d'amore per Lui, e ci ha predestinati a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo (5). Sempre in Cristo… ci ha benedetti, con ogni benedizione spirituale nei cieli (3), ci ha arricchiti di tutti i doni spirituali, provenienti dai cieli. Nel Suo piano Dio ha anche previsto per noi che abbiamo la sua eredità fra i santi, destinata ai figli adottivi come oggetto della speranza, alla quale ci ha chiamati (18). Tutto questo è stato realizzato per i meriti di Cristo e in Cristo e per Cristo; ecco le singole tappe: la scelta (4 in lui): la predestinazione (5 mediante Gesù Cristo); il conferimento dei doni (3 in Cristo); la sua grazia (6 sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato); l’eredità eterna (18). In realtà Dio, che è il Padre di Gesù Cristo e il suo Dio (3; 17) e dal quale viene ogni gloria (17), ha voluto donarci tutto, dandoci Gesù, e ha voluto che noi fossimo suoi figli ed eredi (5). (b) La risposta degli Efesini: fede nel Signore Gesù (15) e l’amore… verso tutti i santi (15), e la speranza (18) e certezza che Dio manterrà le promesse, la lode a Lui (3), il rendimento di grazie e le preghiere (16) specie per ottenere un’effusione ulteriore di Spirito Santo con uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui) (17), e per… comprendere a quale speranza vi ha chiamati, e quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi (18). Anche noi rispondiamo come gli Efesini e Paolo: fede, speranza e carità, lode e ringraziamento, supplica con le loro stesse richieste: più dono dello Spirito per capire meglio e di più il piano di salvezza di Dio su di noi e sull’umanità.
EUCARESTIA. Il Verbo è venuto in mezzo a noi ma non ci ha lasciati più perché ha sostituito alla sua umanità visibile di 20 secoli fa, che è ora in Cielo risuscitata, altri segni della sua presenza, di cui l’Eucarestia è il più intenso e il vertice; gli altri sono i singoli Sacramenti, la Parola, l’assemblea, il ministro, il fratello sofferente, il nostro cuore grazie alla fede e alla carità e alla nostra unione al Corpo Mistico di Cristo. Preghiamo la Madre Sua e nostra, il Suo Padre Putativo e Patrono della Chiesa, i nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, perché ci ottengano di crescere costantemente nella pratica delle virtù teologali. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Il Padre opera tutto per mezzo della Parola (Gn 1) sul piano naturale e fa la stessa cosa sul piano soprannaturale. Tutto viene a noi per mezzo di Cristo, il Verbo fatto carne (Gv 1,14): per i suoi meriti siano salvati e da Lui come sorgente di grazia e di grazie siamo santificati con la collaborazione dello Spirito Santo.
2. Gesù viene come luce e vita (Gv 1,4). Il sole dà luce e calore, indispensabili per la vita sulla terra. Ora Gesù è questo sole, che sorge dall’alto (Lc 1,78) e ci comunica la vita soprannaturale. Bisogna credere in lui e lasciarsi guidare dalla sua Luce, che ci viene dalla sua Persona e dalla sua Parola, e lasciarsi sostenere dalla Sua Vita, che ci viene da Lui resuscitato.
3. Il Figlio diventa uomo, per farsi fratello di tutti gli uomini della Terra, e dà la sua vita per riscattare gli uomini e farli diventare figli di Dio (Gv 1,12), figli adottivi del Suo stesso Padre. Si è figli dei propri genitori perché si riceve la vita da loro; e così si è figli di Dio perché si riceve la vita divina dalla Trinità: dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito.
4. Nel Siracide la personificazione della Sapienza fa notevolissimi passi avanti, perché viene presentata come creatura di Dio e nello stesso tempo con caratteristiche divine. Ormai manca solo un passo per parlare del Figlio di Dio, che, restando Dio, diventa uomo come noi. E Giovanni proprio così ci presenta Gesù nel prologo del suo Vangelo.
5. Non ci convinceremo mai abbastanza che tutto nella salvezza viene a noi per mezzo di Gesù con la collaborazione dello Spirito Santo. S. Paolo insiste molto su questi due concetti e molte operazioni nel campo della salvezza vengono attribuite a Gesù e allo Spirito, specie con la formula in Cristo e nello Spirito, evidentemente con sfumature diverse. (mons. Francesco Spaduzzi)