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Tempo di Natale: 1° Gennaio - Solennità di Maria SS. Madre di Dio (2024-25)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo di Natale: 1° Gennaio - Solennità di Maria SS. Madre di Dio (2024-25)

Introduzione. Numeri ci propone la benedizione di Dio nell’AT, cioè i beni, tutti i beni, che Dio ci vuole dare; in Luca vediamo che è Gesù la fonte di ogni bene e Paolo ce lo conferma.

I - Numeri 6,22-27 – (a) Si tratta di una benedizione: Così benedirete gli Israeliti, cioè Aronne e i suoi figli diranno queste parole su una persona per incarico da Dio, in suo nome e per sua volontà (22-23). Quando Dio ci benedice, ci arricchisce dei suoi doni, perché la sua Parola è sempre onnipotente; quando noi benediciamo Dio, diciamo bene di lui per quello che è e lo ringraziamo per quello che ci ha dato; quando benediciamo una persona con mandato ufficiale o privatamente, invochiamo da Dio i suoi beni per quelle persone o – come dice Dio: Così porranno il mio nome sugli Israeliti (27), cioè Dio stesso, ed Egli, ormai intimo con loro, dà i suoi doni: e io li benedirò (27). (b) Il senso di questa benedizione: ti benedica il Signore (24), cioè Dio ti arricchisca con i suoi beni materiali, psicologici e spirituali, personali e anche familiari. E ti custodisca (24), cioè Dio ti sorvegli, abbia cura di te e ti accudisca, perché ti conservi intatto. Il Signore faccia splendere il suo volto (25), cioè non ti mostri un volto irato o annoiato o arcigno, ma sorridente e favorevole. E ti faccia grazia (25), cioè ti dimostri benevolenza, ti voglia bene e te lo dia con la generosità della sua ricchezza infinita. Il Signore rivolga a te il suo volto (26), cioè volga verso di te la sua faccia e non le spalle, ti accolga con gioia alla sua presenza. Ti conceda pace (26), cioè la pienezza dei suoi doni, prosperità materiale e spirituale, personale e comunitaria. Chi attira la benedizione di Dio su di sé la richiama anche sulla sua famiglia e sul suo paese: lo ha detto il Signore più di una volta ai mistici. Benediciamo Dio e chiediamo la Sua benedizione alla fine della preghiera del mattino e della sera su ciascuno di noi e sulla nostra famiglia, sulle persone in qualsiasi modo legate a noi, sul mondo; la nostra richiesta di benedizione sarà molto più efficace, se noi siamo in grazia, figli di Dio Padre e membra vive del Corpo di Cristo, e abbiamo lo Spirito Santo in noi.

II - Luca 2,16 21 1. I doni di Dio ci vengono per mezzo di Gesù. (a) I Pastori sentirono dall'Angelo chi è Gesù e come trovarlo (Lc 2,9-12) e il canto degli Angeli, che rivelò gli effetti della venuta del Messia: gloria a Dio in cielo e pace agli uomini sulla terra (Lc 2,13-14): essi credettero alla parola dell'Angelo e al canto degli Angeli e senza indugio andarono alla ricerca di Gesù; trovarono Maria e Giuseppe e poi videro il bambino, adagiato nella mangiatoia (16) e riferirono le due straordinarie visioni, che avevano avute, e ciò che a proposito del bambino era stato detto loro (17). Poi i pastori se ne tornarono alla loro vita quotidiana, ma mente e cuore erano fissi sui fatti visti e le parole udite, e ne parlavano, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro (20). Notiamo e ammiriamo la fede dei Pastori, la pronta obbedienza e la ricerca del Bambino, la testimonianza che danno, il calore dei loro sentimenti, che si esprime nel benedire Dio per il Suo grande dono, che è Gesù, Dio e uomo, re e salvatore, fatto agli ebrei e al mondo. Accogliamone la testimonianza e seguiamone l'esempio nell’aderire docilmente alla Parola di Dio, che ogni giorno ci viene dalla Chiesa; cresciamo nella conoscenza e amore a Gesù; impegniamoci a testimoniare Gesù con la vita e con la parola. (b) Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori (18), a differenza di Maria – e di Giuseppe -, che da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole (19), cioè fissava bene nella sua mente e nel suo cuore quanto si diceva di Gesù e ne faceva oggetto di meditazione per capire di più e gustare di più. Certo Maria e Giuseppe credevano senza riserve alle parole dei Pastori, anche perché esse confermavano quanto sapevano dall'Angelo nelle annunciazioni e dalle impressioni e confidenze scambiate; adoravano, ringraziavano, speravano, ammiravano, chiedevano perdono per i peccati dell'umanità, ne chiedevano la salvezza. Anche noi lasciamoci stupire come i presenti nella stalla, ma come Maria e Giuseppe diamo tempo alla meditazione per capire di più il mistero e gustare più intimamente la persona e l'opera di Cristo, nostro salvatore.

2. Quando furono compiuti gli otto giorni dalla nascita gli Ebrei circoncidevano ogni maschio (21) e gli imponevano il nome. La circoncisione era il segno e il ricordo dell’alleanza, che Dio aveva fatta col suo popolo Israele; con essa Dio si impegnava a proteggerlo sempre ed esso a rispettarne i comandamenti. Col rito il bambino entrava a far parte del Popolo eletto e ne assumeva i diritti e i doveri. Era un rito doloroso per il bambino e per i genitori, ma il suo significato spirituale provocava grande gioia nei presenti. Il nome imposto poteva indicare anche la sua missione futura, come nel caso di Gesù; il suo nome, che significa: Yahweh salva, era voluto da Dio, come era stato indicato dall’Angelo a Maria prima che fosse concepito nel grembo (21; cfr. 1,31) e a Giuseppe (Mt 1,21); Egli veniva per salvare gli Ebrei e l’umanità, dando loro il perdono dei peccati e la vita eterna. Ringraziamo Gesù che ha pienamente realizzato il significato del suo nome e salva tutti quelli che credono in Lui. Per noi cristiani è il battesimo che ci fa entrare nell’alleanza con Dio.

III - Galati 4,4-7 – (a) Paolo ci rivela che cosa fa Dio per salvare l’umanità. Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nel mondo e lo fece nascere da una donna ebrea per essere uomo come noi; egli fu suddito della Legge ebraica (4) e venne come Messia per riscattare gli Ebrei, schiavi della Legge (5), e i pagani, schiavi del peccato; frutto dell'opera redentrice del Messia era che ricevessimo l’adozione a figli adottivi di Dio (5): Gesù fu concepito e nacque, visse e predicò, patì e morì, risuscitò e ascese al cielo, per ottenerci la salvezza. Poi Dio Padre mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio (6), che ci fa aderire con la fede a Gesù e alla sua opera redentrice e ci fa ricevere il battesimo e gli altri sacramenti. Lo Spirito abita in noi e ci ispira sentimenti filiali, che si esprimono in pensieri e affetti e in parole e opere di figli nei confronti del Padre: E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre! (6). Ma se siamo figli, siamo anche eredi (Rm 8,17; cfr. 7) di Dio (7), dei beni paterni, per grazia di Dio e non per i nostri meriti (7); siamo eredi di Dio, coeredi di Cristose davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rm 8,17); abbiamo diritto al Paradiso se viviamo da figli buoni di Dio, se osserviamo i suoi comandamenti e portiamo con pazienza la nostra croce in unione con Gesù, seguendo Lui e Maria e Giuseppe come modello. Crediamo, adoriamo, ringraziamo Padre e Figlio e Spirito Santo, speriamo, amiamo, chiediamo perdono e preghiamo per noi e per gli altri.

EUCARESTIA. All’inizio dell’anno è la Giornata Mondiale della Pace; nel nostro mondo ci sono ancora tante guerre, specie civili - e anche nelle famiglie. Offriamo a Dio Padre il sacrificio di Gesù e chiediamo la pace per noi, per le nostre famiglie, per la nostra patria e per il mondo, ma sforziamoci anche di migliorare i rapporti nel nostro piccolo. Dio ci può dare tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma ha condizionato alcuni suoi doni alla nostra preghiera e collaborazione. Preghiamo la nostra Madre celeste e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Ss. Patroni, perché ci ottengano di fare la nostra parte per ottenere i doni di Dio. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. I Pastori comunicano agli altri quello che hanno sentito dagli Angeli a proposito di Gesù. Noi dobbiamo testimoniare con la parola quello che abbiamo creduto, ascoltando la Parola di Dio, e con la vita quello che della Parola abbiamo accolto nelle nostre azioni. La conversione della nostra mente e dei nostri cuori deve arrivare agli altri, perché anche il prossimo si converta.

2. Siamo sempre pronti ad ascoltare la Parola di Dio e ad accettarla con docilità. La salvezza ci arriva dal Verbo-Parola, che è Cristo, attraverso la Parola scritta nella S. Scrittura e attraverso la Parola annunciata dai Pastori della Chiesa o anche da fratelli, che se ne fanno portatori e testimoni.

3. La meditazione della Parola è indispensabile per arrivare al gusto della nostra fede; con la meditazione e la contemplazione della vita di Gesù si conosce di più Gesù, lo si ama di più, lo si segue più da vicino: questo più è importantissimo perché rivela il nostro maggiore impegno di essere sempre più completamente Suoi discepoli.

4. Nella Bibbia e nel passato ci si teneva alla benedizione di Dio; la chiedevano i fedeli al sacerdote e i figli ai genitori. E’ un’invocazione a Dio misericordioso per ottenerne l’abbondanza dei beni di ogni genere. Poiché si benedice col segno della croce per significare che tuti i beni ci vengono per i meriti di Gesù, esso fu trasformato in benedizione: si faceva la croce sulla fronte e si dicevano le parole: per il segno della croce ci liberi il Signore da ogni male; e poi il segno della croce comune dicendo: nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Usiamolo su di noi e sugli altri.

5. Gesù è figlio “naturale” di Dio, mentre noi siamo Suoi figli adottivi ma S. Giovanni insiste (1Gv 3,1-3) che noi siamo chiamati e siamo veramente figli di Dio. Riflettiamo spesso su questo grande dono di Dio a noi, finché non arriviamo a gustarlo e farlo diventare esperienza viva per noi. E cerchiamo di aiutare anche il prossimo a convincersene e a viverlo. (mons. Francesco Spaduzzi)

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