Tempo di Natale: Messa della Notte (2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo di Natale: Messa della Notte (2024-25)
Introduzione. Isaia ci annuncia la venuta del Messia e i suoi attributi divini; Luca ci mostra realizzata la profezia e Gesù che si offre anzitutto ai più poveri ed esclusi; Tito ci descrive alcuni degli effetti spirituali della Sua venuta, che, vissuti, ci preparano alla sua seconda venuta.
I - Isaia 9,1-6 – Isaia annunzia: Il popolo ebreo camminava nelle tenebre, perché sotto il dominio assiro (1), ma ha visto una grande luce (1); era nella tristezza e Dio moltiplica la sua gioia, come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda (2), è schiavo dei nemici e Dio lo libera con un miracolo come fece per Gedeone nel giorno di Madian (3; cfr. Gdc 7,1ss); anzi fa scomparire ogni segno di guerra: ogni calzatura di soldato e ogni mantello intriso di sangue (4). Ma a che cosa si deve questo cambiamento? Isaia ce lo spiega: Perché un bambino è nato per noi, da Dio ci è stato dato un figlio: Egli è Consigliere, perché ha la Sapienza di Salomone, è potente come Davide, Padre come il buono e mite di Mosè, è Principe e portatore della pace (5), ancora come Salomone. Questi titoli lo manifestano uomo e ma è anche Dio perché è mirabile, è Dio, è per sempre; inoltre questo discendente di Davide avrà il potere (5-6) e il regno ed eserciterà il diritto e la giustizia in modo che la pace non abbia fine, or a e per sempre. Tutto Questo farà lo zelo, pieno di amore, del Signore (6). La profezia si realizza in piccola parte con Ezechia, semplice uomo, ma in pieno con Gesù, Dio e uomo e redentore: Egli è la sapienza infinita e scaccia le tenebre dell'ignoranza, è sorgente di gioia e libera dalla schiavitù di Satana, portandoci la pace. Tutto si deve all'amore di Dio per gli uomini. Adoriamo, ringraziamo, accogliamo la salvezza che ci viene offerta
II - Luca 2,1 14 – 1. (a) La nascita di Gesù è un fatto storico e si colloca in un luogo e tempo preciso. In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra (1) nel suo vasto Impero, per poter imporre le tasse, quando Quirinio era governatore della Siria, perché la Palestina dipendeva dalla Siria; Questo fu il primo censimento (2), espressione del dominio romano, antipatico a tutti gli ebrei, ma odiato da tanti di loro, che ritenevano contraddittorio essere sudditi di Dio e dei Romani, pagani. Comunque Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città (3). L'obbedienza è dovuta a quelle leggi dello Stato, che non sono contro la Legge di Dio. (b) Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme, luogo di origine della famiglia di Davide: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide (4), discendenza preziosissima per Giuseppe e per gli ebrei, perché le profezie indicavano il Messia come discendente di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta (5). L'obbedienza di Maria e Giuseppe fanno realizzare la profezia. Crediamo alla profezia e allietiamoci della sua realizzazione. Così riconosciamo la presenza di Dio nella storia e la guida che egli ne ha. L’obbedienza agli ordini giusti dell’autorità ci fa camminare sotto la guida di Dio nella storia. (c) Mentre si trovavano in quel luogo per il censimento, si compirono per Maria i giorni del parto (6). Diede alla luce il suo figlio primogenito e unigenito, di Dio e di Maria, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. Si compiono le profezie: nasce il Figlio di Dio e di Maria e ha bisogno di tutto; la sua culla è una mangiatoia per animali come lo è la casa dove nasce. Non si trovò di meglio per il Figlio di Dio, il Messia, il Signore, il Salvatore. Davide e Gesù nacquero poveri a Betlemme e morirono a Gerusalemme; Davide nella gloria di re, il più grande di Israele, Gesù proclamato re sulla croce e nell’infamia, per salvare l'umanità. Alimentiamo in noi i sentimenti di fede e speranza, carità e obbedienza di Maria e Giuseppe nei confronti di Gesù. Siamo di fronte all’avvenimento più importanti della storia.
2. (a) C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge (8). Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce; Essi avvertirono questo segno della presenza di Dio e furono presi da grande timore (9); ma l’angelo li rassicurò esortandoli: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che è destinata a tutto il popolo (10); eccola: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore, il Messia-uomo e Dio, venuto a salvare l’umanità; Gesù è venuto ad annunciare la buona novella del Regno di Dio ai peccatori e ai poveri e inizia subito coi pastori, categoria disprezzata ed esclusa dal culto per il loro mestiere. La luce di Dio li avvolge, mentre nulla di simile sperimentano Zaccaria e Maria! Cristo Gesù è presentato come Cristo Salvatore e Signore, cioè come inviato di Dio, e Dio Lui stesso che veniva per salvarci. (b) Come riconoscerlo? Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia (12). Questo grandissimo personaggio sarà riconoscibile da segni umilissimi, facendo esercitare una fede grande in Gesù a Maria e Giuseppe, ai Pastori e ai Magi. Essi sono attratti fortemente dallo Spirito verso Gesù ed sono docili. Anche noi professiamo la nostra fede e il nostro amore a Gesù e proponiamola ai fratelli. (c) E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio (13) e cantava: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli/ e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (14), cioè la venuta del Figlio di Dio nella carne umana dà gloria a Dio Padre nei cieli e porta sulla terra la pace agli uomini, che tutti sono amati da Lui. Anche canto e lode fanno correre la buona notizia della salvezza, che viene dalla nascita di Gesù. Impegniamoci con la testimonianza della vita e della parola a diffondere la notizia.
III - Tito 2,11-14 – Paolo esclama che con la venuta di Gesù È apparsa… la grazia di Dio, la Sua bontà e amore, compassione e misericordia (cfr. Tt 3,4-7), l’amore benevolo di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini (11); questa grazia è Gesù stesso, perché chi vede Lui, vede colui che L’ha mandato (Gv 12,45), il Padre. Egli è il Dio benevolo, che, per mezzo di Gesù, ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà (12), a evitare il male e a fare il bene. Gesù vuole formare per sé un popolo puro, santo, che gli appartenga, che sia veramente Suo, pieno di zelo per le opere buone. Per rendere possibile questo, Egli ha dato se stesso alla morte per noi, per riscattarci da ogni iniquità, per liberarci dalla schiavitù del peccato (14). In questo modo Egli vuole anche che ci prepariamo all'incontro con Lui, giacché noi viviamo aspettando la seconda venuta del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; allora assisteremo alla manifestazione della sua gloria, mentre ora siamo nell’attesa di tale beata speranza (13). La manifestazione della grazia di Dio incominciò con la nascita di Gesù e continuò in tutta la Sua vita e nel Suo mistero pasquale e prosegue oggi con la santificazione degli uomini per mezzo di preghiera e sacramenti. Non rendiamo inutile tanto amore di Dio per noi con la nostra ribellione e rifiuto.
EUCARESTIA. Gesù è la grazia, che Dio fa agli uomini tutti; Egli si rende presente in tanti modi ma specie nel pane e vino, che Egli trasforma nel suo Corpo e Sangue e ce ne nutre per farci vivere in modo da essere pronti a incontrare Gesù glorioso e giudice. La Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni ci ottengano questi sentimenti. (mons, Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. La nascita di Gesù diede gloria a Dio e pace agli uomini, ma provocò certamente una grande gioia a Maria e a Giuseppe, e poi anche ai pastori, e in seguito a Simeone e Anna e ai Magi. Grande gioia dà anche a noi oggi, perché incomincia a manifestarsi a tutti quella salvezza che fino a quel momento era nota solo a pochissimi.
2. Dio fa le cose in grande: Egli creò le condizioni per giustificare lo spostamento di una donna al nono mese di gravidanza dalla sua città attuale a quella originaria della famiglia, dove bisognava farsi registrare per il censimento. Così ispira Augusto a ordinare un censimento per tutto l’impero, compresa la Palestina, che comunque era governata da un re. E Giuseppe e Maria lasciano Nazaret per Betlemme e nasce nella “città di Davide” Gesù, il Messia, discendente del gran Re.
3. Maria concepisce vergine, partorisce vergine e resta per sempre vergine (vergine prima del parto, nel parto, dopo il parto), tanto da essere indicata con l’espressione: La Vergine. Questo appellativo fu dato a Maria sin dai primissimi tempi del cristianesimo. E sempre attraverso i secoli la Chiesa ha conservato e difeso questa verità contro sporadici negatori, quali i nostri fratelli separati protestanti, che nutrono molta antipatia per la devozione della Chiesa verso la Madonna.
4. Cristo viene come luce del mondo ed è accompagnato dalla luce e trasmette luce: i Pastori sono circondati dalla luce (Lc 2,9). Anche nella profezia di Isaia (9,1) si sottolinea la presenza della luce e della gioia per la venuta del Messia, che viene a liberare non solo gli ebrei ma anche l’umanità da ogni forma di schiavitù, di cui era simbolo la schiavitù di un popolo sotto un altro.
5. L’uomo, cosciente dei suoi limiti, sapeva di essere schiavo della sua debolezza o tendenze cattive, della mentalità comune o mondana e soprattutto del diavolo; dal peccato dei progenitori fino a Gesù ogni uomo avvertiva questa sudditanza, ma c’erano persone sensibili che aspettavano una liberazione, ovviamente per intervento di Dio, giacché si sapeva di non potercela fare da soli. Gesù viene a dare se stesso per noi per riscattarci (Tt 2,14). (mons. Francesco Spaduzzi)