Tempo di Avvento: Domenica IV dell'Anno C (2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo di Avvento: Domenica IV dell'Anno C (2024-25)
Introduzione. Michea preannuncia la nascita del Messia a Betlemme; in Luca vediamo l’efficacia della presenza di Gesù in mezzo agli uomini con la collaborazione di Maria; Ebrei ci mostra che Gesù fa sempre la volontà del Padre sin dal concepimento e questo è il suo sacrificio.
I - Michea 5,1-4a - Michea annunzia: E tu, Betlemme di Efrata,/ sei così piccola e insignificante fra i villaggi di Giuda (1), anche se vi è nato Davide, il più grande re ebreo; in te partorirà colei che deve partorire (2) un ebreo con caratteristiche straordinarie (cfr. 2): le sue origini sono dall’antichità,/ dai giorni più remoti (1), quindi dall’eternità come un essere divino; da te uscirà per me/ colui che deve essere il dominatore in Israele (1); Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,/ con la maestà del nome del Signore, suo Dio (3), cioè sarà re e governerà con la potenza e maestà divine, che Dio gli comunica; sarà grande/ fino agli estremi confini della terra (3). Gli effetti del suo governo saranno meravigliosi: al resto dei… fratelli, sopravvissuti alla guerra, che Dio aveva messo in potere altrui (2), abbandonandoli alla schiavitù per i loro peccati, restituirà la libertà e li riporterà in patria, ai figli d’Israele (2); così Abiteranno sicuri (3) senza temere razzie e invasioni; Egli stesso sarà la pace! (4), che include salute, salvezza, benessere, felicità, sicurezza, cioè l'opera di restaurazione messianica. Questo personaggio è Gesù: egli sarà la nostra pace (Ef 2,14), e la partoriente è Maria. Egli è ebreo e nasce a Betlemme, avrà un regno universale, formato dai chiamati, che si convertiranno e avranno pace in Lui. C'è posto anche per noi nel regno di Gesù sulla terra, la Chiesa, e nel regno di Dio, che è nei cieli. Riconosciamo Gesù come nostro re, accettiamo il suo insegnamento e osserviamone la Parola; e impegniamoci a condividere con altri la fede in Gesù e l’amore per lui.
II - Luca 1,39-45 - 1. (a) Maria diventò la madre del Figlio di Dio, per amore a Dio, di cui fa la volontà, e al prossimo, che collabora a salvare; espresse la sua fede e adorazione, speranza e carità al Dio, che portava nel grembo, e In quei giorni… si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda (39), dove si trova il villaggio di Elisabetta. Ci andò per amore, per aiutare Elisabetta vecchia, incinta e a breve partoriente, e perciò bisognosa di aiuto per sé e famiglia, e forse per gratitudine, se la coppia l’aveva allevata, quando rimase orfana. Anche noi impegniamoci a fare per amore i nostri doveri religiosi e familiari e sociali e con sollecitudine, per evitare di recare danno agli altri e a noi, se non li facciamo bene e per tempo. (b) Maria, appena Entrata nella casa di Zaccaria, salutò per prima Elisabetta (40). Con questa comunicazione alimentiamo la comunione con gli altri. Il prossimo è immagine di Dio e presenza di Cristo, che in lui ha bisogno della nostra stima e affetto. Salutiamo chi si è raffreddato con noi, per non approfondire il solco; salutiamo chi ha sbagliato con noi e può provare imbarazzo a farlo; eccetto situazioni particolari, conviene continuare a salutare per primi e sempre. (c) Maria porta Gesù nel suo cuore e nel suo grembo a casa di Elisabetta; il suo saluto provoca effetti meravigliosi: Gesù per mezzo di Maria dona lo Spirito Santo e la gioia a Giovanni (41.44), che profetizza da “infante”; dona lo Spirito a Elisabetta (41), che profetizza (42-45), e poi anche a Zaccaria con la guarigione. Inoltre Maria dà un valido aiuto materiale durante 3 mesi (Lc 1,56). Anche noi accogliamo Gesù nel nostro cuore per la fede e la carità e impegniamoci a conservarlo e a portarLo agli altri; riconosciamo Gesù e l'immagine di Dio nel prossimo e serviamolo come Maria: questo amore attira il prossimo a Gesù.
2. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo (41) e sotto il Suo influsso proclamò a gran voce la grandezza di Maria, come l'Angelo fece per Gesù. Dio ha arricchito di doni sia Maria: Benedetta tu fra le donne, sia il Figlio di Lei: benedetto il frutto del tuo grembo! (42); inoltre: E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto (45), la Parola di Dio; Maria è grande perché Madre di Dio: A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? (43), e il Suo saluto efficace: Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo (44). (a) Salutiamo anche noi Maria con l'Ave Maria o altre preghiere per ottenere il suo saluto e il dono di Gesù e dello Spirito. Chi ha lo Spirito Santo sente il bisogno di esaltare le grandi opere di Dio: Gesù, Dio e Uomo, e anche Maria, che l’ha generato; chi non ha lo Spirito non sente questo bisogno. (b) La presenza e il saluto di Maria fa sussultare di gioia Giovanni nel grembo (44). Maria ci visita sempre, perché è nostra madre e vuole stare a fianco a noi, suoi figli, specie se siamo nel bisogno, spirituale e materiale. Sono tenerissime e significative le espressioni di affetto di Maria per S. Juan Diego (1531), S. Caterina Labouré (1830) e la Ven. Lucia di Fatima (1917), per ricordare il suo amore per loro e per noi e la sua presenza al nostro fianco e l’aiuto, che è pronta a darci. (c) Elisabetta si sente piccolissima di fronte a Maria, che la onora con la sua venuta: Maria è la madre del Messia (43) e lei è la madre del Suo precursore. Condividiamo l'ammirazione della Chiesa per queste due madri e i loro rispettivi figli: sono con S. Giuseppe le persone più vicine a Dio… Imitiamole, specie Maria, nostra madre, oltre che madre del Signore.
III - Ebrei 10,5-10 – Luca, nell’Annunciazione, ci rivela i sentimenti del cuore di Maria; Ebrei 10 ci rivela i pensieri e sentimenti del cuore di Cristo col Salmo 40,7-9 (sec. i Settanta). Cristo, diventando uomo ed entrando nel mondo, constata col Padre: Tu non hai voluto né sacrificio di animali né offerta in natura (5); Non hai gradito/ né olocausti né sacrifici per espiare il peccato (6), ma un corpo invece mi hai preparato (5), la natura umana, in modo da fare come creatura la volontà del Padre, come di me sta scritto nel rotolo del libro, nella Parola di Dio: «Ecco, io vengo/… per fare, o Dio, la tua volontà» (7). Notiamo che Gesù prima dice: Tu non hai voluto… né offerte… né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge (8) ebraica e Così egli abolisce il primo sacrificio (9), dell’AT; poi soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà (9), del Padre, per costituire quello nuovo, cioè istituisce il nuovo sacrificio, del NT (9). Ora noi siamo stati santificati proprio Mediante quella volontà (10), cioè l’impegno di Cristo a fare la volontà del Padre e facendola già: abbiamo il perdono dei peccati e diventiamo giusti e santi, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre (10). In sostanza il sacrificio, che Dio aveva chiesto agli Ebrei, era il compimento della Sua volontà con l’osservanza della Legge: a questo sacrificio occorreva associare l'offerta di cibi, segno del sacrificio. Purtroppo gli ebrei offrivano a Dio i cibi ma senza fare la Sua volontà ed Egli respinge questa caricatura del sacrificio. Invece Gesù offre se stesso al Padre per fare la Sua volontà e la compie effettivamente, cosa graditissima al Padre; nell'Ultima Cena Gesù presenta il suo pane e vino come segno di questo suo impegno e rende presente se stesso e il suo sacrificio in essi, trasformandoli nel suo Corpo e Sangue, e dandoli come nutrimento agli Apostoli, perché a loro volta diventino capaci di fare la volontà di Dio e, quindi, di vivere il loro sacrificio.
EUCARESTIA. La Parola ci rivela la volontà di Dio, che decidiamo di compiere: è il nostro sacrificio; presentiamo il nostro pane e vino come segno del nostro impegno; Gesù li trasforma nel suo Corpo e Sangue e ce ne nutre per poter fare la volontà di Dio. La Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni ci ottengano questi sentimenti. (mons, Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Luca, all’inizio del Vangelo, ci presenta Maria come madre di Gesù, che è il Capo del Corpo mistico ed è al suo ingresso nel mondo; all’inizio degli Atti degli Apostoli ci presenta Maria come madre della Chiesa, che è il Corpo mistico di Cristo, la quale è in attesa della venuta dello Spirito e si sta affacciando all’esistenza. Giovanni nel Vangelo, all’inizio della vita pubblica di Gesù, ci presenta Maria come madre del Salvatore, in occasione del primo miracolo alle nozze di Cana, e alla fine sul Calvario ce la mostra come nostra madre, al culmine della Sua opera di salvezza. Giovanni e Luca vogliono farci capire che Maria occupa con Gesù un posto centrale nell’opera della salvezza e in questa luce noi dobbiamo stabilire la nostra relazione con lei.
2. La lettura del Vangelo ha confermato e rafforzato attraverso i secoli la convinzione che come Gesù, la grazia al di sopra di tutto, ci è stato dato dal Padre per mezzo di Maria, così tutte le grazie e ogni grazia ci vengono da Dio per mezzo di Maria, per i meriti e l’intercessione di Gesù, anzitutto, e anche di Maria. Maria è la mediatrice di tutte le grazie… Persino Dante ce lo ricorda.
3. A che cosa devo che la Madre del mio Signore venga da me? E’ una ebrea che parla e la parola Signore sostituisce il nome Yahweh. Perciò Elisabetta sta dichiarando quella che da sempre è stata la fede della Chiesa: Maria è Madre di Dio, non nel senso che ha generato Dio – solo il Padre genera il Figlio – ma che ha dato la natura umana al Figlio di Dio.
4. Dio fa tutte le cose in grande, partendo dalle cose piccole: da Betlemme ha preso Davide e dallo stesso piccolo e sconosciuto villaggio prende il Salvatore degli Ebrei e dell’umanità.
5. Tutta la nostra vita è sacrificio gradito a Dio, se facciamo sempre la Sua volontà, che si rivela nei comandamenti, nei nostri doveri, nelle ispirazioni. Così uniamo nella Messa il nostro sacrificio a quello di Cristo, dando valore altissimo alle nostre azioni ordinarie. (mons. Francesco Spaduzzi)