“Pace in Terra Santa”
Grande successo per l’opera di Guadagnuolo
Le GENERALI Italia SpA Agenzia Generale di Aprilia (LT) nello spazio GENERART ha presentato “Pace in Terra Santa” di Francesco Guadagnuolo, un grande avvenimento per il mondo dell’arte contemporanea. É stata inaugurata venerdì 22 novembre 2024. La mostra in Via G. Verdi, 71 è aperta sino al 10 dicembre 2024 con orario lun-gio: 09:00- 13:00/16:00-18:30, ven: 09:00-13:00.
Il dipinto (olio su tela, 175×400 cm) annovera oltre 50 figure in un vasto apparato ambientale e costituisce un’opera colossale straordinaria per l’impegno, l’ideazione e il compimento, dove si commemora la morte e si pone, in rispetto, al valore della vita, in una continua lotta per la libertà, dall’oscena brutalità della violenza e dall’odio, un simbolo universale per la conciliazione di Pace in Terra Santa.
Non sempre l’opera d’arte e il contenuto vivono in un rapporto di stretta interdipendenza: in questo caso l’opera d’arte di Guadagnuolo vive tale relazione simbiotica. Infatti, l’opera è un argomento di riferimento dell’arte contemporanea europea che fa emergere la visione dell’artista sul mondo reale nella sua involuzione/evoluzione e da suddetto viene fuori la ricerca della forma con la sua natura neo-espressiva del dipinto, in una parificabile azione che diventa effetto d’interiorità della ragione, posta alla percezione di tutti nel rifiuto delle guerre, in una realtà-verità ferita spesso dal fallimento di una certa politica. Il tutto avviene come incremento confacente al Transrealismo in qualità di “comunicazione”. L’opera di Guadagnuolo, infatti, vaglia la relazione tra arte e comunicazione con tutte le sue incoerenze per le gravi conseguenze delle guerre, sulla morte, sui lutti familiari e di ciò che rimane in un paesaggio urbano desolato dalle macerie, ormai muto, senza vita. Dal silenzio emergono le società dissestate, l’economia in rovina, come anche per l’arte e la cultura.
Scrive Antonio Saccà: «Conosco Francesco Guadagnuolo da decenni, quando egli era giovanissimo ed io giovane. Animato da voglia di fare nell’ambito dell’arte visuale. Ha mantenuto il dinamismo e la vocazione estendendo la pittura alla scultura e all’incisione.
Guadagnuolo ha una caratteristica, oggi desueta, non soltanto per le arti visive, ma in ogni ramificazione estetica. La tragicità. Oggi la tragicità esiste nella realtà, ma non esiste nell’arte. E direi che non esiste nell’arte perché esiste nella realtà. Le persone hanno timore della realtà. A nominare la morte, il dolore, si viene considerati pessimisti, eccessivi. Invece dovrebbe essere l’opposto. Chi ama la vita vede la morte, odiandola. Tuttavia la rappresenta e Guadagnuolo compie questa dominanza del dolore e della morte affrontandoli ed esprimendoli. La sua realtà è realtà raffigurata in tragedia, è realtà tragica che Guadagnuolo rende ancora più tragica, quasi a misurare la forza dell’uomo, nonostante il dolore e la morte. In un’epoca che gira il volto altrove, non scorge il dolore e la morte, non c’è posto per la vita. Chi ama la vita soffre la morte, e’ il suo contrario. Chi non sente la morte tragicamente, non ha amato la vita appassionatamente.
Ciò che Guadagnuolo ha dipinto sulle vicende di cronaca, di guerra, corpi smembrati, addossati, un carnaio, un bestiario al macello, insorge la voglia di lottare la guerra e di amare la vita. Vedo le sculture, i volti morenti tristi ed anche stavolta Guadagnuolo suggerisce l’opposto, la voglia di salute e di felicità. Vedo città in penombra quasi immersi in un cimitero senza tombe ma sepolcrale comunque e, Guadagnuolo suggerisce la luce, il sole, la vita.
Per concludere, queste brevissime notazioni Guadagnuolo è il pittore che domina l’oscurità ed ha il coraggio di sopportarla per amore della luce. Ossia della vita».
Il dipinto è motivo di riflessione e di dialogo contro quello che sta avvenendo in Medio Oriente, ed è un invito a tutti i potenti delle Nazioni a porre fine, una volta per sempre, sul mai risolto problema mediorientale, per trovare il modo, con un vero impegno mondiale, di finire questo vortice infernale di combattività e di morte, che si accende ogni qualvolta, si prende qualsiasi iniziativa laddove vedono coinvolti i due popoli, antagonisti da sempre, Palestinesi ed Israeliani. Ad oggi l’incognita dell’estensione del conflitto è di tale ostilità tanto da essere a rischio nucleare, purtroppo si sente solo il richiamo alla Pace di Papa Francesco che non perde ‘occasione’ per ricordarcelo. É indispensabile avere coscienza di arrestare queste guerre ad ogni costo. Di conseguenza necessita il cessare il fuoco in maniera solerte e giungere quanto prima al dialogo e ai negoziati della politica internazionale, che s’istituisca con determinatezza senza se e senza ma.
«La Pace in Medio Oriente è fondamentale per il Mondo intero - afferma il Maestro Francesco Guadagnuolo – che può avere conseguenze oltre i limiti territoriali. Le agitazioni e le guerre in quella regione potrebbero sconvolgere il sistema economico globale, condizionare i traffici migratori e dare origine a volubilità politiche a livello internazionale. Inoltre, una Pace continua sarebbe possibile se s’incoraggia una partecipazione mondiale che serve ad appianare varie crisi umanitarie. È per questo, importante, che le comunità mondiali esercitino congiuntamente a sostenere la comprensione e rivelare tattiche suffragabili per gli obiettivi di Pace. Inoltre, si devono creare urgentemente le basi politiche per una nuova era civile e culturale. Un appello alla civiltà assoluta nell’apertura alla comprensione per tutti gli uomini e donne, nella loro ragione, svolta in primo luogo nelle società a protezione di quanti soffrono senza volere colpevolizzare nessuno. Diventa ciò un appello urgente rivolto alla Pace».
Guadagnuolo è un artista di autorevole spessore internazionale, opera tra Roma Parigi e New York, per comprendere il suo impegno bisogna risalire al suo incarico al Senato, dove era stato chiamato a cooperare con i suoi apporti artistici fin dal 1997, nell’ambito dell’Intergruppo Parlamentari per il Giubileo del 2000. Il tema della Pace ha portato il Guadagnuolo a dipingere numerose opere; un suo quadro sulla solidarietà internazionale, legata al “Debito Estero dei Paesi in via di sviluppo”, si trova all’ONU esposto nella sede dell’ECOSOC.