Lettera aperta alla Regione Campania sulle aree idonee alle rinnovabili
Rifondazione Comunista irpina è da sempre a favore delle fonti rinnovabili, per la decarbonizzazione e la transizione ecologica che affronti i cambiamenti climatici globali in atto. Riteniamo tuttavia che si debba adottare un approccio totalmente differente rispetto all'attuale, considerare l'energia un bene comune e come tale gestirlo, favorendo l'autoproduzione, le comunità energetiche, diversificando il più possibile le fonti.
Le province di Avellino e Benevento e le aree interne di Caserta e Salerno sono interessate come sappiamo da un'invasione di eolico selvaggio che ha saturato il territorio, da sempre esposto a rischio sismico e disseto idrogeologico, con problemi per l'agricoltura e la viabilità, con disagi per i residenti e un paesaggio in parte compromesso.
La scarsa manutenzione degli impianti inoltre è causa di numerosi incidenti, l’ultimo dei quali, al momento, ha riguardato una pala eolica in località Calaggio nel comune di Bisaccia, che ha perso olio in grandi quantità spargendolo per effetto centrifugo a centinaia di metri di distanza sui campi coltivati, come documentato dai comitati locali contro l'eolico selvaggio dell'Alta Irpinia.
Ci sono responsabilità che attengono alle aziende che gestiscono gli impianti, e la Regione Campania che ha competenza in materia di programmazione e gestione energetica.
Il ministro Pichetto Fratin, con il quale siamo in totale disaccordo sulla scelta di reinvestire sul nucleare, ha stabilito nel Dm 21 giugno 2024 il termine del 30 dicembre 2024 per le Regioni affinchè individuino per legge le aree idonee, ordinarie e non idonee per l’installazione degli impianti rinnovabili.
Chiediamo quindi alle forze politiche campane e alla Regione Campania di legiferare nel rispetto del "Principio di Precauzione" così come definito nel TFUE (il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea) in tema di gittata degli elementi rotanti degli impianti eolici per evitare inquinamento e pericoli per derivanti da rotture e malfunzionamenti per persone o cose che si trovano nel raggio di azione dell’impianto.
Chiediamo inoltre che siano individuate come aree non idonee le aree interne della Regione ormai sature. Tantopiù che le aree idonee potrebbero essere oggetto in futuro di interesse per le mire del nucleare.
Federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Avellino.