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"E se la pastorizia fosse il mestiere del futuro?"

Scuola e strategie di sviluppo per le aree interne nel convegno: "E se la pastorizia fosse il mestiere del futuro?giovedì 14 dicembre 2023 (ore 10.30) nell’aula magna dell’Istituto Tecnico Agrario "F.De Sanctis" di Avellino per discutere delle prospettive dell’antico mestiere e dei fabbisogni formativi dei giovani nel territorio irpino del mondo pastorale, nell’evento realizzato tra CREA, Rete Rurale Nazionale, l’Associazione Riabitare l’Italia, l’Associazione H.A.T. e l’Istituto Tecnico Agrario “F. De Sanctis” di Avellino.

 

La kermesse partirà con i saluti del dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Agrario e per Geometri ‘F.De Sanctis - O. D’Agostino’ Pietro Caterini, prevede diversi interventi. Ad aprire gli interventi Daniela Storti, ricercatrice CREA e direttrice della “Scuola giovani pastori” che racconterà insieme alla studentessa Vera Pezzuolo la prima edizione del progetto di scuola itinerante svoltasi in provincia di Cuneo. Al panel moderato dal giornalista de Il Mattino Gianni Colucci parteciperanno anche Salvatore Claps, direttore CREA -ZA, che parlerà, invece, della “Scuola del casaro” , progetto avviato in Basilicata con il CREA; Francesco Celli, presidente Info Irpinia, che evidenzierà il legame dei prodotti caseari con il turismo; Carmine Fischetti, del ristorante Oasis di Vallesaccarda (1 stella Michelin) che porterà testimonianza di una filiera corta e sostenibile nella ristorazione; e due aziende in rappresentanza delle eccellenze locali: Anna Russo, titolare Caseificio aziendale La Bagnolese specializzata in pecorino bagnolese, e Annamaria Rosamilia, produttrice di pecorino con l’Azienda Agricola La Verga di Nigro Antonio e delegata del Presidio Slow Food Carmasciano. L’incontro a cui parteciperanno gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario Francesco De Sanctis e dell’Istituto Professionale di Stato Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera Manlio Rossi Doria di Avellino si concluderà con una degustazione di formaggi dei due produttori irpini (Carmasciano e Bagnolese, con due stagionature per ogni tipologia) e di due caciocavalli (montagna potentina e montagna materana) prodotti nell’ambito della “Scuola del Casaro”. Sull’iniziativa spiega Daniela Storti: “Per noi il territorio irpino presenta diverse opportunità nell’agro- alimentare e nello specifico nella pastorizia. Dopo la prima edizione della Scuola giovani pastori tenutasi nel cuneese, abbiamo capito che il modello itinerante che avevamo in mente può funzionare anche in altre zone. Il nostro intento, oggi, è informare le nuove generazioni che esistono iniziative che aiutano a creare i presupposti per rimanere. La scuola è solo una di queste. L’Irpinia avrebbe tutto per essere una casa in cui stabilirsi e non un posto da cui fuggire. Le montagne, l’antica tradizione pastorale con esempi di transumanza ancora attivi, le eccellenze che insieme all’enoturismo e all’enogastronomia possono diventare un grande attrattore.  Il passo che deve fare il territorio è creare rete e siner­gia tra i vari attori, garantendo un circuito economico sano e sostenibile per chi vuole rimanere nel settore agroalimentare. In questa operazione è importan­tissimo soprattutto sostenere i giovani che vogliono rimanere con iniziative adeguate ai loro bisogni anche formativi. Questo tipo di lavori comporta esperienza, passione e fatica e la collaborazione di istituzioni, enti e associ­azioni a diversi livelli (nazionale, regionale, locale) con gli attori locali rilevanti. Poi ovviamente serve calibrare uno story telling adeguato sul territorio e sulla pastorizia: bisogna renderli accattivanti senza scadere nella retorica e nell’idillio”.

Entusiasta il dirigente scolastico Pietro Caterini che dichiara: ”Ringraziamo il CREA ncon la Rete Rurale Nazionale, l’Associazione Riabitare l’Italia per l’iniziativa rivolta agli studenti dell’agrario e dell’alberghiero di Avellino che, oggi più che mai, rappresentano la risorsa più importante per il nostro territorio che deve rispondere responsabilmente ai numeri dello spopolamento. Riappropriarsi di una professione così importante, soprattutto per le aziende che producono le produzioni del settore caseario, è un gran vantaggio da cui partire. La giornata di oggi, inoltre, deve dare a noi tutti lo slancio per le attività di sviluppo da mettere a sistema con tutte le aziende del territorio per la promozione dell’agroalimentare locale”

Secondo un’indagine sull’aree interne italiane, promossa dall’Associazione Riabitare l’Italia con il CREA e altri part­ner e intitolata “Giovani dentro”, il 67% dei giovani (19-39 anni) vorrebbe rima­nere nelle aree interne in cui vive. Solo il 9% del sondaggio considera, infatti, il lavoro agricolo e di pastorizia un ripie­go in mancanza di alternative lavora­tive.

Mentre il 94% vede almeno un motivo valido per lanciarsi in questo campo. I dati del report rappresentano un quad­ro molto chiaro: quello che manca sp­esso a chi vuole rimanere o spostarsi in provincia per cambiare vita sono gli strumenti, una rete di relazioni che li sostenga e le opportunità lavorative, non la passione e la voglia.

Da questa consapevolezza è nato il progetto Scuola Giovani Pastori. Ques­ta iniziativa è stata creata proprio per venire incontro ai giovani che vogliono avviare un’attività imprenditoriale di pastorizia rivalutando il circuito eco­nomico e ambientale di luoghi perif­erici.

Lo scopo del progetto portato avan­ti dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi di economia agraria) con la Rete Rurale Nazionale, l’Associazione Riabitare l’Italia e al­tri partner è quello di fornire agli stu­denti, selezionati tramite un bando, gli strumenti per avviare o riprendere at­tività di pastorizia secondo principi di sostenibilità sia economica che ambi­entale.

 

 

Valentina Taccone

Ufficio Stampa Istituto Agrario e per Geometri "De Sanctis - D'Agostino" di Avellino 

 

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