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Distretto conciario solofrano: una disamina sul suo stato di salute

Approfittando della chiusura estiva degli opifici conciari facciamo tracciare una disamina, dal sindacalista della Femca Cisl Campania, Giovanni Esposito, sullo stato di salute del distretto industriale solofrano. Chiediamo “Com’è l’andamento del polo conciario al momento?”“Il 2022 – risponde il sindacalista – è risultato buono per quanto riguarda i distretti della concia in generale, poi da giugno è cominciato il calo dovuto all’aumento dell’energia, dei prodotti chimici oltre le spese di depurazione. Il distretto industriale solofrano ha risentito dal gennaio 2023 una contrazione causata anche dalle situazioni geopolitiche, la guerra ed altro. Oggi la situazione, del polo conciario locale risulta altalenante nel senso che ci sono mesi dove si lavora e periodi di stasi”. “Sul piano occupazionale qual è la situazione?”. “Devo dire che non abbiamo subito licenziamenti anche perché Solofra presenta una sacca di lavoratori a tempo determinato e vengono rinnovati i contratti secondo le esigenze delle aziende. Abbiamo però delle situazioni critiche riguardanti un paio di aziende importanti. In una sono già terminati gli ammortizzatori sociali ed abbiamo effettuato in merito delle deroghe con la Regione Campania, ma sicuramente l’anno prossimo quest’azienda, per forza di cose, ridurrà il personale. In altre aziende importanti del distretto solofrano stiamo utilizzando gli ammortizzatori sociali più strutturali, cioè spiego: stiamo cercando di porre in campo una serie di azioni, riguardanti la fuoriuscita, ‘morbida’. Ossia i lavoratori che sono vicini, di un paio d’anni, al pensionamento tramite la NASPI verranno accompagnati alla pensione. Ciò nell’attesa di quella che può essere una ripresa del mercato che favorirebbe l’occupazione e l’economia di questo distretto”. “E sul prossimo contratto?”. Esposito precisa: “Come sindacato, visto che è scaduto il contratto nazionale della concia, abbiamo già presentato alla controparte la piattaforma rivendicativa con un incremento, un rafforzamento, di quello che sono i diritti, del welfare contrattuale chiedendo mediamente 260 euro di aumento al mese. Importante poi risulta la richiesta, da parte nostra, di rimodulare quelle che sono le qualifiche professionali. Spiego: abbiamo un vecchio inquadramento professionale (l’ultimo fatto una quindicina di anni fa), oggi, con le nuove tecnologie e situazioni che nascono in un’azienda, ci sono figure nuove che dovranno essere inquadrate col nuovo contratto nazionale. Quindi chiederemo alla controparte che da quando rinnoviamo, nell’arco massimo di un tempo limite, si dovrà creare una commissione che dovrà verificare ed individuare le nuove professionalità”.


Dante Grimaldi

 

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