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Le nuove frontiere della ricerca per l’agricoltura biologica italiana.

Alla Facoltà di Agraria di Portici presentati i progetti di punta per la filiera avicola e il packaging

 Aula gremita oggi, con circa duecento presenze tra Sala Cinese e collegamento da remoto per l’incontro sull’agricoltura biologica. Il Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II è in prima linea insieme all’Associazione Agricoltura e Vita. Matteo Ansanelli direttore dell’associazione ha aperto l’incontro citando Manlio Rossi Doria e Emilio Sereni, i due ex studenti di agraria qui a Portici. Sereni alla fine degli anni Cinquanta partecipò alla nascita dell’alleanza dei contadini (attuale CIA), che diede vita al Centro per l’Istruzione Agricola, CIPA (oggi Associazione Agricoltura è Vita) con l’obiettivo di mettere insieme mondo dell’agricoltura, ricerca ed Università. Obiettivo che celebra oggi il background valoriale dell’incontro.

 

Presentato quindi il progetto Pro.Fil.A (Proteine Filiera Avicola) che prevede il rafforzamento della filiera avicola biologica italiana attraverso la ricerca, la sperimentazione e la promozione di modelli ispirati al modello dell’agroecologia.

L’obiettivo del progetto Pro.Fil.A., coordinato dal prof. Massimo Fagnano, è quello rafforzare la filiera avicola biologica italiana valutando gli aspetti economici ed agro-ecologici della produzione locale/regionale di colture proteaginose (favino, pisello, lupino, canapa da seme). Ricercatori di differenti Università (Napoli, Ancona, Pollenzo CN, Potenza) hanno discusso sulle produzioni vegetali, alimentazione e benessere delle galline ovaiole, qualità delle uova, sostenibilità e risposta dei consumatori. Hanno contribuito al progetto le aziende Uovo d'Oro, Moscova Natura (Oasi rurale) e La Colombaia.

 

C’è da rimarcare che nel settore bio si assiste in Italia a un vero boom, con ritmi di crescita importanti sia in termini di superfici che di imprese biologiche (+40% negli ultimi 5 anni) e l’aumento, a inizio 2022, degli input produttivi del +21,1% per le carne avicola e del 50% per le uova. Tendenza che, nell’ultimo biennio, ha fatto registrare un aumento anche dei consumi di pollo biologico (+30%), mentre nel 2020, durante il lockdown, le vendite di uova bio hanno fatto un balzo del 9,6%. Sullo sfondo resta la carenza di offerta di alimenti proteici biologici, da destinare alle produzioni zootecniche avicole, criticità che ha determinato negli anni una dipendenza ormai cronica delle filiere biologiche avicole dalle importazioni di soia e dei suoi derivati.

 

Presente nei tavoli tematici il dottorando Lorenzo Rocchetti del dipartimento di Agraria Università Politecnica Marche (gruppo genetica agraria), che ha presentato uno studio sugli effetti della consociazione delle leguminose da granella con cereali: colture per la mangimistica, progetto sostenuto dal Ministero e con la partecipazione del gruppo Fileni. Paola Migliorini (Unina) ha poi illustrato le pratiche agroecologiche per la coltivazione di specie di interesse di interesse mangimistico in Campania e Piemonte, mentre il prof Di Francia ha fatto un focus sulle potenzialità della canapa nell’allevamento biologico delle ovaiole differenziando i due approcci, ruralità e filiera industriale.  

 

Importante lo spaccato sul prezzo equo esposto dal prof Gianni Cicia dell’Unina. Interessante poi lo studio in corso d’opera dell’Unina (dottoressa Cavallo) sul marketing e sovranità alimentare nel mercato delle uova, dove le scelte del consumatore si trova davanti ad un eccesso di attributi qualitativi che spesso non riesce a capire, per cui molto spesso la qualità perde la poltrona nella scala dei consumi.

Ha tratto le conclusioni della mattinata di lavori il presidente dell’associazione Agricoltura è Vita Stefano Francia che ha dichiarato: “In un momento di difficoltà come questo, dobbiamo puntare sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, che oggi si traduce in filiere sostenibili, dove si riconosce il giusto prezzo all’agricoltore. Servono maggiori investimenti che si traducono in sostenibilità sociale, perché è un dovere garantire il lavoro e ridurre la disoccupazione nelle aree rurali”.  Riuscire a trasferire le conoscenze dell’agro alimentare al cittadino è fondamentale. “Oggi abbiamo visto – prosegue Francia -  il valore della ricerca rispetto all’alimentazione sana e le strategie ci sono.  Agricoltura è vita punta a questo: mettere in comunicazione agricoltori e allevatori con i processi di ricerca ed Università . Questo è il giusto percorso per l’agricoltura per rispondere alla richiesta di un mondo che sta cambiando”.

Il saluto istituzionale della Cia è stato portato da Liana Agostinelli, presidente Agia Campania e vice presidente nazionale Agia- CIA. Hanno quindi animato una apprezzata performance gastronomica, i ragazzi della scuola di cucina e pasticceria Dolce e Salato diretta dallo chef Peppe D’Amico.

 

Protagonista della sessione pomeridiana un approfondimento sul tema delle pellicole biodegradabili per il packaging (Biodegrapak). Il progetto, coordinato dal prof Luigi Cembalo, ha come obiettivo lo studio dell’adozione, per i prodotti Biologici destinati alla quarta gamma, di pellicole EMAP innovative basate sull’utilizzo di materie prime rinnovabili per una migliore shelf life e qualità dei prodotti biologici. Ricercatori di differenti università (Napoli, Ancona, Palermo) e del CNR hanno discusso di aspetti legati alla produzione dei film biodegradabili per il packaging, degli effetti sulla conservazione dei prodotti, di sostenibilità delle filiere. Al progetto Biodegrapak partecipano le aziende Fattorie Vaira e AmicoBio.

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