Rems Avellino: Questione sicurezza, ancora un’aggressione
Chiesta, un mese fa, una riunione per migliorare il sistema organizzativo ma dal manager Asl nessuna risposta, adesso si rischia lo stato d’agitazione
Un’operatrice sanitaria con una prognosi di 5 giorni e la richiesta di un incontro urgente andata deserta. Al Rems di Avellino si ripetono scene già viste esattamente un mese fa. Quando, a seguito di alcune aggressioni come quella avvenuta la scorsa notte ai danni una operatrice da parte di un paziente a cui era stato effettuato un Tso, la Cisl Fp Funzione Pubblica Irpinia - Sannio, aveva chiesto, con somma urgenza, una riunione per discutere sul rafforzamento delle misure di protezione a favore del personale, dell’ampliamento della dotazione organica e di come migliorare la qualità del lavoro. Ma dal management dell’Asl, Direttore Generale Mario Ferrante e Direttrice Sanitaria Maria Concetta Conte, nessuna risposta. “È trascorso esattamente un mese dalle ultime aggressioni nella Residenza per la Esecuzione delle Misure di Sicurezza di San Nicola Baronia ad Avellino e siamo puntualmente punto e a capo”. Massimo Imparato coordinatore sanità pubblica privata e terzo settore della Cisl Funzione Pubblica Irpinia Sannio non ci sta all’ennesimo annuncio di solidarietà da parte dei dirigenti e chiede chiarezza. “Non si può pensare di pronunciare solo parole di circostanza nei confronti dei dipendenti che ogni giorno affrontano problemi e disagi di uno dei lavori più delicati che ci siano in ambito sanitario - spiega Imparato - adesso non possiamo aspettare, pretendiamo chiarezza da parte del management dell’azienda sanitaria con l’apertura immediata di un tavolo di confronto oppure saremo costretti ad intraprendere una serie di iniziative di protesta”. La Cisl Funzione Pubblica Irpinia Sannio non vuole soltanto esprimere il suo sostegno agli operatori della Rems ma si era posta l’obiettivo di instaurare un dialogo proficuo con il Direttore Generale Ferrante. “Ci aspettavamo una convocazione che però non è mai avvenuta e che speriamo avvenga in tempi brevi. - conclude Imparato - La carenza di protocolli sulle procedure generali e la carenza di infermieri e di O.S.S. stanno mettendo a serio rischio la continuità del servizio e la salute e la sicurezza del personale che deve poter lavorare in un contesto sereno. Non siamo più disponibili a sentire proclami di solidarietà senza poi entrare nel merito delle problematiche e di possibili soluzioni. Saremo costretti a chiamare in causa presso i tribunali competenti le amministrazioni per il danno psicofisico che stanno subendo il personale”. Obiettivo quello di migliorare il sistema organizzativo al fine di evitare episodi di violenza, e fronteggiare l’emergenza sicurezza