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Dopo la crociata contro il reddito di cittadinanza, ora tocca al superbonus 110

LiSiPo: "Decisione fallimentare"

Dopo l’infuocata crociata per l’abolizione del reddito di cittadinanza, ora è la volta del superbonus 110. Infatti il governo ha introdotto cambiamenti significativi riguardanti lo sconto in fattura e la cessione del credito relativamente al superbonus 110 a partire dall'entrata in vigore del  decreto legge approvato il 16 febbraio u.s. in Consiglio dei ministri. Così ha dichiarato il Segretario generale nazionale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) Antonio de Lieto: Sembra a giudizio del LI.SI.PO. che il governo Meloni sia molto preso a “stralciare” quanto di buono fatto dai precedenti governi (RDC e superbonus 110). Quanto decretato dal governo di certo – ha proseguito de Lieto - penalizza una fetta numericamente rilevante di cittadini che tra l’altro sono già attanagliati nella “morsa” degli aumenti indiscriminati dei generi di prima necessità, dell’energia elettrica, del carburante ecc. Certo lor signori al riguardo non hanno problemi, costoro hanno stipendi “stratosferici” indennità accessorie a parte, e come se non bastasse dispongono di uffici, segretari ecc. ovviamente a speso dello Stato, quindi soldi di tutti gli italiani compresi i percettori del reddito di cittadinanza e cittadini che a seguito dell’approvazione del decreto argomentato, si vedono cassare le agevolazione del superbonus 110. A parere del LI.SI.PO. – ha continuato de Lieto – il governo sembra allontanarsi sempre più dai problemi che vivono quotidianamente i cittadini, chiamati a fare sempre più sacrifici. La decisione varata dal governo – ha concluso il leader del LI.SI.PO. – produrrà effetti negativi facendo registrare fallimenti di imprese e relativi licenziamenti di lavoratori, con ripercussioni sul Pil. Certo il governo ha anche necessità di risparmiare ed in ragione di ciò sempre a parere del LI.SI.PO. ha deciso ed attuato quanto sopra evidenziato. A tal riguardo sempre nell’ottica del risparmio il LI.SI.PO. consiglia al governo tutto, di non spendere più soldi degli ITALIANI per l’invio di armi all’ucraina anche in considerazione che oltre il 50% degli ITALIANI è contrario.

 

Antonio Curci

 

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