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"La luna di Hannover: Diari di prigionia di Nevio Ferraro" di Patrizia Ferraro e Alessandro Fort

A cura di Manuela Moschin

Non si rimane indifferenti di fronte a un libro tanto intenso. Ricordo quando lessi il Diario di Anna Frank, ne rimasi sconvolta e se ci ripenso lo sono ancora. Leggere questi diari di Nevio Ferraro significa tentare di immaginare la profonda sofferenza che il padre di Patrizia dovette sopportare, lottando per la sopravvivenza. È certo che, tentare di immaginare non significa vivere in prima persona la tremenda esperienza di prigioniero. Questo libro permette di avvicinarci alla storia, che continua a non essere ascoltata, che continua a non diventare una maestra di vita. La storia, che dovrebbe insegnarci a non commettere gli stessi errori, funge solo da mero ricordo per i cari familiari dei protagonisti di truci battaglie.

“La luna di Hannover – diari di prigionia di Nevio Ferraro” rappresenta un profondo monito, affinché non accadano più situazioni drammatiche a tal punto da segnare l’esistenza di molte vite. Quando Patrizia decise di rivelare gli intimi sentimenti e i tormenti del padre, non sapeva che a breve sarebbe iniziata l’invasione russa dell’Ucraina. E se è vero che il caso non esiste, questo libro ne è la conferma. Immergiamoci allora in questo toccante scritto e nelle sue strazianti parole perché le memorie hanno lo scopo di essere rievocate e non sepolte o dimenticate. Per fortuna la storia di Nevio è andata a buon fine, poiché visse fino a 90 anni, ma quanti altri come lui si sono trovati a fronteggiare una simile condizione. Che fine avranno fatto quei prigionieri dei quali non sono più pervenute notizie?

Mi sono immedesimata nel lavoro certosino di Patrizia, cercando di comprendere le angosce che avrà vissuto interpretando la scrittura di una penna sofferta. Non deve essere stato per niente semplice. Chissà quante volte avrà percepito un nodo alla gola, quando dai diari vedeva sprigionare il dolore di un uomo inerme, succube di una guerra insulsa, come del resto lo sono tutte. Complimenti a Patrizia Ferraro e ad Alessandro Fort. Ammiro il vostro impegno nel rendere nota una testimonianza così preziosa. Nevio è sempre con voi, ne sono certa. Vorrei sottolineare che il padre di Patrizia fu un attore udinese, che ebbe una parte nella “Grande Guerra” di Monicelli, in cui conobbe Sordi, come riportato dal libro, che evidenzia un articolo di un quotidiano datato 24 giugno 2012.

"Il primo quaderno dei miei ricordi di prigionia è finito. Inizio il presente con la speranza di non arrivare a scrivere fino all'ultima pagina bianca. Che Iddio esaudisca questo desiderio e mi faccia ritornare presto in Italia". (da "La Luna di Hannover - Diari di prigionia di Nevio Ferraro").

Sinossi

Patrizia Ferraro, con l’aiuto di Alessandro Fort, cura l’edizione dei diari vergati dal padre Nevio “in presa diretta” durante la sua lunga prigionia nei lager tedeschi come I.M.I., ovvero Internato militare italiano. Tutto inizia venerdì 10 settembre 1943, quando i tedeschi occupano l’aeroporto militare di Padova dove Nevio Ferraro era di stanza, allievo del corso sottoufficiali dell’aeronautica. Due giorni prima l’Italia aveva firmato l’armistizio lasciando i militari italiani di fronte a una difficile scelta: arruolarsi nell’esercito nazifascista o accettare la prigionia. Nevio, come tantissimi altri, rifiuta di collaborare e viene deportato a Wietzendorf e poi ad Hannover: inizia una lunga e terribile lotta per la sopravvivenza che andrà oltre il giorno della liberazione, quasi quotidianamente appuntata e descritta nelle pagine di quaderni chissà come recuperati e portati fino a casa.

 

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