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La precarietà lavorativa dei giovani, i fondi del Pnrr e il futuro dell’automotive

La precarietà lavorativa dei giovani, i fondi del Pnrr e il futuro dell’automotive alla luce delle nuove disposizioni europee: questi alcuni punti della relazione introduttiva del segretario generale Uilm Campania, Crescenzo Auriemma, aprendo i lavori dell’11esimo congresso regionale Uilm Campania ‘Dalla deindustrializzazione alla transizione rilanciamo il settore’ alla presenza del segretario nazionale Uilm, Rocco Palombella, che domani concluderà la due giorni sindacale.

“Nel nostro Paese, nell’ultimo anno, abbiamo registrato un incremento della forza lavoro di milioni di assunzioni ma solo circa il 3,5% per cento dei lavoratori ha avuto un contratto a tempo indeterminato, il restante sono tutti contratti a pochi mesi e qualcuno a poche settimane. Crediamo sia indispensabile iniziare a parlare di come rendere stabili i posti di lavoro modificando radicalmente le regole della flessibilità e dando possibilità ai giovani di creare famiglia e far crescere l’economia. Solo così – ha sottolineato Auriemma - si può far riprendere la natalità in Italia che è ai minimi storici. E’ necessario ricostruire un modello di crescita economica, sociale e civile e l’unità delle parti sociali assume un ruolo fondamentale in questo paradigma”.

 

“I fondi destinati all’Italia della Next Generation EU sono un‘opportunità per rendere il Paese moderno ed efficiente. Il Pnrr – ha evidenziato il leader Uilm Campania - dovrà creare nuova occupazione e ridurre il divario tra Nord e Sud nella nostra nazione. La questione del Mezzogiorno deve ritornare ad essere al centro della politica. Purtroppo proprio al Sud e in Campania il lavoro continua a essere un tallone di Achille. Lo sviluppo del Paese passa attraverso il Mezzogiorno e non vogliamo essere più visti come quelli che vivono di assistenzialismo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza deve essere un’opportunità per attrarre nuovi investitori e nuove aziende soprattutto nella nostra regione, facendo incrociare la domanda con l’offerta di lavoro”.

Le preoccupazioni per il futuro sono tante: “Nei prossimi anni sarà indispensabile coniugare il modello economico con la sostenibilità ambientale, attraverso strategie che portino all’ottimizzazione delle risorse, alla riduzione degli sprechi e al rendere processi, materiali e macchinari orientati verso la sostenibilità. La comunità europea ha deciso che dal 2030 dovranno essere ridotte le emissioni di co2 del 55% per arrivare a zero emissioni nel 2050. Per effettuare questa transizione c’è bisogno di produrre energia senza fonti fossili e elettrificare la mobilità. Il maggiore impatto si avrà sull’Automotive. Questo influenzerà l’economia industriale in ogni suo aspetto. Una grande sfida ci attende, che deve essere raccolta e vinta. Nei primi quattro mesi di questo anno le immatricolazioni sono scese del 33% rispetto al 2021. Se questo dato lo misuriamo al periodo pre Covid al 2019, siamo al 44% . Un livello di vendita di auto paragonabile agli anni ‘60. Un’emergenza che ci deve far riflettere”.

“La Campania regredisce senza la manifattura ecco perché bisogna difendere i settori che ci sono e pensare allo sviluppo. Il Sud e il Paese hanno bisogno dell’industria – ha sottolineato Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania – Bisogna, inoltre, tutelare i lavoratori rinnovando bene i contratti e detassando gli aumenti contrattuali”. Sgambati ha poi parlato del futuro dell’organizzazione sindacale: “La Uil sta costruendo una forte riorganizzazione anche nella sua governance territoriale. E’ chiaro che i metalmeccanici hanno dato un supporto, ma dovranno continuare a darlo. Più forte è la rete delle categorie, maggiore sarà il ruolo di sentinelle dei delegati affinché la Uil non solo tuteli le lavoratrici e i lavoratori, ma anche le persone più fragili, allargando la nostra rete di protezione includendo quelli che oggi non rappresentiamo”, ha concluso.

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