Le popolazioni irpine e sannite ed i frequenti disservizi idrici
L’approssimarsi del Ferragosto riporta puntualmente alla ribalta delle cronache locali, e quindi all’attenzione generale delle popolazioni irpine e sannite, una diffusa situazione di criticità riguardante i frequenti disservizi idrici che interessano numerosi Comuni delle aree interne della Campania che, giova ricordare, contribuiscono con le loro risorse idriche all’approvvigionamento di gran parte del territorio regionale e delle Regioni vicine.
Ultimo ed emblematico caso riguarda il Comune di Ariano Irpino, con la netta presa di posizione del Sindaco del Comune del Tricolle, che in sostanza richiama l’Alto Calore Servizi ad una maggiore attenzione nella gestione delle reti idriche.
Non si è fatta attendere la risposta dell’Amministratore Unico della società di Corso Europa, che ha addebitato le innegabili criticità della gestione soprattutto a due fattori: il primo, legato a consumi notevolmente superiore alla media derivanti dalle temperature elevate delle ultime settimane - oltre che ad usi impropri da parte dell’utenza, il secondo – di tipo strutturale – dipendente dall’inadeguatezza delle reti che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno abbondantemente superato la “vita utile” e che necessiterebbero, pertanto, di interventi di natura straordinaria.
Da diverso tempo Filctem CGIL sta evidenziando, e le parole del Presidente Ciarcia lo confermano, che in un siffatto quadro, non è più possibile parlare di situazioni emergenziali, ma lo stato delle reti richiede una soluzione rapida, efficace e duratura nel tempo, che non può essere rappresentata da sporadici interventi di sostituzione di alcuni tratti di tubazioni, i quali - se non sono inquadrati in un progetto organico - non fanno altro che “spostare” di qualche centinaia di metri la criticità.
Ma chi meglio del gestore, quindi di Alto Calore Servizi, può supportare i proprietari delle reti idriche (ovvero i Comuni per quanto riguarda le reti di distribuzione e la Regione per gli acquedotti principali) nell’individuare gli ormai improcrastinabili interventi di ammodernamento delle reti ?possibile che problemi che si ripetono da almeno un decennio ACS non abbia disponibili progetti immediatamente esecutivi per le risoluzioni di tali problematiche.. è accettabile tutto ciò nel 2021.
Riteniamo, infatti, che la gestione di un acquedotto non possa prescindere dal ricorso alle nuove tecnologie disponibili che consentono di monitorare in tempo reale i principali parametri idraulici, per tutti i “rami” acquedottistici gestiti, quali ad esempio le portate in ingresso ed in uscita e le pressioni nei nodi principali delle reti, il tutto finalizzato ad eliminare (o quanto meno a ridurre) i disservizi, ma soprattutto a salvaguardare efficacemente le risorse idriche, nell’ottica di una gestione sostenibile delle stesse.
Auspichiamo, quindi, che la dichiarata disponibilità della storica azienda acquedottistica ad affrontare, insieme ai Comuni soci, le criticità strutturali delle infrastrutture gestite non rappresenti un modo per aggirare, o quanto meno rimandare, il problema ma che costituisca il punto di partenza per l’effettivo rilancio di un settore, quello del servizio idrico, delicato e strategico per le popolazioni e le attività produttive delle aree interne della Campania.
Al presidente un atto di trasparenza sulla reale possibilità da parte della società di predisporre tali progetti, in caso contrario bisogna trovare soluzioni alternative.
ACS solleva ogni giorno inverto o estate il doppio dell’acqua che serve per fornire tutti gli utenti con un consumo energetico pari a 40.000 euro al giorno di cuoi 20.000 euro vanno sprecati.. quante opere si possono finanziare con tale risparmio, perché i 19 progetti annualità 2019/2020 sono fermi perché non si spendono i 60.000.000 missi a disposizione delle regione…
Bisogna che tali domande trovino risposte immediate e nei fatti, si è discusso per 10 anni ormai.