I doni dell’Epifania
Con l’arrivo dell’Epifania, termina il periodo natalizio che – mai come quest’anno – è stato la cartina di tornasole vera del momento di crisi, che deriva dalla pandemia.
I segnali di miglioramento della condizione pandemica sono, invero, molto flebili: le vaccinazioni procedono, ma il raggiungimento dell’immunità di gregge è, ancora, un obiettivo ben lungi dall’essere conseguito.
I livelli di contagio, in molte regioni, sono sotto controllo, mentre in altre hanno raggiunto standard preoccupanti, per cui, come nel corso della prima fase della pandemia, la situazione epidemiologica non è omogenea sull’intero territorio nazionale.
In questa condizione, i sacrifici compiuti finora sono stati necessari, ma ancora non sufficienti, perché è ovvio che l’uscita dal tunnel non è prossima.
È, peraltro, evidente che anche a livello europeo le incertezze non mancano: non è un caso se molti Paesi importanti hanno chiuso le scuole ed hanno imposto un lockdown stretto, come fu quello che noi abbiamo vissuto a cavallo fra i mesi di marzo e di maggio del 2020.
In questi momenti così delicati per tutti, è ridondante sottolineare che solo lo spirito di comunità può sorreggere gli sforzi collettivi per uscire dal dramma attuale.
Gli Italiani, in frangenti analoghi, hanno sempre dimostrato di possedere senso della nazione e capacità di costruire scenari di rinnovamento, senza i quali la crisi rischierebbe di implodere e di generare conseguenze preoccupanti, al di là dei già terribili esiti sanitari.
Bisogna rimboccarsi le maniche e costruire il futuro prossimo, come molto giustamente ha auspicato il Presidente della Repubblica nel discorso di San Silvestro: le distinzioni e le differenze devono divenire oggetto di sintesi, perché solo con atteggiamento positivo si può ricostruire la comunità nazionale e darle una speranza concreta di uscita dalla pandemia.
Questi sarebbero i migliori doni, che l’Epifania ci può portare: sentimento comunitario, forza e spirito di costruzione.
Solo così, potremmo dire che la traversata del deserto sta finendo e che stiamo giungendo in un luogo più ameno e sicuro di quello odierno.
Rosario Pesce