Il piano Marshall dei Cinesi
A volte, le sconfitte possono divenire dei successi.
È il caso, forse, della Cina all’indomani del superamento della crisi sanitaria in Oriente?
Infatti, dopo aver dichiarato conclusa la fase emergenziale nel loro Paese, i Cinesi hanno inviato in Italia medici, operatori e logistica allo scopo di dare un aiuto al nostro Sistema Sanitario nel momento più acuto della crisi per noi.
Un’iniziativa, certamente, encomiabile e preziosa, visto che i medici cinesi posseggono i dati della loro esperienza, che possono essere molto utili per i nostri medici nell’affrontare un morbo che, al momento, ha causato duemila defunti e ventimila contagi circa.
Peraltro, si sa bene che i rapporti commerciali fra l’Italia e la Cina sono molto forti, come dimostra l’ultimo accordo internazionale (quello denominato “La via della seta”) stipulato fra il nostro Paese ed i Cinesi, ben prima che scoppiasse la crisi sanitaria.
D’altronde, già oggi i Cinesi sono molto radicati in Italia, sia attraverso la rete di piccole e medie industrie, che hanno sia al Nord che al Sud, sia attraverso la partecipazione finanziaria in importanti asset produttivi e finanziari.
Ed, allora, qual è il loro obiettivo economico e politico?
Espandersi ulteriormente in Italia ed in quei Paesi europei che, vista l’emergenza sanitaria, apriranno loro le porte per essere soccorsi sia in termini di risorse materiali, che clinico-scientifiche?
Siamo, forse, in presenza di un nuovo Piano Marshall, questa volta fatto dai Cinesi, visto che l’Europa è sorda e chiusa nell’egoismo delle singole nazioni e gli Stati Uniti di America, con Trump, hanno rinunciato ad esercitare una leadership - legittima ed autorevole - sul mondo intero, diventando la macchietta di loro stessi?
Forse, siamo alla vigilia di una svolta epocale, che porterà il nostro Paese nella sfera (economica e politica) di influenza cinese?
Quali conseguenze, per il nostro mercato e per la nostra democrazia, può portare una simile ipotesi? Forse, il XXI secolo creerà un assetto geopolitico ben diverso da quello del post-Secondo Conflitto Mondiale?
Forse, un virus infernale, dopo aver cagionato morti e sofferenze in ogni angolo del mondo, creerà le condizioni per un quadro complessivo di relazioni differente da quello degli ultimi settant’anni?
Sono quesiti a cui potremo dare una risposta solo sopravvivendo allo stesso virus, che rischia di cambiare il mondo, nostro malgrado.
Rosario Pesce