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Solofra. Castelluccia: campana, antenna, gabbiotto e croce … deturpano il paesaggio?

La Castelluccia ha sempre affascinato i ragazzi di Solofra e dintorni, soprattutto quando non era ancora un santuario, e, anche a piedi, non era facile accedervi. Da Sant’Andrea, la strada era poco meno che un viottolo, ma occorreva scalare “Santu Marc”. Poi era facile giungere al viale del santuario.

Giunti alla chiesa, era “obbligatorio” correre a suonare la campanella e, poi, via, …“for e’ scogli” ad ammirare Solofra dall’alto e a guardare le macchine lungo l’autostrada, … almeno fin dove la vista permetteva!

La Castelluccia era soprattutto un luogo di libertà. Un modo per passare la notte in montagna in ripari fatti di frasche e cartoni che riparavano poco o nulla, ma che bastavano a farci vincere la paura di imprecisati animali che si raccontava infestassero la zona …

Per il resto, nessun problema: lassù, l’acqua non c’era e la portavamo; non c’era da mangiare e lo portavamo; non c’era la corrente e ci arrangiavamo con torce e falò; non c’erano i bagni, ... e ci arrangiavamo comunque! 

Ed i sogni? … Quelli, non mancavano.  Il mattino ci vedeva ammaccati nel fisico, ma uniti e solidali nell’animo, consci che l’aver condiviso cibo, sonno e sogni, avrebbe dato a tutti noi più forza per affrontare la vita.

La bandapiccola, ormai quasi scomparsa (formata da un tamburo grande e da uno piccolo, dai piattini e dalla magica ciaramella), suonava la colonna sonora della nostra festa. Quella musica dai suoni acuti e dal ritmo arrembante - così diverso dalle altre tarantelle - e quei balli dalle movenze tribali, fanno ormai irrimediabilmente parte del nostro DNA.  …

… C’era una volta la Castelluccia, luogo impervio ed isolato in cui, a ferragosto, si teneva una breve e allegra festa, fatta di novena, processione, bandapiccola, meloni, subretta, nucelle, cupete e …cucina per pochi commensali. … Ma qualcuno pensò di trasformarla in un’attrazione turistica.

Così, per bypassare la vecchia e impervia mulattiera, intorno agli anni ’80 (?), è stata costruita una vera e propria strada carrabile a due corsie (oggi, ancora non transitabile per periodici incendi e caduta massi!), sventrando letteralmente il monte San Marco: da allora, quasi tutti gli interventi umani in Castelluccia sono stati una diminutio per la natura!

Gli anziani dicono che sarebbe stato più agevole e meno dispendioso realizzare la stessa strada salendo da Visciglito senza sventrare la montagna: ma, i politici, si sa, …seguono sempre la strada più onerosa!

QUANTO ALLA CASTELLUCCIA, il viale esterno all’area della Chiesa (di circa 100 metri), è stato impreziosito da filari di tigli, che oggi sono un vero e proprio spettacolo: innaffiarli e farli crescere ha richiesto, però, la caparbietà, la passione ed il lavoro di tanti, … molti dei quali oggi non ci sono più e meriterebbero di essere ricordati almeno con una targa.

L’antico arco di ingresso in pietra è stato abbattuto, credo nel 1986, e sostituito da un orrendo arco in cemento armato. Il vecchio locale adiacente all’ingresso, è stato trasformato in cucina: è stato anche ampliato, sul retro, con una baracca di legno e lamiere, e, lateralmente, con una loggia in cemento destinata ad ospitare commensali…

Di fronte alla cucina, l’area di libero ristoro è servita da tre mausolei (chioschi) - uno in cemento armato e legno, un altro in cemento armato e metallo ed un terzo, solo in legno (non antisismico!) - destinati ad ospitare picnic di gente che, troppo spesso, è ben lieta di lasciare sul posto i propri rifiuti!

Il viale interno, invece, è stato cementificato ed “abbellito” con piatto e incerto pietrame, così come le panche ricavate ai lati dello stesso. A destra della Chiesa è stato realizzato un fortificato palco in cemento e ferro destinato ad ospitare artisti di peso, … sanremesi e non!

A fianco del palco c’è il ricovero dell’ovino chiuso con catena e lucchetto (!), destinato ad ospitare l’agnello: non l’agnus Dei votato alla redenzione dell'umanità, … ma proprio quello vivo, in carne ed ossa,  destinato a soddisfare il palato del fortunato vincitore del sorteggio.

Qualche anno fa, ignoti simil esseri umani hanno rubato la vecchia campanella della Chiesa che era la voce della Castelluccia: finché c’è stata, … chi non l’ha mai suonata?

La vecchia campanella è stata sostituita da tre campane - che ora battono anche le ore - poste all’esterno della chiesa (sul lato sx), poggiate su un orribile e ingombrante trespolo metallico alto circa 5 mt, recintato e videosorvegliato: così la deturpazione del paesaggio, è anche … garantita e documentata!

Dal punto di vista ambientale il retro della Chiesa dà il meglio di sé: fino all’estate 2016 ospitava solo una grossa antenna radiofonica alta circa 15 mt ed una casupola in cemento armato.

Per l’estate 2017 è stata, invece, aggiunta una ulteriore casupola in cemento, di colore verde, anch’essa orribile, …così non sfigura con quella vecchia! … Di fianco, viste le fondazioni, seguirà un’altra antenna-torre?

Più che il retro di una Chiesa, sembra un’area industriale dismessa!

I famosi scogli panoramici sono invasi da un orrendo gabbiotto metallico che ospita un’ingombrante croce, alta circa tre metri, credo anche luminosa, posta “a protezione” della Castelluccia!

… MA, … CON TUTTO IL RISPETTO, … NON SI POTEVA SCEGLIERE UN ALTRO POSTO?

Per nostalgici motivi affettivi non frequentavo la Castelluccia da anni, ma, in una recente escursione mattutina, mi ha molto colpito un cartello, posto in più zone, che recita: … “Si Prega di rispettare L’AMBIENTE Luogo Sacro”! E mi sono subito chiesto chi, in quel luogo, non avesse rispettato l’ambiente?

Così, ho iniziato guardare la Castelluccia … con gli occhi del marziano!

Per essere più oggettivo possibile, nel pomeriggio, sono tornato sul posto con un amico fotografo (… per passione, dice lui, …ma S.D.M. è anche bravo!) per documentare tutto nei dettagli e da vari punti di vista.

Il pensiero corre un po’ ad un campo di concentramento. … E più che un luogo di sogni e di libertà, sembra una prigione: troppi cancelli, baracche, recinti con catene, porte di ferro sprangate, trespoli per campane, recinzioni metalliche, pali di cemento, antenne di trasmissioni, altoparlanti e anche tanta videosorveglianza! … Manco fossimo ad Alcatraz! … Per proteggere, poi, cosa?  

Il quadro che viene fuori dalle foto, è molto più triste della percezione visiva avuta la mattina.

Mi rendo conto che criticare con il senno di “poi” cose fatte da altri, è facile. … Ma era oggettivamente difficile, se non impossibile, parlare “prima” o “durante”.

Chiunque, in qualche modo, dissentiva per la eccessiva cementificazione della Castelluccia e per la totale assenza di programmazione, era tacciato di disfattismo.

E a chi si azzardava a chieder pubblicamente conto di entrate e spese, i vari comitati, accampavano strane scuse: qualcuno asseriva, addirittura, che i dati non si potevano diffondere … per “colpa” della finanza!

In ogni caso, i dati delle entrate e delle uscite non sono stati mai pubblicati.

Credo, comunque, nella signorilità di tutti i volontari che, in assoluta buona fede e senza alcun tornaconto, hanno operato sulla Castelluccia, … ma non si può tacere sui risultati!

Essi sono evidenti e visibili a tutti. Sono per lo più orribili, fuori da ogni contesto paesaggistico montano, …ma tutti tacciono per “non compromettersi” con parroci e capetti di comitati vari, o per non urtare la “professionalità” dei vari «mast’» che, a turno, hanno operato lo scempio.

E lo scempio è talmente evidente che non è necessario essere degli esperti per riconoscerlo.

Spesso, più che con buona volontà ed in buona fede, si è operato con presunzione e vanità, ritenendo di essere onniscienti, evitando o ignorando pareri di esperti professionisti della materia paesaggistica!

Ormai il danno è fatto: … siamo esseri umani e tutti sbagliamo!

Aver voluto trasformare la Castelluccia in villaggio turistico (con annesso ristorante), in un luogo privo persino di acqua potabile e di una strada ufficialmente percorribile, ha progressivamente svilito la religiosità della festa, facendo convergere tutto sugli aspetti commerciali!

C’è stato un tempo in cui, ad agosto, la cucina della Castelluccia, faceva addirittura concorrenza ai ristoranti del serinese, accaparrandosi compleanni e numerosi pranzi o cene aziendali per le ferie estive.

Diciamo la verità: d’estate, oltre che per fede, si andava in Castelluccia per godere della frescura del luogo, e per assaporare la cucina dello Chef: … o’ scarpariello, o’ spaghett’ e Trimminiell’ (famoso brigante), past’ e fasul’, l’Agnello, o’ piezz’ e stock, o’ baccalà, una bistecca o un bel panino con la salciccia!

Ma i tempi cambiano e le leggi (anche religiose) valgono dappertutto.

Così, finita la cantina, … finita la festa?  Non è proprio così, ma quasi.

Nemmeno le bancarelle vengono più!L’aspetto commerciale è quasi totalmente svanito.  

Resiste, per fortuna, l’aspetto religioso di sempre: la novena dell’Assunta e la processione del 15 agosto.

Pur trattandosi di un Luogo Sacro, la Castelluccia, è anche un luogo privato in cui la natura è davvero senza difesa: … sarei felicissimo se, ivi, non vi fossero più spontanee realizzazioni edilizie frutto di mistiche illuminazioni e/o di sincera buona volontà, che si sono -  purtroppo -  rivelate molto nocive per l’ambiente.

Diciamo la verità e diciamola tutta: se dovessimo subire un qualsiasi intervento chirurgico, nessuno di noi si affiderebbe ad un soggetto che ha illuminazioni mistiche o ad uno dotato solo di sincera buona volontà, ma sceglierebbe un esperto chirurgo professionista!

Lo stesso vale per gli “interventi paesaggistici” sulla Castelluccia! … se potesse, la natura, ringrazierebbe devotamente, con un cartello, tutti coloro che si asterranno o rinunceranno a realizzare in loco, qualsiasi, ulteriore, intervento edilizio-urbanistico!

mariomartucci

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