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Il PRC sulla "fase 2" al comune di Avellino

Ieri con la surroga dei consiglieri comunali a seguito delle nomine degli assessori si è aperta definitivamente la famigerata “fase 2” dell’amministrazione cittadina.

La crisi aperta dall’ex sindaco Festa sembra quindi risolta, ufficialmente grazie alla sottoscrizione di un documento con indicazioni programmatiche che nella sua genericità poco spiega di quanto realmente avvenuto. D’altra parte è lo stesso consigliere di maggioranza De Simone (l’unico ad aver aperto bocca) a spiegare la bizzarra teoria che le questioni politiche si debbano risolvere “negli spogliatoi” e non alla luce del sole, magari in consiglio comunale.

Qualcosa in più ci hanno detto le esternazioni dei protagonisti alla stampa, con Festa che ha rassicurato la Nargi di poter continuare per i prossimi quattro anni dopo averla commissariata con i suoi fedelissimi in quasi ogni casella della giunta e con Nargi ad assicurare il suo sostegno alla prossima avventura elettorale di Festa.

Un classico accordo di scambio, in cui è totalmente assente qualsiasi accenno di tensione politica e ideale, se è vero che la lista Davvero di futura presentazione sta avendo interlocuzioni dal centrosinistra, a De Luca, al centrodestra, nella logica del miglior offerente.

Vedremo all’opera questa amministrazione, in cui sono presenti volti nuovi insieme a vecchie conoscenze del sistema di potere consolidato degli ultimi quindici anni, con buona pace del civismo rinnovatore.

Alcune considerazioni però possiamo già farle.

Delle due l’una, se la sindaca rivendica il buon lavoro fatto dagli assessori tecnici, non si capisce perché ha dovuto mandarli a casa dopo solo pochi mesi, se non per la logica dell’occupazione delle poltrone. D’altra parte, se la nuova giunta ha le competenze per governare adesso, non si capisce perché non avrebbe dovuto farlo già quattro mesi fa.

La risposta è evidentemente nel condizionamento di questa consiliatura da parte delle vicende giudiziarie che si è cercato di aggirare, quando l’interesse della città avrebbe consigliato un passo indietro da parte dei protagonisti per sgombrare il campo da ogni sospetto.

Per quanto riguarda l’opposizione consiliare, ci auguriamo che si siano chiusi definitivamente i tentativi di sponda del PD alla sindaca in funzione anti-Festa nella speranza di rientrare al potere dalla finestra dopo essere stati cacciati dalla porta. Non è quella la strada per costruire un’alternativa credibile a questa amministrazione. D’altra parte sono inaccettabili le parole di Antonio Gengaro sul centro e le periferie. Al netto di una quota di voto di bisogno, il voto dei quartieri è un voto libero che ha punito il PD e i suoi alleati per un desiderio forte di cambiamento, che il quinquennio festiano, nel suo ubriacante velleitarismo ha in qualche modo provato ad incarnare. 

Il voto del centro cittadino è in parte voto libero anch’esso, ma la borghesia cittadina è beneficiaria di quel blocco di potere che il PD delle ZTL incarna da sempre.  Quell’intreccio di clientele, corporativismo, familismo e intrecci economici che col voto di opinione hanno poco a che fare.

Bisogna ripartire dallo scardinare queste dinamiche a tutti i livelli, se si vuole costruire un’alternativa libera e democratica.

Costantino D’Argenio

Partito della Rifondazione Comunista - Avellino

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