Solofra. In dirittura d'arrivo la fine dell'attività estrattiva di Cava Turci?
Il tempo passa, eccome!
Cosi sono trascorsi anche i quattro anni di ulteriore proroga dell'attività estrattiva nella cava di Turci, previsti dal D.D. n° 51 del 23.09.2020: scaduto il termine la CAVE.MAR SRL dovrà obbligatoriamente cessare l'attività in quel di Turci, con buona pace dei cittadini e del Monte Elefante.
Andando a ritroso nel tempo, sembra che a Turci la cava sia sempre esistita come la conosciamo oggi, ma non è così. Nei primi anni di attività, il centro abitato era ancora molto lontano e la coltivazione artigianale (l'estrazione del materiale calcareo in superfice), scandiva, anche sonoramente (per l'impiego di materiale esplodente), la vita dei solofrani.
Con l'avvento della "CAVE.MAR. srl”, la coltivazione della Cava di Turci ha assunto carattere industriale. Negli ultimi 12 anni i volumi sono enormemente cresciuti e con essi è aumentato l'accanimento terapeutico sulle pendici del Monte Elefante, legittimamente autorizzato dalla Regione Campania in virtù dei Decreti Dirigenziali n. 50 del 04/06/2012 e n° 51 del 23.09.2020.
Il Comune di Solofra si è opposto all'attività estrattiva con diversi ricorsi amministrativi (al Tar e al C. di S.), rimettendoci più di 50 mila euro in spese legali: 39.370,05 euro solo per spese legali liquidate a favore della stessa CAVE.MAR. SRL (Determina n°250/2017 R.G. 518).
Nel 2012 la Regione Campania ha autorizzato (D.D. n. 50 del 04/06/2012), la prosecuzione della coltivazione della cava di Turci concedendo addirittura un ampliamento del 30% della superficie estraibile, pari a circa 373.621 mc su una superfice di 58.032 mq (più o meno un cubo delle dimensioni di un campo di calcio lungo 110 metri, largo 70 alto 50!).
Il piano di recupero e la riqualificazione ambientale finalizzata al riuso della stessa area di cava dovevano viaggiare all'unisono, ma. osservando il Monte Elefante, è facile constatare che ciò non è affatto avvenuto!
A garanzia della ricomposizione ambientale, è stata anche prestata una fideiussione di euro 550.000,00 a favore della Regione Campania, mai escussa.
Come già accennato all'inizio, con D.D. n° 51 del 23.09.2020, la Regione ha prorogato di ulteriori di 4 anni la scadenza dell'originaria autorizzazione. A rigore, dal 23.09.2020 (data del D.D. n°51), l'autorizzazione sarebbe già scaduta. La proroga, però, decorre non dalla data del detto D.D. n° 51 (23.09.2020), ma dalla data di effettivo inizio dei lavori di scavo, comunicata dalla CAVE.MAR. SRL al Settore 6 Settore provinciale del Genio Civile - Avellino (A.G.C. 15). Trattandosi di Autorizzazione Regionale, il Comune non è a conoscenza della data di inizio dei lavori che la CAVE.MAR. SRL era tenuta a comunicare solo al Genio Civile di Avellino, per cui non sa nemmeno se può intervenire o meno per far cessare la coltivazione.
Sulla questione cava, però, l'Amministrazione Moretti (in politica da oltre 40 anni!) è totalmente all'oscuro, sia degli atti che dei fatti e si è dimostrata assolutamente impreparata.
Come riportato da ITV (https://www.facebook.com/watch/?v=773430205002403) nella riunione convocata a palazzo Orsini l'8 luglio 2024 tra la CAVE.MAR. SRL e varie Associazioni cittadine (compresa Legambiente) che hanno a cuore le sorti del Monte Elefante, il Sindaco Moretti ha fatto sfoggio di tutta la sua inadeguatezza istituzionale: ignorava completamente le questioni giuridico-amministrative sottese all'attività estrattiva a Turci; credeva che la "CAVE.MAR. SRL” fosse proprietaria dell'intera area di cava (estesa circa 58 mila mq) e avesse un'autorizzazione regionale valida ancora per altri dieci anni!
Non è minimamente concepibile che il Sindaco di Solofra (Moretti?) ignori che il Comune è proprietario di una gran parte dell'area di cava, la migliore, quella piana, quella più prossima alla strada, estesa mq 23.447 (F.4 P.lle 57, 60, 61 e 62), concessa in enfiteusi alla "CAVE.MAR. SRL" con l'obbligo di migliorare il fondo e di corrispondere un canone periodico.
Così, anziché informarsi sulla scadenza dell'autorizzazione estrattiva a Turci rilasciata alla "CAVE. MAR. SRL", voleva affidare alla stessa la riconversione della cava in attività sportive, per fare addirittura delle piscine!
Quanto al riuso delle aree di cava, poi, ai sensi dell'alt 32 della L. R. n° 54 del 13.12.1985, il Comune è legittimato ex se a presentare alla Regione un proprio progetto di ricomposizione ambientale della cava dismessa: per Comuni e Comunità Montane sono previsti contributi fino al 75% della spesa.
Le cave non durano mai in eterno e anche per quella di Turci è finalmente giunta l'ora di andare in pensione: chiunque abbia a cuore le sorti del Monte Elefante e la salute dei cittadini, non può non essere felice per la fine della deturpazione di questa parte del territorio montano...
Eliana Visone