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Tempo Ordinario: Domenica II dell'Anno C (2024-25)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Ordinario: Domenica II dell'Anno C (2024-25)

Introduzione. Isaia parla dell’amore di Dio per il popolo ebreo; Giovanni del miracolo che opera Gesù a una festa di nozze; Paolo dei carismi per il servizio della  Chiesa.

I - Isaia 62,1-5 - (a) Dio in Isaia dichiara il suo amore per il popolo eletto: Per amore di Sion … per amore di Gerusalemme, e il suo proposito: tacerò e mi concederò riposo, solo quando esso vivrà con giustizia, secondo le leggi divine, e avrà la salvezza (1). Allora il popolo diventerà come una magnifica corona e un diadema regale, gioielli preziosissimi, ben custoditi nella mano del Signore,… nella palma del suo Dio (3). Sarà chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà. Nessuno la chiamerà più Abbandonata (da Dio), né la sua terra sarà più detta Devastata (4) dagli uomini, perché in balia dei nemici; ma sarà chiamata Mia Gioia e la sua terra Sposata, perché il Signore stesso troverà in lei la sua delizia e la sua terra avrà uno sposo (4); in effetti il suo Dio gioirà per lei, come gioisce lo sposo per la sposa (5) e i suoi figli abiteranno nella loro terra, come lo sposo abita con la sposa (5 Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli). Dio amava il popolo eletto infedele e tutti i popoli peccatori e ne voleva la salvezza. La vuole per ciascun uomo e gliene dà la grazia. Siamo sempre preziosi agli occhi di Dio, che ci ama con gioia, quando facciamo la sua volontà, e con sofferenza, quando rifiutiamo di farla. (b) Allora tutte le genti vedranno la… giustizia del popolo ebreo e la… gloria, che Dio gli darà (2), e lo indicheranno col nome nuovo, che rivela la sua trasformazione; noteranno la presenza e l’opera di Dio a suo favore, che rivela il Suo amore. Così Dio ama ciascuno di noi e perciò ci dona Gesù, Dio e uomo e Salvatore.

II - Giovanni 2,1-11 – 1. Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea, a circa 15 km da Nazaret, e c’era presente Maria, la madre di Gesù (1). Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli (2), forse i primi sei: i nominati Andrea col fratello Pietro, Filippo e Natanaele e l’innominato Giovanni (Gv 1,37.40.43.45), forse col fratello Giacomo. La madre di Gesù – forse per prima? - si accorse che era venuto a mancare il vino; forse lì era di casa e faceva da “padrona”: in effetti appare la sua autorità sui servi (cfr. 5). Subito Lei gli disse: «Non hanno vino» (3), come invito implicito a fare qualcosa. Gesù Le si rivolse con la parola Donna (4), che è titolo di amore rispettoso, usato da Lui anche sul Calvario (Gv 19,26), e con che vuoi da me? (4), che afferma differenza dal suo modo di pensare; aggiunse il motivo di questa differenza: Non è ancora giunta la mia ora (4), che significava almeno che non era ancora arrivato il tempo di manifestarsi in pubblico. La risposta non dovette apparire a Sua madre un rifiuto, perché Lei disse ai servitori di presentarsi a Gesù e di obbedirgli: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (5). (a) Gesù non dice a Maria un no netto, ma solo la ragione del no, per riservarsi lo spazio di poter dire , senza contraddirsi (cfr. Mt 15,21-28). Gesù ha detto con la bocca: no, e col cuore: . Teniamoci sempre uniti a Gesù e Maria in ogni nostra azione, come fa il bambino che si mantiene sempre vicino ai genitori. Gesù è nel nostro cuore per la fede (Ef 3,17) e la carità (Gv 14,23) con presenza soprannaturale, mentre in quanto Dio è presente dappertutto; in ogni caso dal battesimo in poi siamo sempre membra del suo corpo: membra vive, se stiamo in grazia di Dio, o membra morte per un peccato grave, e possiamo ridiventare vive con la confessione o con l'atto di amore o di dolore perfetto. Anche Maria, perché è risorta, si rende presente con la sua incessante intercessione e protezione e per la nostra invocazione, contemplazione e imitazione: come sostengono Padri della Chiesa, teologi e mistici. La presenza di Gesù e Maria è sorgente di grazie spirituali sempre, e anche materiali. (b) Il Ven. Pietro-Giuseppe Picot de Clorivière (+1820) sostiene che Giovanni ci presenta Maria, che ottiene con il suo intervento il primo miracolo di Gesù all’inizio della sua vita pubblica, per far capire che Egli opera tutti gli altri miracoli per intercessione implicita o esplicita della Madre. L'intercessione di Gesù presso il Padre è perenne per noi (Rm 8,34; Eb 7,25) e lo è anche quella di Maria presso Gesù.

2. (a) Gesù ordinò ai servi: «Riempite d’acqua le anfore» (7); erano le sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudeicontenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri (6), tutte insieme da 500 a 600 litri; e le riempirono subito fino all’orlo (7). Gesù poi ordinò qualcosa di più complicato: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Portare l’acqua appena attinta invece del vino? Ed essi gliene portarono subito (8): quindi, con molta fede in Gesù, i servi obbediscono ancora e si scopre il miracolo: Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora» (9-10). Il miracolo si deve alla potenza e bontà di Gesù, alla fede e fiducia e intercessione di Maria e alla docilità dei servi. Facciamo la volontà di Dio nella vita quotidiana alla presenza di Gesù e Maria e i miracoli verranno. (b) Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (11). Gesù manifesta la sua gloria ai futuri Apostoli, che si rafforzano nella fede in lui e sicuramente contagiano anche gli altri presenti. Dio continua a operare i miracoli, come sappiamo dalla storia della Chiesa, anche di oggi: il Papa canonizza un Servo di Dio solo se sono avvenuti almeno due miracoli per la sua intercessione (e per la fede di chi li richiede).

III - 1Corinzi 12,4-11 - (a) Paolo parla della vita dei cristiani, che formano la Chiesa, e riconduce le sue espressioni alle Persone della Trinità (2): attribuisce i carismi allo Spirito: Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito (4), i ministeri o servizi a Gesù: vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore (5), venuto per servire (Mt 20,28), e le attività al Padre: vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti (6) con potenza infinita. S. Paolo vede Padre e Figlio e Spirito sempre all'opera nella Chiesa, per conservarla e per far crescere i fedeli. Chiediamo i doni della fede e dell’intelletto, per percepire anche noi queste realtà soprannaturali e gustarle. (b) Circa i carismi S. Paolo dichiara: nella Chiesa tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito (11; cfr. 7.8.9), che è il Dono e sorgente dei doni (Rm 5,5), distribuendole a ciascuno come vuole (11). A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune (7), per l'utilità e servizio della comunità. Paolo elenca 9 di questi carismi, a cui vanno aggiunti altri, ricordati altrove (Rm 12,6-8; Ef 4,11). Non ci è molto chiara la distinzione fra i vari carismi. Il linguaggio di sapienza (8) potrebbe essere quello dei teologi ispirati; il linguaggio di conoscenza quello dei sacerdoti e dei catechisti; la fede e il dono delle guarigioni e il potere dei miracoli (9), li hanno i Santi, con la loro intercessione; il dono della profezia e il dono di discernere gli spiriti forse sono il ministero della guida spirituale; la varietà delle lingue è la glossolalia, messa all'ultimo posto, che rendeva necessaria l’interpretazione delle lingue (10). Preghiamo la Trinità, in particolare lo Spirito Santo, di dare abbondanza di carismi alla Chiesa come sostegno della sua vita interna e per favorire l'apostolato verso l'esterno.

EUCARESTIA. La donna di Ap 12 rappresenta Maria e la Chiesa. Entrambe, ognuno a modo suo, ci donano Gesù, che si rende presente nell’Eucarestia. Sentiamoci figli di Maria e della Chiesa e viviamo da buoni figli di entrambe queste madri. Preghiamo la Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, di ottenerci questa grazia. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Certamente gli sposi e le loro famiglie non si aspettavano la mancanza di vino, cosa possibile, giacché la festa di nozze durava una settimana e gli invitati si presentavano varie volte. E neanche si aspettavano la soluzione del miracolo di Gesù: quando teniamo Gesù e Maria (e Giuseppe) nella nostra vita quotidiana, non possono non avvenire cose inaspettate e bellissime.

2. Gesù non sa dire di no alla Madre e neanche alle madri in genere, come si vede dall’episodio della donna sirofenicia, che lo prega per la figlia da esorcizzare (Mt 15,21-28; Mc 7,24-30); anche allora Gesù disse: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele» (Mt 15,24)ma poi fu “costretto” ad accelerare i tempi, operando la liberazione..

3. Il miracolo delle nozze di Cana ebbe una grande risonanza per l’occasione del matrimonio, che richiamava parenti e amici anche dai villaggi vicini. Così non solo rafforzò la fede inziale dei discepoli di Gesù, ma anche di altre persone che veniva a sapere dell’avvenimento. Così preparò il terreno per la guarigione del figlio del funzionario del re, che stava a Cafarnao (Gv 4,46-54).

4. Dio ama il popolo ebreo (Is 61,1) e i singoli ebrei come ama ciascun uomo di tutto il mondo. E ne vuole la salvezza, perché si tratta di amore effettivo e non solo affettivo. Poiché ama, vuole essere contraccambiato con amore e ne fa il primo comandamento, al quale aggiunge un secondo, simile al primo: l’amore alla sua immagine, che è nostro il prossimo.

5. I carismi sono per il servizio della Chiesa e dei fratelli e dell’umanità. A ognuno di noi Dio dona tante qualità sul piano naturale e carismi sul piano soprannaturale per il servizio del prossimo e della Chiesa, alla quale il Signore ci ha chiamati per la salvezza nostra e dei fratelli. (mons. Francesco Spaduzzi)

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