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Tempo Ordinario: 34.ma Domenica dell'Anno B

Solennità di Cristo, Re dell'Universo

 

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Ordinario: 34.ma Domenica dell'Anno B - Solennità di Cristo, Re dell'Universo

Introduzione. Daniele vede un personaggio che è celeste e terrestre, destinato a grande gloria; Giovanni ce lo presenta come re di un regno diverso da quelli di questo mondo; l’Apocalisse ci indica alcune caratteristiche personali  del Re e della sua missione.

I - Daniele 7,13-14 – Daniele, Guardando ancora nelle visioni notturne, vide in trono Dio, circondato da miliardi di Angeli, che stavano al suo servizio (Dn 7,9-10); ecco venire con le nubi, o  su di loro, del cielo/ uno simile a un figlio d’uomo;/ giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui (13). A quest'uomo Dio diede un regno, per condividere la Sua gloria e l'esercizio del Suo potere (14); il suo regno non sarà mai distrutto e comprenderà tutti i popoli, nazioni e lingue, che lo servivanno, ed il suo potere è un potere eterno,/ che non finirà mai, (14). L’uno simile a un figlio d’uomo (13) è creatura di questo mondo; ma è anche un Essere eterno giacché il regno e il potere sono eterni; inoltre il regno non è un regno di questo mondo, perché tutti i regni di quaggiù scompaiono; il regno più lungo della storia pare sia stato l'Impero Romano, durato circa 1500. Il regno eterno di questa profezia è il Regno di Cristo, che è il Figlio dell'uomo. Nelle profezie il Messia conquisterà il Regno con la Parola, la Passione e Morte (cfr. Is 52-53) e Gesù le confermerà ai due discepoli di Emmaus (Lc 24,26) e agli Apostoli (Lc 24,45-49). Adoriamo il Padre nella gloria, circondato dagli Angeli, e adoriamo e ringraziamo Cristo risorto, che con l'ascensione  riceve dal Padre la gloria di sedere alla destra, il regno universale e il potere. La conquista del Regno sarà completa alla fine del mondo con la resurrezione della carne, ma è già in crescita grazie all'opera redentrice di Gesù e dei suoi collaboratori. Anche ognuno di noi è chiamato a collaborare alla diffusione del Suo Regno.

II - Giovanni 18,33b-37 – 1. Gesù è portato alla presenza di Pilato, che ha sentito le accuse che gli fanno i capi ebrei, cioè che egli spinge il popolo alla rivolta, proibisce di pagare le tasse all'imperatore e si dichiara Messia (Lc 23,2); Pilato è interessato molto a quest'ultima accusa per il processo e allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?» (33). Gesù, prima di rispondere, vuole sapere da Pilato: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?» (34); nel primo caso il re si intende come regalità politica e nel secondo si può riferire alla regalità spirituale, rivendicata da Gesù. Pilato si secca per la domanda e a Gesù ricorda: Sono forse io GiudeoLa tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a meChe cosa hai fatto realmente? (35). E Gesù gli risponde circa la sua regalità politica: Il mio regno non è di questo mondo… il mio regno non è di quaggiù (36); se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero organizzato un esercito e combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei (36) e a Pilato. Il suo Regno perciò non ha niente in comune con quello di Cesare, né per le sue origini, nei per i suoi destini, né per i suoi mezzi. Il suo Regno è quello dei cieli e per entrarci bisogna praticare le Beatitudini: povertà, castità, giustizia, amore al prossimo, anche ai nemici, vita interiore, umiltà, servizio reciproco, aiuto ai poveri e ai malati, carcerati, profughi, distacco dai beni materiali, ecc., come sono vissute da Gesù e dalla sua famiglia terrena. Stiamo attenti anche noi a non condividere l’errore degli Apostoli di pensare che il Regno di Gesù sia alla maniera di questo mondo. Gesù ci chiama a sé per garantirci non beni materiali, ma spirituali, non il successo nella vita o il prestigio mondano, ma l’amicizia con Dio e l’intimità con Gesù fino all’identificazione con Lui, con la condivisione delle sue sofferenze e del suo stile di vita, vergine e obbediente e povero.

 2. Allora Pilato chiede a Gesù la conferma: «Dunque tu sei re?» (37). Rispose Ge dichiarando: Tu lo dici: io sono re e, prescindendo da quello che Pilato ha capito, precisa il motivo della sua venuta dal Cielo: Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità (37). Gesù aveva già dichiarato di essere la verità (Gv 14,6); ora aggiunge che è venuto ad accreditarla, mediante l'insegnamento e l'esempio, e a difenderla con la sofferenza e la morte. Egli è venuto anche per dare la vita in abbondanza (Gv 10,10), ma diventa principio di vita solo a condizione che aderiamo liberamente alla verità, che Egli ha insegnato su Dio e sui nostri rapporti con lui e col prossimo. Il suo Regno comincia con la fede nella Sua Persona e nella Sua dottrina (Gv 6,47); perciò chiunque è dalla verità (37), viene a Lui, ascolta la mia voce (37)crede alla Sua Parola, la vive nella propria vita e la difende (Gv 3,21), e Gli obbedisce come a un re. Gesù raduna i cittadini del Suo Regno con la persuasione della verità. I suoi discepoli sono tutti volontari e distaccati dalle cose di questo mondo. Amare la verità è effetto di un influsso divino segreto ma realissimo (Gv 3,19-21; 10,4-5; 1Gv 3,19; Mt 11,19). Il Regno di Gesù (e di Dio) non è di questo mondo, come del mondo non siamo gli appartenenti al Regno (Gv 17,16); dobbiamo tuttavia restare nel mondo, così come il Regno di Dio e di Gesù sta in questo mondo, è composto di essere umani: si tratta della Chiesa, che esercita la sua missione di santificare gli uomini con mezzi propri e con l'aiuto sussidiario delle risorse umane, alle quali ha diritto per la sua origine e il suo fine.

III - Apocalisse 1,5-8 – (a) S. Giovanni contempla Gesù e ci dà alcune indicazioni sulla sua persona e la sua missione. Gesù Cristo fu mandato dal Padre nel mondo per annunziare e realizzare il Regno di Dio con la Parola e con l'esempio; fu il testimone fedele del Padre (5), perché disse tutto quello che udiva dal Padre e ne fece tutta la volontà; venne perché ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati, dalla schiavitù di Satana, con il suo sangue (5); morì per noi e lo trafissero (7) nel Costato con la lancia e così divenne il primogenito dei morti (5) e dei risorti; salì al Cielo e si è seduto alla destra del Padre come sovrano dei re della terra (5); in effetti Egli ha fatto di noi un regno (6) a parte, tutti sacerdoti per il suo Dio e Padre (6), grazie al battesimo. Ma Ecco, Egli viene con le nubi (7) alla fine del mondo e ogni occhio lo vedrà,/ anche quelli che lo trafissero in croce (7); e per lui tutte le tribù della terra/ si batteranno il petto, dichiarandosi colpevoli davanti a lui (7). Il Padre lo ha reso partecipe della sua gloria e della sua potenza e Giovanni proclama: a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen (8; cfr. Fil 2,6-11). Anche per noi tale è Gesù e proclamiamo: Sì, Amen! (6); tutto quello che Giovanni ha detto di Gesù, lo confessiamo anche noi e dal suo amore ci aspettiamo la salvezza eterna; vogliamo anche collaborare con lui alla salvezza del prossimo. (b) Il Signore Dio Padre rivela i suoi attributi divini: con ”Io sono ci ricorda che è Yahweh; inoltre è l’Alfa e l’Omèga (8), titolo che sarà preso da Cristo (Ap 21,6; 22,13), e ci suggerisce che Dio ricopre tutto, il tempo e lo spazio in tutte le loro dimensioni, come l’alfabeto è indicato dai suoi termini estremi; Egli è Colui che è, che era e che viene, l'Eterno. e l’Onnipotente! (8), il Pantocrator, come si è rivelato nella creazione e nella storia. Così lo riconosciamo anche noi. Gloria al Padre e al Figlio Cristo, Dio e Re, e allo Spirito!

EUCARESTIA. Qui rendiamo presente Gesù, re dell’universo, ma nulla appare della sua gloria, anzi egli la nasconde volutamente proprio per consentirci di avvicinarci a Lui senza timore e con tutti i vantaggi, che ci vengono dalla presenza sua e del suo sacrificio redentore. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i nostri Santi Patroni, che ci ottengano di valorizzare per la nostra crescita spirituale questo incontro preziosissimo con Gesù, che avviene nella fede e ci fa crescere in messa e nella carità. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Gesù è Profeta e Sacerdote e Re particolare di un regno diverso dal solito. I re umani conquistano il regno col sangue dei loro soldati e devono stare attenti a non esporsi ai pericoli, se vogliono regnare; Egli lo conquista sacrificando se stesso immacolata vittima di pace sull’altare della croce, cioè col proprio sangue, con la morte; e così diventa re per sempre.

2. Con la sua vita e morte, resurrezione e ascensione, Egli portò a compimento i misteri dell’umana redenzione, cioè liberò gli uomini dalla schiavitù di Satana, ottenendo loro il perdono dei peccati e la salvezza eterna. Solitamente sono gli uomini che fanno qualcosa per i loro re e non viceversa. Ma Gesù porta agli uomini verità e vitasantità e graziagiustiziaamore e pace.

3. Con la redenzione, Egli assoggettò al suo potere tutte le creature, quindi uomini e donne di tutti i popoli e di tutte le epoche, ma anche tutte le creature, che erano state costrette a subire le conseguenze del peccato dei progenitori e di tutti i peccati dell’umanità attraverso i secoli. E perciò offrì alla… maestà infinita del Padre il regno eterno e universale.

4. Già nell’AT si intravedono le caratteristiche del Regno di Dio e di Cristo: il Figlio dell’Uomo è veramente uomo, ma il contesto grandioso fa pensare al Messia, che appare sulle nubi e quindi proviene dalla sfera celeste; egli riceve da Dio il Regno, che è universale ed eterno, perché è collocato sotto la protezione di Dio.

5. Giovanni ci dice che nel Regno di Cristo tutti i cittadini sono tutti sacerdoti: ha fatto di noi... sacerdoti per il suo Dio e Padre (6); di solito in un regno ci sono i sacerdoti e i semplici fedeli; gli Ebrei immaginavano che nel Regno di Dio loro sarebbero stati i sacerdoti e tutti i popoli i fedeli; Gesù invece fa profeti, sacerdoti e re tutti i credenti. (mons. Francesco Spaduzzi)

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