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Tempo Ordinario: Domenica 22.ma dell'Anno B (2023-24)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Ordinario: Domenica 22.ma dell'Anno B (2023-24)

Introduzione. Mosè esorta a osservare la Legge di Dio, la quale esprime la sua sapienza infinita e la sua vicinanza al popolo; Gesù elimina la parte caduca della Legge mosaica; Giacomo ci avverte che tutto è dono di Dio, anche l’osservanza della Parola, e come tali dobbiamo riceverli.

II - Deuteronomio 4,1-2.6-8 - Mosè raccomanda: Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno (1; cfr. 2; 8), ma che sono i comandi del Signore, vostro Dio (2) e sono leggi e norme giuste (8); ed esorta: Le osserverete dunque, e le metterete in pratica (6; cfr. 1; 2) e Non aggiungerete nulla… e non ne toglierete nulla (2). Dio dà le sue leggi da osservare perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi (1); i popoli, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente” e perciò esse saranno la vostra saggezza e la vostra intelligenza ai loro occhi (6); infine questa legislazione manifesta come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo (7). La Legge dell'AT, pur essendo caduca in tante parti, specie quelle rituali, mostra la saggezza di Dio, che si riverbera sul popolo, la Sua vicinanza a esso e gli conserva il possesso della Palestina; tanto più la Legge, data da Gesù, fondata sull'amore, mostra la vicinanza di Dio (Gv 1,14: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi!; Mt 28,20: Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo) e la Sua infinita sapienza ed è capace di dare la vita divina e di introdurre il popolo di Dio nella patria eterna, il paradiso. Siamo orgogliosi della legge di Gesù; rivela veramente la sua sapienza infinita. Chiediamo la grazia di saperla apprezzare – lo fanno tanti pagani -, e soprattutto come i santi, e di valorizzare la vicinanza di Gesù nei molti segni della Sua presenza.

II Marco 7,1-8.14-15.21-23 – 1. (a) Si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme (1), per affrontarlo direttamente, mentre sinora si lamentavano coi Suoi discepoli. I Giudei avevano l'uso di lavarsi spessissimo le mani, non per motivi igienici - cosa utile - ma per tradizioni introdotte da maestri ebrei, senza nessun fondamento nella Legge dell'AT; essi ritenevano impuri i non ebrei e l’ebreo, che non osservava la Legge alla loro maniera; pensavano che, a contatto con loro, diventavano impuri e potevano recuperare la purezza con questi lavaggi. Attenendosi alla tradizione degli antichi, i farisei infatti e tutti i Giudei (3) osservano… lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti (4), e non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani (3), tornando dal mercato (4). Questi farisei e scribi (5) notano che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate (2) e lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?» (5). Lavarsi è buona cosa ma è un errore collegarlo con il servizio di Dio, quando Egli non l’ha chiesto; pessima è la motivazione, cioè per non diventare impuri per il contatto col prossimo, ritenuto impuro. (b) Gesù non difende direttamente i suoi discepoli, ma affronta il principio sbagliato, che regola la vita spirituale degli Scribi e dei Farisei; anzitutto rispose loro: Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra,/ ma il suo cuore è lontano da me (6); Dio rifiuta questo culto: Invano mi rendono culto,/insegnando dottrine che sono precetti di uomini (7; cfr. Is 29,13). Gesù li accusa di trascurare i comandamenti di Dio per osservare i precetti dei loro maestri (8). Gesù ricorda il comandamento: Onora tuo padre e tua madre (Mc 7,10), che essi non osservano, perché secondo gli scribi, se si dichiara consacrato a Dio il sostentamento dovuto ai genitori, non si è più obbligati ad aiutarli (Mc 7,11-13). E’ abominevole sostituire alla Parola di Dio quella degli uomini o - peggio – loro cattiveria. La volontà di Dio è quella espressa nella Sacra Scrittura o nell’insegnamento della Chiesa. Siamo sempre molto vigilanti su questo punto, perché sempre forte è il rischio di sostituire i  gusti o capricci umani alla volontà di Dio

2. Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli interrogavano Gesù in privato sulla parabola (17), una frase da Lui detta alla folla, con un forte richiamo all’attenzione: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! (14). Gesù afferma: Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, cioè ciò che come cibo entra nell'uomo per la bocca, possa renderlo impuroMa sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro (15), cioè rende impuro l'uomo ciò che di cattivo ha dentro e viene fuori. I cibi sono stati creati da Dio proprio per l’uomo e sono buoni; perciò non possono contaminarlo. Così Gesù annulla tutte le distinzioni tra cibi puri e cibi impuri dell'AT e dichiara puri tutti i cibi e l'uomo resta puro, anche se mangia senza lavarsi le mani; il motivo è  che l’impurità deriva all’uomo dalla sporcizia che si porta dentro il cuore. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male, cattivi (21), che riguardano i peccati contro il 5° comandamento (21 omicidi), contro il 6° e 9° (21 impurità; 22 adultèri … dissolutezza), contro il 7° (21 furti; 22 avidità), contro l’8° (22 calunnia) e contro la carità in genere (22 malvagità, inganno,… invidia, … superbia, stoltezza). Gesù afferma senza mezzi termini: Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo davanti a Dio (23). In sostanza Gesù afferma che ciò che conta è l'interiore dell'uomo, nel bene e nel male. Dio gradisce il culto se si fonda sull'interiorità, e non sull'esteriorità.

III - Giacomo 1,17-18.21b.22.27 - Dio è in alto; è Padre, che genera il Figlio; presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento: è immutabile; è il creatore della luce e solo da Lui tutto ciò che esiste e ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono (17) e arricchiscono l'uomo. Ci sarebbe utile spiritualmente e psicologicamente pensare spesso – e quanto più spesso tanto meglio! - che ogni realtà che ci circonda è creatura di Dio; Egli la dà a noi per nostro vantaggio, è presente e lavora in essa; in essa viene a noi. E Dio ci dà tanti doni spirituali! (b) Per amore Dio ci ha creati una prima volta, quando ha infuso l'anima nel corpo al concepimento, e poi una seconda volta, quando Per sua volontà egli ci ha generati (18) alla vita divina, per mezzo della parola di verità (18), col Vangelo, perché abbiamo creduto alla Parola e ricevuto il battesimo; così siamo diventati una primizia delle sue nuove creature (18). Dio ha aggiunto alla vita umana, che già ci aveva data, anche la vita divina, che ci eleva alla dignità di Suoi figli. Crediamo, ringraziamo, lodiamo Dio. (c) Poi Giacomo esorta ad accogliere con docilità la Parola che è stata piantata in voi (21), e come tale va coltivata: essa può portarvi alla salvezza eterna (21); ma Siate di quelli che mettono in pratica la Parola; se siete ascoltatori soltanto, illudete voi stessi (22). (d) Egli afferma ancora: Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo (27), cioè a Dio piace il culto che si manifesta nel rifiutare la mentalità mondana e praticare la carità verso tutti, specie verso orfani e vedove, che stanno nel bisogno (27). L'esame di coscienza quotidiano ci aiuta a verificare se mettiamo in pratica la Parola e, quindi, se evitiamo il male e a pratichiamo il bene; la Confessione ci sostiene col perdono e ci dà la grazia di correggerci.

EUCARESTIA. E’ sorgente di luce per mezzo della Parola ed è sorgente di forza per mezzo della comunione eucaristica, per cui siamo bene armati a vivere da buoni cristiani nella lotta contro il male e nel fare il bene. La Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi, ci danno il buon esempio con la loro vita e ci sostengono con le loro preghiere. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. La tendenza dell’uomo è di dare più importanza al fatto che si facciano le cose, anziché a come si fanno e soprattutto con quale intenzione. Nel rapporto con Dio è fondamentale invece che tutto si faccia con retta intenzione: per Dio, per sua volontà, come Lui vuole, col massimo impegno.

2. Dio vuole che sia osservata la sua Legge con fedeltà, senza aggiungere e togliere niente. Purtroppo noi vogliamo fare a nostro modo la volontà di Dio, cioè vogliamo che Dio si adegui a noi e non noi a Lui. In sostanza vogliamo inseguire quello che piace a noi e ci fa comodo, ci è più leggero e richiede meno impegno.

3. Gesù annulla la distinzione tra puro e impuro (14) e sottolinea l’importanza dell’osservanza dei dieci comandamenti, che sono la pratica dell’amore a Dio e al prossimo. Questa è la volontà di Dio; tutto il resto è diventa secondario. Dio è amore e vuole che l’uomo viva d’amore e esprima nella sua vita sempre e solo amore a Dio e al prossimo.  

4. L’osservanza della Parola di Dio nell’AT è necessaria perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore… sta per darvi (1). Un ebreo del tempo pensava alla vita fisica e alla presa di possesso della Palestina; noi pensiamo soprattutto alla vita divina, alla grazia santificante, che è indispensabile per entrare nella patria del Paradiso.

5. La Parola di Dio va accolta con docilità e coltivata con cura come una pianta (21), che va portata alla maturità in modo da poter dare i frutti, corrispondenti alla sua natura. Così la Parola di Dio, accettata e messa in pratica, può portare al frutto della salvezza eterna (21). Innaffiamo l’ascolto della Parola con molta preghiera per ottenere la grazia di praticarla. (mons. Francesco Spaduzzi)

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