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Fdi, Ardolino: "Anche la processione di Santa Rita strumento di propaganda elettorale"

“Nemmeno la processione di Santa Rita purtroppo è rimasta fuori dall'agone elettorale. Il rappresentante del guazzabuglio politico cittadino, Rino Genovese, insieme a qualcun altro, dovrebbe chiedere scusa agli avellinesi”. Così Giovanni Ardolino, esponente della lista per le comunali di Fratelli d'Italia.

“In questa campagna elettorale – ha proseguito il candidato del capoluogo - come e più del solito, si stanno registrando episodi surreali e paradossali. Da chi promette trasparenza ed efficienza amministrativa, pur essendo indagato e responsabile di sprechi e malagestione della cosa pubblica, a chi garantisce che nel caso diventi primo inquilino del Municipio è pronto a pubblicare le delibere approvate dalla giunta. Insomma, c'è chi prova a far finta di nulla, mentre al suo fianco è esplosa una bomba, e chi garantisce l'ovvio, ciò che è il primo dovere di legge e l'obbligo di trasparenza di un'amministrazione pubblica. Un'evidenza, quest'ultima, che però tale non è stata per l'esecutivo targato Festa, di cui anche l'improvvisato ed opportunistico contenitore costruito da Rotondi, Petitto e D'Agostino è erede, con tutto il carico di contraddizioni, a cominciare da potenziali conflitti di interessi, e di responsabilità politiche nel disastro che è sotto gli occhi di tutti i cittadini, che non hanno paraocchi di comodo.

Ma in questi giorni è successo anche altro: si è superato abbondantemente ogni limite del buon gusto e della appropriatezza.

Il candidato Genovese ha annunciato pubblicamente sui social, con tanto di post e grafiche con simboli elettorali, la sua partecipazione alla processione di Santa Rita, un appuntamento particolarmente sentito e partecipato dai fedeli. Un annuncio di cui non si comprendeva il senso, a meno che non volesse trasformare un rito religioso in un'occasione di propaganda elettorale, casomai con scambio di “santini”. Un accostamento a dir poco offensivo e improprio. Salvo che non si intendesse avvisare i fedeli che li avrebbe onorati della sua presenza, nemmeno fosse stato un rappresentante della curia o il capo dell'amministrazione comunale. Ipotesi di per sè risibile e goffa. In ogni caso, dunque, una scelta inopportuna, che offende i credenti ed anche i laici, che auspicano il rispetto delle istituzioni e della loro laicità, e per la quale Genovese dovrebbe fare ammenda”. 

 

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