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Inquinamento atmosferico ad Avellino, potenziati gli strumenti di monitoraggio

 

La qualità dell’aria nella città di Avellino è sempre più analizzata nei dettagli, grazie all’ulteriore potenziamento della rete di stazioni di monitoraggio che l’Agenzia ambientale della Campania sta sviluppando in ambito regionale. Da questo mese, oltre alle concentrazioni giornaliere dei principali inquinanti atmosferici tipici delle aree urbane (tra cui biossido di azoto, monossido di carbonio, ozono, PM10, PM2.5, benzene e biossido di zolfo), sono disponibili, per entrambe le stazioni di monitoraggio situate in centro le concentrazioni medie orarie di PM10 e PM2.5, precedentemente disponibili solo per la stazione di via D’Agostino. Inoltre, in seguito all’intervento di potenziamento tecnologico effettuato nei giorni scorsi, la stazione di via Piave è la prima tra le stazioni di monitoraggio di proprietà regionale a effettuare misure anche di polveri ultrasottili PM1, di PM4 e polveri totali sospese.

L’intervento realizzato ad Avellino è parte di un progetto complessivo di rafforzamento della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, finanziato dalla Giunta regionale nell’ambito dei fondi POR-FESR 2014-2020. All’interno di questo progetto, un importo di 950mila euro è utilizzato per dotare 20 stazioni, su oltre 40 operative nelle aree urbane, di analizzatori di ultima generazione, in grado di fornire una lettura sempre più puntuale e analitica della presenza di polveri sottili nell’aria di città. Difatti la strumentazione acquisita, dotata delle più recenti certificazioni di conformità e di validazione della qualità del dato, consente una misura in continuo e ad alta risoluzione sia del numero che delle dimensioni delle particelle e restituisce simultaneamente la misura in massa di diverse classi granulometriche, ovvero PM1, PM2.5, PM4, PM10, TSP, massa respirabile, alveolare e toracica. 

I dati sulle concentrazioni orarie e giornaliere di PM10 e PM2.5 rilevate dalla stazione di via Piave vengono regolarmente diffusi attraverso il sito arpacampania.it, mentre i valori relativi alle altre classi granulometriche sono disponibili per richieste di approfondimento e di studi specifici. Allo stesso modo, è possibile, per esigenze di approfondimento, svolgere prestazioni analitiche su PM10 e PM2.5 per indagarne la composizione, oltre alle analisi già previste per legge e istituzionalmente effettuate dall’Agenzia.

«Arpac», sottolinea il direttore generale Stefano Sorvino, «dedica ad Avellino e al suo hinterland un’attenzione rafforzata alla luce delle note criticità registrate nel capoluogo irpino sulle concentrazioni di polveri sottili. Sebbene il quadro delle conoscenze disponibili sul fenomeno sia ancora perfettibile, al momento è possibile ipotizzare che esso dipenda da un mix di concause, che spaziano dalla particolare conformazione geomorfologica del territorio, agli aspetti meteoclimatici, all’apporto non trascurabile del traffico veicolare, ad alcune fonti di emissioni tipiche di quest’area, legate alla combustione di biomasse per il riscaldamento domestico e agli abbruciamenti di residui vegetali. Quest’anno l’Agenzia ha rivolto particolare impegno ad approfondire la conoscenza dettagliata del fenomeno in un’ottica di area vasta, avviando campagne straordinarie di monitoraggio in comuni quali Atripalda, Mercogliano, Monteforte, e di recente a Montoro e a Solofra. L’aggiornamento tecnologico della stazione di via Piave rappresenta un’altra importante iniziativa, sebbene le tre stazioni attualmente operative nel territorio comunale di Avellino (le due in centro e la terza nell’area industriale di Pianodardine) siano già stabilmente in linea con quanto prevede la più avanzata normativa di settore. Le iniziative intraprese negli ultimi mesi integrano e approfondiscono il quadro dei parametri che l’Agenzia analizza, configurando il monitoraggio a un maggiore livello di dettaglio rispetto a quanto prescritto dalle norme vigenti».  

  

 

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