Il discorso della "frittura di pesce" di Vincenzo De Luca merita una grossa condanna morale
Caro direttore, dopo sei mesi di indagini la Procura della Repubblica di Napoli ha chiuso con la richiesta di archiviazione l’inchiesta per istigazione al voto di scambio avviata nei confronti del governatore Vincenzo De Luca. Il fascicolo era stato aperto dopo la diffusione dell’audio di un discorso tenuto dal presidente della Regione il 15 novembre dell’anno scorso all’hotel Ramada di Napoli, durante una convention con 300 sindaci, invitati a sostenere il Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre successivo. Secondo la pm Stefania Buda, che con il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino ha coordinato gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, nelle frasi utilizzate dal governatore e anche in alcune sue condotte, come un incontro avvenuto qualche giorno prima del voto con una delegazione di disoccupati organizzati, non si desumono gli estremi di un’istigazione al voto di scambio né di altri reati collegati alla normativa in materia elettorale.
Come commentare questa notizia? Come in passato. Nei comportamenti di De Luca è difficile trovare qualcosa di chiaramente illegale; egli si muove costantemente in un ambito che sta a metà tra la legalità e l’illegalità. Pertanto può pure essere comprensibile che i giudici non abbiano ravvisato illegalità nel suo discorso; quel discorso, però, non è accettabile moralmente perché non si può dire ai sindaci della Campania di utilizzare tutti i modi possibili per portare i cittadini a votare si al referendum sulla riforma costituzionale. E’ profondamente da condannare chi, utilizzando il suo potere, chiede ai cittadini di votare in un determinato modo non perché è giusto così ma perché, votando in tal modo, egli può sperare di avere in cambio qualche beneficio. Se non è voto di scambio questo! L’ex sindaco di Agropoli Franco Alfieri ha detto che le parole di De Luca erano goliardiche ma non c’è nulla di goliardico nell’offrire qualcosa a qualcuno in cambio del voto. E’ solo una strategia volta a mantenere e accrescere il proprio potere.
Cordiali saluti
Franco Pelella