Il senso di una partita a pallone
Quando gli affetti familiari prevalgono sulla passione per la squadra del cuore, ti senti obbligato ( è più che giusto) a sperare che la squadra del tuo amato nipotino non subisca troppe reti: ne basta una sola. Così è stato.
Siamo contenti noi juventini; dovreste essere soddisfatti, per aver limitato i danni, voi azzurri.
Caro Giovanni, una sconfitta di misura deve essere ben accetta quando si è vissuta un’atmosfera di grande attesa, di tensione, del probabile sorpasso della squadra avversaria. E’ stata pur sempre la partita regina di questo campionato di calcio, giocata nientemeno che allo Juventus Stadium di Torino, tra l’emergente Napoli e la blasonata squadra bianconera. Sì, è vero che il torneo era iniziato con una lunga pausa dei guerrieri juventini e la baldanza/tracotanza delle squadre notoriamente alla frutta da qualche lustro, perciò leste a saltare il muro basso del momento. Tutta illusione, però. Vai a raccontare che la gente disertava gli stadi per lo strapotere bianconero, nessuno ti crederà. La verità è che la Juve, per riportare i tifosi sulle gradinate e, soprattutto, per quel senso di pudore insito nel DNA della Società, ha permesso che gli avversari si avvantaggiassero di una decina di punti( e anche più), per dare un pizzico di suspense alla consueta monotonia costituita dalla solita lepre inseguita da una muta di cani grassi e incerottati. Eppure, sabato sera non avrei creduto che la proverbiale arguzia partenopea cadesse nel tranello proprio nel finale travolgente e, nel momento culminante, si facessero scappare Zaza. Già, ma dove stanno più i calciatori di “madre patria” a Napoli? Eccetto Insigne, vengono da ogni dove, perciò, come potevano sapere cosa avrebbe fatto Zazà, mentre era in atto la festa di …..Torino? Sicuramente De Laurentis gliela canterà tutta, così non potranno dimenticarla alla prossima occasione. Però,in fondo in fondo, gli azzurri stanno conducendo un campionato eccellente e non meritavano gli epiteti di un pugno di esagitati che non diventeranno mai veri sostenitori E’ bastato un leggero sbandamento di Higuain, e giù fiumi di ….”belle” parole che disgustano anche a stomaco vuoto. Non è stato mica l’ottimo calciatore ad autoproclamarsi terzo attaccante al mondo, ma tutta quella schiera di individui che saltano sul carro del vincitore di turno, alla ricerca di una notorietà ( illegittima) acquisita solo per effetto di fior di campioni che avevano in squadra. Sembrano le lucertole marzaiole che al primo sole si affacciano dal buco, per poi rientrare quando il tempo è brutto .
Perciò,caro nipotino Giovanni, che dobbiamo dire noi juventini che abbiamo rincorso, e mai afferrata, una decente Coppa Campioni (tranne due parentesi su cui è meglio stendere un velo pietoso), anche quando, oltre ai campioni del mondo di Spagna ‘82 (avrai sentito certamente parlare del divino Tardelli, dell’implacabile Gentile, di Scirea e Cabrini con Zoff tra i pali)c’erano Bettega, Boniek e il magico Platini?Eppure, il milanista Trap, in quel maggio dell’83, superò il genio di Leonardo ed inventò la sconfitta contro un modesto Amburgo, facendo offuscare persino la luna che aveva deciso di donare più splendore alla fin troppo suggestiva cornice dello stadio olimpico di Atene.
Ora, si tratta di una partita persa, ma controla Juve, e con onore , considerando soprattutto la latitanza di Hamsik, causa principale del grigiore di Higuain e del bravo Insigne, che giocava troppo teso e con un occhio al CT Conte.
Ma , caro nipote, cogliamo quanto di buono ci è pervenuto dalla simpatica sfida.
La imponente manifestazione sportiva ha dimostrato ad una cospicua parte del mondo (ben 42 collegamenti internazionali) che, sebbene viviamo tra rancori politici e religiosi, in quello scenario dello Stadium c’era soprattutto unione spirituale, fortemente voluta dagli atleti che in campo erano scesi per “combattere una guerra leale” a lieto fine. Auspichiamo che non ci siano più, dunque, cartelloni di oltraggio sulle gradinate, ma, a simbolo della concordia da trasmettere ai facinorosi, una gigantografia dell’abbraccio tra calciatori di squadre avversarie, come tra Dybala e Huguain o tra Buffon e Reina. Potrà succedere.
Sabato sera, 13 febbraio del 2016, allo Juventus Stadium hanno vinto tutti.
M.B.