Il Partito della Rifondazione Comunista – Federazione Irpina ribadisce con forza la propria adesione ai principi della transizione ecologica, sottolineando come questa debba realizzarsi attraverso criteri democratici, partecipativi e rispettosi delle comunità locali: la speculazione delle multinazionali dell’energia sui territori, mascherata da green economy, rappresenta un modello da contrastare con determinazione.
In tale contesto, il compagno Giuseppe Di Biasi, Responsabile del Dipartimento Ambiente della segreteria provinciale, da tempo denuncia vizi procedurali dei progetti eolici, anche durante l’incontro tenutosi a Sant’Angelo dei Lombardi con il Prefetto e il Procuratore della Repubblica, portando all’attenzione delle istituzioni le istanze dei territori colpiti da progetti impattanti, come quello del parco eolico “Piani-Mattine” a Guardia Lombardi, dove si consuma una gravissima aggressione ai danni della sovranità delle comunità e dell’equilibrio ambientale.
La resistenza di Guardia Lombardi e l’avanzata della speculazione
La mobilitazione del Comitato “Fuori dalle Pale” e di molti cittadini di Guardia Lombardi contro il parco eolico “Piani-Mattine” è un esempio lampante di come le grandi corporation, con il silenzio assenso degli amministratori in conferenza dei servizi, calpestino diritti e territori. L’opposizione popolare nella giornata di ieri ha bloccato il picchettamento dei terreni agricoli, denunciando vizi procedurali, l’assenza di trasparenza e il mancato coinvolgimento della popolazione nelle decisioni.
Non è accettabile che, in nome delle rinnovabili, si devastino aree agricole fondamentali per l’economia locale, si minaccino boschi tutelati da vincoli ambientali (come il bosco tutelato “Guardia-Andretta”) e si proceda a espropri forzati, come dimostrano i 50 avvisi di cessione concordataria notificati ai cittadini. Nei prossimi giorni, nuovi decreti di esproprio saranno emessi dalle società eoliche: il Partito, al fianco dei comitati e dei cittadini, agirà per fermarli con ogni mezzo legale e democratico a disposizione. Se le istituzioni continueranno a ignorare le proteste, nei prossimi mesi assisteremo a un’escalation di soprusi, che trasformerà l’Alta Irpinia in un laboratorio di sfruttamento neocoloniale. Noi daremo battaglia in ogni sede per fermare
la deriva autoritaria con cui si sta imponendo il progetto: decreti sospetti, dati ambientali artefatti e l’utilizzo del Tribunale di Foggia come ente espropriante per un’opera in Campania rivelano un sistema distorto, finalizzato a schiacciare le legittime resistenze popolari.
Sostenere le rinnovabili non significa abdicare alla tutela del paesaggio, dell’agricoltura e dei beni comuni. L’Alta Irpinia, già ferita dall’eolico selvaggio, non può subire ulteriori scempi. È necessaria una moratoria immediata sui nuovi impianti, accompagnata da un piano energetico partecipato che parta dalle reali necessità dei territori, coinvolgendo comitati, agricoltori ed enti locali.
Il ricorso presentato al TAR di Salerno dal Comitato “Fuori dalle Pale”, con il supporto di legali e professionisti impegnati a smascherare le incongruenze del progetto, è un atto dovuto e necessario. Attendiamo che la magistratura amministrativa ponga un freno a questa corsa speculativa, mentre continueremo a sostenere ogni forma di mobilitazione popolare, dalle osservazioni tecniche alle iniziative di protesta.
Partito della Rifondazione Comunista – Federazione Irpina
Arturo Bonito
Segretario Provinciale
Giuseppe Di Biasi
Responsabile Provinciale Dipartimento Ambiente