Tempo Ordinario: Domenica V dell'Anno C (2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica V dell'Anno C (2024-25)
Introduzione. Isaia parla della sua vocazione; Luca ci presenta la vocazione dei primi 4 Apostoli; Paolo ricorda la sua vocazione di predicatore del Signore risorto, specie per i pagani.
I - Isaia 6,1-2a.3-8 – (a) Nell’anno in cui morì il re Ozia (733 o 736 a.C.), Isaia vide il Signore seduto su un trono alto ed elevato (1); già i soli lembi del suo manto riempivano tutto il tempio (1); al di Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali per eseguire subito i suoi ordini. Proclamavano l’uno all’altro la santità di Dio: Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! (3), cioè Yahweh creatore delle schiere degli astri, e aggiungevano: Tutta la terra è piena della sua gloria (3), cioè Dio c’è e vi manifesta la sua azione. Vibravano… le porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo (4), un segno della presenza di Dio. Dio si rivela a Isaia come unico e infinito, circondato dai segni della sua infinità, ma che si occupa anche delle vicende umane, specie del suo popolo. Anche noi con gli Angeli riconosciamo la grandezza di Dio, adoriamolo e ringraziamolo col canto del Santo. (b) Isaia si sente smarrito: Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo peccatore dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti (5); temeva di morire per aver visto Dio. Allora uno dei serafini volò verso di lui; teneva in mano un carbone ardente… preso con le molle dall’altare (6); gli toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato» (7): era perdonato. Sentiamoci peccatori e pentiamoci: Dio ci perdona per i meriti di Gesù. (c) Poi udì la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?», in missione, e Isaia si offrì con generosità: «Eccomi, manda me!» (8). Quando Egli affida una missione, dà anche le grazie e aiuti per compierla bene. Dio continua a chiamare all’apostolato; confidiamo nella sua potenza e bontà.
II - Luca 5,1-a 11 - 1. (a) Presso il lago di Gennèsaret (2), la folla… faceva ressa attorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio (1). Anche noi facciamo così? Cerchiamola nella sua fonte, la S. Scrittura, e nell'insegnamento dei Padri, la Tradizione, e nel Magistero della Chiesa, che è al suo servizio. Quanto tempo dedichiamo ogni giorno all’ascolto o alla lettura o alla meditazione della Parola di Dio? Tutti i Santi l’hanno fatto. L’ascoltiamo per metterla in pratica? (b) Poiché per l’affollamento era difficile predicare, Gesù Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette da maestro e insegnava alle folle dalla barca (3), per raggiungere quante più persone con la Parola di Dio. Per questo noi abbiamo gli strumenti, ma potremmo avere problemi di contenuto e di forma: nell’omelia e nella catechesi portiamo la preparazione remota dello studio e della meditazione della Parola di Dio e quella prossima dell’ordine delle riflessioni e di un linguaggio semplice in modo da renderle fruibili a ogni persona? Pesante responsabilità: da quanto diciamo e come lo diciamo può dipendere la salvezza degli uomini, per i quali Gesù è morto. (c) Quando ebbe finito di parlare, Gesù volle ricompensare Pietro per la barca a disposizione e perciò gli disse: «Prendi il largo, anche fino a km 1,5, e gettate le vostre reti per la pesca» (4). Simone gli fece notare: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte, il tempo migliore per pescare, e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti» (5); quindi credette alla Sua Parola, sperò nella sua promessa e obbedì. Avvengono 3 miracoli: presero una quantità enorme di pesci nonostante l’orario inadatto; le loro reti quasi si rompevano ma non si ruppero (6); il galleggiamento della barca di Pietro e di quella di Giacomo: Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare (7). Ammiriamo e imitiamo i sentimenti del Cuore di Gesù: specie la sua gratitudine con un miracolo non chiesto; lo è anche con noi. Imitiamo la fede di Pietro per ottenere grazie. Gesù è buono verso chi lo prega e chi non lo prega.
2. Al vedere i miracoli, Simon Pietro avvertì la presenza di Dio in Gesù; come Isaia, si sentì peccatore, si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore» (8). Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone (9-10). Gesù incoraggiò Simone e gli annunziò la sua missione: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (10), si rivolgerà col Vangelo agli uomini per portarli a Lui. Allora Pietro e Andrea, Giovanni e Giacomo, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono (11). Notiamo il concatenamento delle grazie: Gesù chiede a Pietro la barca ed egli l’accontenta; ascolta la Sua Parola e vi aderisce; riceve da Gesù l’ordine di pescare, improponibile a quell’ora, e obbedisce con grande fede; avviene il miracolo e lui si riconosce peccatore; infine riceve l’ulteriore grazia della vocazione. Ci sono grazie che Dio dà a tutti a prescindere dalla collaborazione; altre grazie, invece, Dio le dà solo a coloro che rispondono con docilità a quelle precedenti. Preghiamo di non sciupare nessuna delle grazie, che il Signore ci dà; Egli ci ama ed è attento a ciascuno di noi e vuole salvare noi e il nostro prossimo, con la nostra collaborazione. Anche perché potrebbero essere la porta di accesso ad altre grazie.
III - 1Corinzi 15,1-11 - (a) Gesù Cristo morì per espiare i nostri peccati, come riportano le Scritture (3; cfr. Rm 4,25); fu sepolto (4) perché era morto; poi è risorto il terzo giorno secondo le Scritture (4) e si mostrò vivo a varie persone. Paolo scrive: apparve a Cefa, Pietro (5), a Giacomo (7), ai Dodici (5), a tutti gli apostoli (7), i ministri della Parola (Lc 1,2), e a più di cinquecento fratelli in una sola volta (6), forse in Galilea, dei quali la maggior parte… viveva ancora, e testimoniavano, mentre alcuni erano morti (6). Poi, Ultimo fra tutti, a distanza di 6(?) anni, apparve anche a me come a un aborto, ultimo degli Apostoli in ordine di tempo e - lui ritiene - di importanza (8). Si tratta di un fatto storico, testimoniato dai contemporanei; i fatti storici si accolgono come sono e non si possono negare, come hanno fatto alcuni studiosi(?) negli ultimi secoli. I “criteri storici”, usati di per negare persino l’esistenza di Gesù, farebbero rifiutare anche quella di Giulio Cesare. (b) Paolo ha ricevuto anche lui questo articolo di fede (3), ha creduto e l'ha trasmesso ai Corinzi (3); è il Vangelo che… ha annunciato loro (1) e lo proclama (1) come lo predicano loro, gli altri apostoli (11); i Corinzi l’hanno ricevuto (1) e creduto (11), e vi restano saldi (1), perché da esso si viene salvati, se lo si mantiene come Paolo l’ha annunciato loro. Chi non persevera in questa fede ha creduto invano (2). La morte e resurrezione di Cristo è il centro della fede cristiana, che dà la salvezza solo se è conservata intatta. Trasmessa dagli Apostoli, è garantita dalla Chiesa. Rinnoviamo spesso la fede col Credo e col segno della croce. (c) S. Paolo dichiara: Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio (9), e aggiunge: Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, apostolo, e l’ha fatta fruttificare: la sua grazia in me non è stata vana, perché ho faticato più di tutti loro; non solo io però, ma la grazia di Dio che è con me (10): vi ha corrisposto. Ogni battezzato è chiamato all'apostolato e quindi a diffondere la fede con il sostegno della grazia di Dio.
EUCARESTIA. La Parola è un continuo invito a seguire il Signore e a collaborare con l’apostolato; la Comunione ci procura la forza per essere fedeli a questi impegni. Per intercessione della Vergine e di S. Giuseppe, dei nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, chiediamo di essere sempre pronti a fare la volontà di Dio. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda (Mt 12,34). “Le parole, che Gesù diceva, mostravano che la sua santità non elimina i sentimenti. In alcune occasioni manifestavano un amore appassionato, che soffre per noi, si commuove, si lamenta, e arriva fino alle lacrime” (papa Francesco, Dilexit nos, n. 44).
2. Gettate le vostre reti per la pesca (4). Pietro ha avuto una grandissima fede nel credere a questa promessa. Tutti i pescatori pescano di notte perché la penombra dà un senso di sicurezza ai pesci e più facilmente si avvicinano all’esca e non notano i pescatori che si accostano a loro. Ma si vede che ormai Pietro è già tutto preso dalla persona di Gesù e dal suo insegnamento.
3. «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore» (8). La prima sensazione che prova chi si trova di fronte a Dio o al divino è la propria piccolezza e subito dopo quella di essere peccatore, ben lontano dalla santità di Dio. Dovremmo alimentarle in noi sempre, senza bisogno di avere l’apparizione di Dio. Dio resta infinitamente grande, anche quando non ne abbiamo la sensazione.
4. Eccomi, manda me (8). La nostra miseria e piccolezza non sono motivazioni serie per rinunciare alla vocazione; anzi, proprio perché siamo peccatori, dobbiamo con l’apostolato ridare a Dio la gloria che Gli abbiamo sottratto col peccato, e perché siamo miseri, possiamo far risplendere di più la gloria di Dio attraverso la nostra debolezza.
5. E’ risorto il terzo giorno secondo le Scritture (4). Anzitutto noi crediamo in Cristo morto e risorto per nostro amore, per salvarci, e Lui annunciamo. Lo predichiamo e testimoniamo anche in tutte le altre fasi e misteri della sua vita, specie la sua passione e morte, ma senza mai dimenticare che è ormai risorto e trasmettitore di vita divina. (mons. Francesco Spaduzzi)