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T. O: Presentazione di Gesù al Tempio

Domenica IV dell'Anno C (2024-25)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

T. O:  2 febbraio - Presentazione di Gesù al Tempio - Domenica IV dell'Anno C (2024-25)

Introduzione. Malachia annuncia che un messaggero di Dio purificherà il sacerdozio levitico per renderlo degno di prestare culto a Dio; Luca ci dice che questo inviato è Gesù, che oggi è presentato al Tempio; Ebrei ci presenta l’attività sacerdotale redentrice e consolatoria di Gesù.

I - Malachia 3,1-4 - Dice il Signore degli eserciti: Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me, per rendere tutti ben disposti ad accoglierLo; e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi, ebrei, cercate; Egli è l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate (1). Dio viene anche come giudice: nessuno può restare in piedi e sopravvivere davanti a Lui (2); Egli viene con gli stessi effetti del fuoco del fonditore, che lavora con temperature alte per raffinare i metalli, della lisciva dei lavandai (2), che distrugge ogni forma di sporcizia nei panni. Siederà per fondere e purificare l’argento, cioè purificherà i figli di Levi, i sacerdoti dell'AT, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia (3), secondo la Legge. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà pienamente gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani (4), quando il popolo era fedele a Dio. (a) Il messaggero è certamente Giovanni Battista (cfr. Mt 11,10-15; Lc 7,27). (b) Ma la liturgia odierna vede nella presentazione di Gesù al Tempio per il rito della purificazione della Madre il solenne ingresso del messaggero perfetto di Dio, che istituirà la nuova ed eterna Alleanza nel suo sangue e purificherà il popolo di Dio; Egli istituirà il sacerdozio della Nuova Alleanza, che offrirà a Dio il sacrificio perfetto, cioè il compimento della volontà di Dio, a imitazione dell’obbedienza totale di Gesù al Padre.

II - Luca 2,22-40 – 1. Maria e Giuseppe - e con loro Gesù - si sottopongono alla Legge ebraica come viene ricordata qui ben 5 volte; essa è definita tre volte legge del Signore (23.39.24), una volta la legge di Mosè (22) e Legge (27). Gli Ebrei avevano un vero culto per la Legge: essa manifestava agli uomini la volontà sapientissima di Dio e diventavano sapienti coloro che la conoscevano e la praticavano; già conoscerla era grande privilegio. Questa venerazione per la Legge si rivela nel Salmo 118 (119), il capitolo più lungo della Bibbia con i suoi 178 versetti: esso celebra la sapienza di Dio, che dà la Legge, e le grandezze della Legge, la santità di chi l’osserva e la protezione che Dio gli dà. Qui la Legge riguarda due volte Maria, obbligata alla purificazione rituale dopo il parto, Quando furono compiuti i giorni (22), e a offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi (24); una volta Gesù, che in quanto maschio primogenito sarà sacro al Signore (23; cfr. 27), riservato a Lui. In pratica la Legge stabiliva che: (a) la madre andasse al Tempio 40 giorni dopo la nascita di un maschio per purificarsi dal sangue, perduto al momento della nascita, e offrisse due tortore o piccioni, se povera (Lv 12,8; cfr 24); Maria non vi era obbligata, perché aveva concepito e partorito restando vergine e quindi senza perdita di sangue; (b) il padre del bambino offrisse a un sacerdote ebreo 5 sicli d'argento (57 grammi) per il riscatto del primogenito di ciascuna moglie, a ricordo dei primogeniti ebrei salvati in Egitto (a differenza degli egiziani), e quindi “proprietà” di Dio (Es 13,2ss; 34,2ss); Giuseppe non vi era obbligato perché il Bambino era Figlio di Dio e Dio. Ma la Sacra Famiglia si sottomise alla Legge come avevano fatto con la circoncisione di Gesù, perché non avevano indicazioni da Dio e per evitare di dare scandalo o spiegazioni complicate e poco comprensibili. Gesù e Maria e Giuseppe obbedivano alla Legge dell'AT con spirito di amore, proprio del NT. Obbediamo anche noi con fede e amore alla Legge di Dio, in pratica ai Dieci Comandamenti, e alle disposizioni della Chiesa, che ci rivelano la volontà di Dio su ciascuno di noi: così operiamo per la gloria di Dio e il bene nostro e del prossimo.

2. Incontriamo in questo Mistero vari Personaggi: Gesù e altri intorno a Lui. (a) Simeone sa di Gesù che è il Cristo del Signore (26) ed è venuto per la consolazione d'Israele (25) e per la redenzione di Gerusalemme (38), come Salvatore di tutti i popoli: i miei occhi hanno visto la tua salvezza,/ preparata da te davanti a tutti i popoli:/ luce per rivelarti alle genti/ e gloria del tuo popolo, Israele (30-32). La sua opera di salvezza sarà dolorosa per Lui, perché Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione (34), perché sarà amato da alcuni e odiato da altri, e quindi sarà occasione di salvezza per alcuni e di perdita per altri; saranno anche svelati i pensieri di molti cuori (35), cioè come i singoli si pongono di fronte al mistero di Cristo. Nella sua sofferenza coinvolgerà anche la Madre: anche a te una spada trafiggerà l’anima (35). Tale è Gesù e noi dobbiamo decidere se lo vogliamo come nostro Signore e Salvatore: se aderiamo a Lui con fede e carità, consentiamo a Dio di salvarci; se Lo rifiutiamo, ci danniamo. (b) I personaggi intorno a Lui: (A) Maria e Giuseppe credevano e amavano perfettamente Dio e perciò obbedivano alla Sua Legge (22.24.37.39); ascoltavano quello che di Gesù diceva Simeone (29-32; cfr. 2,19.52), e si stupivano di tali cose (33) e ricevettero la sua benedizione (34). (B) Simeone era un uomo eccezionale: uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui (25); Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore (26) e lo attirò verso Gesù nel Tempio (27); lo accolse tra le braccia e benedisse Dio (28), esprimendo la sua gioia, perché aveva visto il Messia secondo la Sua parola (29). Era un uomo di fede, pieno di grazia e di Spirito Santo, tutto orientato verso Dio. (C) Lo stesso bisogna dire della profetessa Anna, vedova dopo sette anni di matrimonio (36) e che ora aveva 84 anni e Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere (37); vide Gesù e si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme (38). Le virtù, che questi personaggi praticano in questo mistero, sono: la fede, la preghiera, il digiuno, la meditazione, il servizio di Dio, la predicazione della Parola; seguiamo il loro esempio e pratichiamo le stesse virtù e opere buone anche noi; chiediamo che anche noi con Gesù e come Lui abitiamo nella casa di Maria e Giuseppe e imitiamo Il bambino, che cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui (40).

III -  Ebrei  2,14-18 – (a) Il Figlio di Dio non si prende cura degli angeli, che stanno in paradiso e non ne hanno bisogno, e neanche degli angeli decaduti, che stanno all'inferno, perché non si può fare niente per loro, ma della stirpe di Abramo si prende cura, degli Ebrei (16), allo scopo di espiare i peccati del popolo (17) e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù del diavolo per tutta la vita (16), colui che della morte ha il potere (14). Il Figlio di Dio, per rimediare a questa situazione di lontananza da Dio e di rischio di dannazione, prende la nostra natura umana: Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe (14) e si rende in tutto simile ai fratelli (17). Egli si fa uomo per poter patire e morire e per ridurre all’impotenza Satana mediante la Sua morte (14) e così poter liberare gli uomini (15). Crediamo, adoriamo, ringraziamo, speriamo, pentiamoci e amiamo. (b) Egli si è fatto uomo anche per diventare un sommo sacerdote misericordiosoe degno di fede nelle cose che riguardano Dio (17; cfr. 4,14-16), cioè fedele ai suoi impegni verso Dio. Poiché è uomo come noi e proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova (18) e le tentazioni. Il Figlio di Dio è diventato uomo come noi per poter condividere ogni esperienza umana buona e ogni sofferenza e prova degli uomini. Così ha potuto patire e morire per liberarci dalla schiavitù di Satana. Egli è anche comprensivo e compassionevole verso le nostre miserie e ci ottiene misericordia dal Padre e la riconciliazione con Lui.

EUCARESTIA. In essa Gesù rende presente il suo sacrificio, sempre gradito a Dio, e vuole unire ad esso il nostro sacrificio, che consiste nel vivere secondo la volontà di Dio, espressa nella Parola. La Madonna e S. Giuseppe, gli Angeli e i Santi, hanno offerto questo sacrificio gradito a Dio; chiediamo loro di ottenerci la grazia di imitarli. (mons, Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Chi si sente amato da Dio e Lo ama avverte di dover fare la volontà dell’Amato, perché l‘amore crea unione fra l’Amato e l’Amante e quindi realizza fra loro l’unione di volontà.

2. Maria con Giuseppe e Simeone con Anna sono personaggi affascinanti; vale la pena meditare le poche parole che dedica loro Luca per conoscerli meglio e seguirne l’esempio.

3. Noi tendiamo a rifiutare la legge, perché la sentiamo come limitativa della nostra libertà. E invece è un grande aiuto per superare l’ignoranza dell’uomo e sostenerlo nella sua debolezza.

4. Il peccato originale non ha corrotto completamente l’uomo, ma gli ha tolto la vita soprannaturale e i doni preternaturali e lo ha indebolito nella sua natura. Abbiamo assoluto bisogno dell’aiuto di Dio per la nostra purificazione personale e per renderGli il culto a Lui gradito.

5. Col peccato i progenitori aprirono le porte all’influsso e al dominio di Satana nella loro vita personale e familiare e sociale; ce ne può liberare solo Gesù con la sua opera redentrice. Ma Dio rispetta la nostra libertà e vuole che noi con la fede e speranza e carità aderiamo alla Trinità per mezzo di Cristo. La nostra collaborazione è indispensabile. (mons. Francesco Spaduzzi)

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