T. di Natale. Domenica 1. S. Famiglia di Gesù Marie e Giuseppe - Anno C
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
T. di Natale – Domenica 1 – S. FAMIGLIA di GESÙ MARIA E GIUSEPPE - Anno C
Introduzione. 1Samuele ci dà un quadro di vita di una famiglia devota a Dio; Luca ci presenta la vita familiare di Giuseppe, Maria e Gesù; Giovanni ci ricorda la nostra figliolanza nei confronti di Dio e il nostro impegno di fare la Sua Volontà.
I - 1Sam 1,20-22.24-28; Sal 83 - 1. (a) Anna, moglie preferita di Elkanà, non aveva figli e pregò Dio nel santuario di Silo per un bambino, col voto di consacrarlo al Signore. Il sommo sacerdote Eli benedisse Anna e al finir dell’anno… concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto» (20). Entro l’anno il marito andò a soddisfare il suo voto a Silo (21); Anna, invece, rinviò il pellegrinaggio al terzo anno, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre (22). L’infertilità delle coppie è in costante aumento ed è causa di sofferenza. Qui la sterilità è risolta con un miracolo di Dio. Ammiriamo lo spirito di fede di questa donna e imitiamola. (b) Dopo averlo svezzato a tre anni, Anna lo portò con sé… e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo (24). Presentarono il fanciullo a Eli (25) e Anna gli raccontò: io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore (26). Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto (27). Anch’io lascio che il Signore me lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto (consacrato) per il Signore (28). Certo tutti soffrono per il distacco reciproco ma ci tengono a essere fedeli al voto. Chi fa un voto deve osservarlo secondo quanto stabilito. Se insorgono serie difficoltà, ci si rivolge a un sacerdote e si chiede sul da farsi e il voto può essere annullato o cambiato in uno possibile. Ottimi voti: pregare ogni giorno, andare a messa ogni domenica, confessarsi ogni mese.
II - Lc 2,41-52 – 1. (a) Maria e Giuseppe, genitori di Gesù, si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua (41) e vi andarono anche Quando egli ebbe dodici anni (42), età in cui il bambino era considerato quasi adulto. Si regolarono in tutto secondo la consuetudine della festa (42), restandovi circa una settimana. La pasqua, la festa più importante degli Ebrei, ricordava la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù degli Egiziani e tutti gli interventi liberatori di Dio nel corso del storia sacra; risvegliava anche l’attesa del Messia, che sarebbe venuto in una notte di pasqua per liberare gli Ebrei e l’umanità e prepararli per il Giorno del Signore. La nostra pasqua ricorda che Gesù è il Messia e la liberazione, da lui operata 20 secoli fa, continua oggi per i singoli e ci prepara alla Sua seconda venuta alla fine della vita e del mondo. Ogni domenica è pasqua perché ricordiamo la Passione e Morte del Signore (venerdì) e la sua resurrezione (domenica) e li celebriamo nell’Eucarestia. Completiamo la pasqua ricevendo i 7 sacramenti, che ci fanno maturare nel cammino della vita. I genitori devono preoccuparsi di mettere in pratica queste cose e di proporle ai figli, abituandoli da bambini. (b) Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero (43). Ciò avvenne perché i pellegrini camminavano separati in due gruppi: quello degli uomini e quello delle donne, e i ragazzi potevano stare con l’uno e l’altro. Così ognuno dei due, Giuseppe e Maria, pensava che Gesù stesse col coniuge. Ognuno di loro desiderava avere Gesù con sé, perché si stava benissimo in sua compagnia; ma ciascuno rinuncia a questa gioia per consentire all’altro di godere della Sua presenza. Questo è il vero amore nell’ambito della coppia: cercare la felicità l’uno dell’altro e impegnarsi insieme per la felicità dei figli. Preghiamo molto per i bambini, vittime dell’egoismo dei genitori, e per la famiglia, rovinata dal divorzio e dall’aborto e adesso minacciata dalla richiesta del riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso. (c) Fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti (44); angosciati (48) per non averlo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme (45). E noi cerchiamo Gesù con lo stesso intenso desiderio e con la stessa passione dei suoi Genitori, quando Lo avessimo perduto per il peccato?
2. (a) Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava (46). Gesù ha iniziato il suo apostolato. Sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (48). Maria esprime i sentimenti suoi e dello sposo con semplicità a Gesù, che certo li conosceva benissimo. Gesù risponde: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (49), affermando così che Egli deve anzitutto obbedire al suo Padre celeste. Luca annota: Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro (50), mentre dei presenti dice: tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte (47). Ma i genitori in ogni caso accettano con fede la risposta di Gesù e quello che non compresero subito lo capirono in seguito, perché Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore (51) e le meditava (cfr. Lc 2,19). Anche noi dialoghiamo coi figli e meditiamo perché la Parola di Dio diventi comprensibile per noi. (b) Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso (51): anche questo è un mistero, perché la Sapienza infinita obbedisce alla sapienza umana e il Creatore alla creatura. I figli devono obbedire agli ordini dei genitori, che sono secondo la Legge di Dio. Gesù ce ne dà l’esempio e noi lo dobbiamo seguire. (c) E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (52). Anche in questo seguiamo l’esempio di Gesù: in età si cresce automaticamente; invece in sapienza e grazia si cresce se ci sono la grazia di Dio e la nostra collaborazione, le quali dobbiamo chiedere con la preghiera.
III - 1Gv 3,1-2.21-24 – (a) Infinitamente grande è l’amore di Dio Padre per noi, giacché siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente (1); siamo figli di Dio fin da ora (2), ma ci sfugge la natura di questa figliolanza e di ciò che saremo nell’eternità, perché non ci è ancora stato rivelato (2). Noi non sappiamo e tanto meno ci conosce il mondo, perché non ha conosciuto lui (1), il Dio rivelato da Gesù. Noi sappiamo però che, quando Dio o Gesù si sarà manifestato a noi nella visione beatifica, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come egli è (2) in se stesso, e non solo con la ragione o con la fede. Quindi, come nell’eternità saremo simili a Dio per la visione beatifica, così già lo siamo ora sulla terra se abbiamo la fede e la carità. (b) Per vivere da figli da Dio ed essere salvati, noi dobbiamo osservare i Suoi comandamenti, facendo quel che gli è gradito (22): credere in un solo Dio (Dt 6,4), e nel suo Figlio Gesù Cristo (23) e amarli e amarci gli uni gli altri (23). È il precetto che ci ha dato (23) Gesù nel NT. Frutto della fede e della carità sono: (a) la mutua immanenza di Dio in noi e noi in Dio: rimane in Dio e Dio in lui, e questo fatto lo conosciamo dal dono dello Spirito che ci ha dato (24); (b) il nostro cuore non ci rimprovera nulla di grave e (c) abbiamo fiducia in Dio (21), perché siamo Suoi figli; e (d) infine qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui (22), perché nelle nostre preghiere gli diciamo: sia fatta la tua volontà (Mt 6,10): è questo il nostro desiderio principale e gli sottomettiamo i desideri particolari, come Gesù nel Getsemani (Mt 26,42).
EUCARESTIA. Il mistero della perdita e del ritrovamento di Gesù ci ricorda che a Dio tocca la precedenza in tutto e sempre. Ci diventa possibile se alimentiamo l’unione con Gesù Eucarestia, Parola di Dio, che ci illumina, e Pane di vita, che ci nutre. Chiediamo a Maria e Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni, la grazia di valorizzarla. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Le feste della Chiesa non sono dei semplici ricordi di fatti passati, ma intendono dare ai noi oggi le grazie, che ebbero i contemporanei di Gesù nell’incontro con Lui. Essi Lo incontrarono con fede e carità nella sua realtà storica, noi ci accostiamo a Lui nella sua realtà sacramentale, sotto i vari segni, secondo i sacramenti che celebriamo.
2. Anche nei misteri gaudiosi troviamo momenti molto dolorosi: la nascita di Gesù fu accompagnata da sofferenze per le circostanze in cui avvenne, la presentazione al Tempio per la profezia di Simeone, oggi la perdita di Gesù… Nella vita di Gesù, Maria e Giuseppe, ci furono sofferenze, sopportate con pazienza e adesione alla volontà di Dio, e noi dobbiamo fare altrettanto.
3. Maria e Giuseppe non capirono la risposta di Gesù, ma credettero alla Parola del Figlio, Dio fatto uomo, e l’accettarono; certamente entrambi cercarono nella preghiera e nella meditazione di capirci qualcosa di più, e lo Spirito Santo li illuminò nella misura in cui era in armonia col piano di salvezza di Dio e giovava a loro personalmente e a noi, che ne veniamo a conoscenza.
4. Una donna che soffre per la sterilità (1Sam 3): ce n’è più di un caso come questo nell’AT e anche nel NT. Essa è una sofferenza per la coppia, ma specie grande è per la donna. Allora si ricorreva solo alla preghiera e all’adozione. Oggi si ricorre a tutti i mezzi, senza riflettere sulla loro moralità o immoralità. E quante truffe e inganni si perpetrano in questa materia!
5. Quando contempleremo Dio nella visione beatifica, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è (1Gv 3,2); se con fede e carità lo contempliamo nella meditazione, diventiamo sempre più simili a lui, giacché per la grazia santificante noi abbiamo già sulla terra la vita divina, che solo nell’eternità si manifesterà in tutto il suo splendore. (mons. Francesco Spaduzzi)