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Confesercenti: "Bisogna mettere un tetto massimo agli affitti"

“Per frenare la crisi dei negozi e delle attività di prossimità andrebbe posto un tetto ai costi di affitto dei locali commerciali”. Ad affermarlo è Giuseppe Marinelli, presidente provinciale della Confesercenti di Avellino.

“La spesa per il canone di affitto – prosegue il dirigente dell'associazione di categoria – è la principale voce tra i costi fissi nel commercio, che spesso assume una dimensione inaccettabile, rendendo molto complicata la quadratura dei bilanci, soprattutto per quegli esercizi, anche di natura artigianale, che hanno di per sé un margine ridotto di introiti. Se in generale, la corsa al rialzo dei prezzi degli immobili, a cominciare da quelli ad uso abitativo, soprattutto nei centri urbani, ha reso proibitive molte soluzioni, per il settore commerciale siamo di fronte a vere e proprie speculazioni, che rischiano di far saltare l'intero sistema economico, compreso il mercato dei locali per le attività, che sempre più spesso restano vuoti, perchè improponibili, ma anche perchè purtroppo tante attività sono costrette a chiudere.

Questo, inoltre, è uno dei fattori che rendono sempre più difficile l'apertura e l'avvio di nuove imprese.

In particolare, per quanto riguarda la città di Avellino, ma anche un crescente numero di centri della provincia, a fronte di costi  mediamente alti, le potenzialità del mercato sono ridotte e nel tempo diventate progressivamente più asfittiche. Gli incassi insomma non consentono di affronatre spese esorbitanti, né si possono giustificare i sovraprezzi applicati rispetto alle altre tipologie immobiliari.

Occorre quindi un intervento da parte delle istituzioni per evitare il corto circuito e ridare respiro alle imprese del territorio, che come abbiamo sottolineato più volte, rappresentano un argine alla desertificazione, al degrado e anche alla svalutazione del patrimonio immobiliarere, il cui valore crollerebbe in assenza di domanda”.

“Le ipotesi da valutare – conclude Marinelli – sono molteplici e possono vedere come protagonisti non solo le istituzioni centrali, alle quali Confesercenti nazionale chiede la detassazione degli affitti a favore dei proprietari che concedono un taglio ai canoni, ma anche gli enti locali, con proposte di detribuzione o programmi più ambiziosi che eventualmente coniughino un “housing sociale” per attività commerciali e la riqualificazione di quartieri periferici e semiperiferici o con una popolazione residente più anziana, con il coinvolgimento di fondazioni bancarie e altri soggetti economici e no profit. Progetti, questi, che si stanno sperimentando in altre realtà”.

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