Solofra. Il consigliere Vignola: “Il Landolfi è stato declassato"
"Da presidio di pronto soccorso è diventato struttura di cura post acuzie: non si può falsificare la realtà storica del decreto 29"
La nostra chiacchierata anche con il consigliere di opposizione ed ex sindaco Michele Vignola all’indomani dell’inaugurazione a Solofra del nuovo ospedale Landolfi. Una struttura senza un pronto soccorso e reparti base. Nel silenzio dei consiglieri regionali irpini si modifica il decreto 29 in cui si riportava il mantenimento anche dell’esistente. Lei come giustifica tutto ciò, visto che la comunità chiede il ripristino del pronto soccorso?
“Il presidente della Regione Campania nella recente visita a Solofra con le sue dichiarazioni ha provato a falsificare la realtà storica dei fatti perché in realtà si parla di nuovo ospedale dando la sensazione di un ospedale chiuso. Quando in realtà, non è stato mai chiuso. Il Landolfi aveva avuto una sospensione di attività a causa dei lavori. E siamo in presenza di un ospedale che era stato già salvato con il decreto 29 e lo stesso De Luca aveva evitato con il decreto 29 il taglio dell’ospedale di Solofra. Perché il Ministero aveva approvato il piano ospedaliero che conteneva il potenziamento dell’ospedale di Solofra, anziché la soppressione. Bastava andare avanti sul percorso tracciato da quel decreto 29 e non modificarlo. Invece senza condividerlo con il territorio con una scelta verticistica e unilaterale concordato solo con il nuovo management del Moscati: Pizzuti direttore generale e Lanzetta direttore sanitario, (che intanto avevano sostituito il precedente management Percopo che aveva con De Luca voluto il decreto 29), fanno la modifica con una semplice delibera di giunta e così tagliano tutta la prima parte che prevedeva invece la conferma di tutti i reparti esistenti con il presidio di pronto soccorso e in aggiunta alcuni reparti specialistici. Alcuni di questi, sono quelli che oggi vediamo. Oggi si celebrano dei reparti di eccellenza che in realtà, oggi ci sono, grazie all’idea del decreto 29. Quindi chi critica come il sindaco il decreto 29 e poi esalta i reparti attuali è contradditorio. Noi non abbiamo accettato la delibera 201 del 19 maggio 2021 con la quale De Luca taglia il pronto soccorso con i reparti di emergenza e urgenza e declassa l’ospedale, che non si può dire più ospedale ai sensi del DM 70 del 2015 che definisce i livelli di operatività degli ospedali di emergenza-urgenza. Ma oggi è una struttura territoriale di un altro ospedale. Mentre prima con il decreto 29 era il secondo ospedale dell’azienda Moscati. Oggi il Landolfi non cura più pazienti acuti ma cura le post-acuzie. È quindi una struttura riabilitativa e di lungodegenza. C’è pure la riproduzione medicalmente assistita, e urologia, ma essenzialmente non è ospedale per ricoveri”.
Consigliere Vignola e in merito all’ex pronto soccorso?
“Così come il punto di primo soccorso che ancora non c’è, e non si comprende quando ci sarà. In aggiunta è solo di stabilizzazione del paziente e poi di trasferimento altrove. Mentre prima si trasferiva altrove per codici rossi e chi poteva essere curato restava nei reparti di Solofra. Il Landolfi di oggi quindi non è ospedale che serve al territorio e non è vissuto dal territorio. Questo è un declassamento. Basta vedere che da Avellino vengono trasferiti coloro che sono stati curati ad Avellino, e devono restare in struttura ospedaliera per riabilitarsi, lungodegenza e per completare il percorso dopo aver avuto le prime cure di emergenza-urgenza. Tutto questo avviene, tra l’altro, quando non c’è ancora la medicina territoriale. Pertanto, gli ospedali svolgono ancora funzione di supplenza rispetto alla medicina territoriale che manca. C’è solo il medico di base. E tra medico di base e ospedale non c’è niente. Questo territorio così vasto e importante aveva quindi ancora necessità di avere l’ospedale per dare delle risposte all’utenza di questo territorio e anche nell’hinterland per l’emergenza”.
E quindi in conclusione, consigliere Vignola?
“Non c’è nessuna giustificazione. De Luca ha tradito la sua parola e la firma messa in calce al decreto 29 che tra l’altro propose con il manager Percopo. In aggiunta con Alaia presidente della commissione sanità regionale e riferimento politico dell’attuale sindaco Moretti che già all’epoca si nascondeva pur approvando la protesta e il ricorso al Tar ma poi non ha portato avanti. Oggi si celebra questo ospedale dopo aver criticato il decreto 29 e poi dice che ha introdotto una politica di mediazione che non ha prodotto niente. Perché nella struttura c’è quanto previsto dalla delibera 201, e non è stato aggiunto niente di più. Inoltre, voglio ricordare il corteo di tutta la provincia di Avellino che si oppose alla soppressione del presidio di base, che Solofra non ha più. Rispetto a chi dice invece di voltare pagina e lasciar perdere il passato. Questo è un suo interesse. Ma i solofrani non dimenticano. De Luca che prima aveva pensato di salvare l’ospedale da eventuale chiusura pre-covid con dei tagli alla sanità in un momento in cui in Regione la sanità era commissariata. De Luca prima salva con decreto 29 e poi lo pugnala con la delibera 201. Ed è lui il responsabile che ha soppresso l’ospedale di Solofra, come presidio di pronto soccorso. Moretti rinuncia al ricorso che fummo costretti a fare perché De Luca decise di non incontrarci. Moretti fa ricadere il ricorso da portare al Consiglio di Stato. De Luca offende i solofrani nelle sue dichiarazioni quando dice ci vuole pazienza nel lavorare in alcune realtà. Questo mi fa indignare e la nostra città non merita in quanto ha capito il tradimento di De Luca che oggi vuol far passare come ospedale nuovo con finanziamenti regionali dicendo cose inesatte e false per una narrazione diversa dalla realtà. Tra l’altro non sostenuti dai consiglieri regionali irpini visto che si è orfani nella provincia di Avellino”.
a.p.