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Tempo Ordinario: Domenica IX dell'Anno B

SS. Corpo e Sangue di Cristo (2023-24)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Introduzione. In Esodo il sacrificio gradito a Dio è fare la sua volontà; l’offerta di cibo è un segno del sacrificio. Nel Vangelo il sacrificio di Gesù è la sua obbedienza al Padre e l’offerta del pane e vino ne è il segno; consacrati, sono anche sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, cibo e bevanda. Ebrei ci parla dell’efficacia del sacrificio di Gesù per la purificazione e santificazione.

I - Esodo 24,3-8 – (a) Mosè riferisce al popolo i comandamenti di Dio e il popolo si impegna a osservarli (3); poi Mosè li scrive (4) e il giorno seguente, Si alzò di buon mattino ed eresse un altare, segno del Dio invisibile, ai piedi del monte con dodici stele per indicare le dodici tribù d’Israele (4); incaricò alcuni giovani di offrire a Dio vitelli come sacrifici di comunione (5): di essi una parte veniva bruciata e l'altra era mangiata dai presenti come segno di comunione con Dio. Metà del sangue degli animali venne versata sull’altare e l'altra fu raccolta in recipienti (6). Quindi Mosè prese il libro dei comandamenti dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo (7), e il popolo rinnovò l'impegno: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto» (7); poi Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo (8), disse: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!» (8). L’alleanza creava un rapporto di parentela tra due estranei, con impegni reciproci; il sacrificio rendeva Dio, testimone e garante contro le inosservanze e indicava la brutta fine di chi tradiva l'alleanza. Qui è Dio, che offre l'alleanza alla sua creatura: Egli promette paternità e protezione, la patria in Palestina e discendenza numerosa; il popolo si impegna a osservare i comandamenti. Purtroppo gli Israeliti furono infedeli. (b) Perciò Dio promette coi Profeti la nuova ed eterna alleanza per i tempi del Messia, come sentiamo nelle altre letture.

II - Marco 14,12-16.22-26 - 1. (a) Il primo giorno degli Azzimi, cioè il 14 di Nisan, entro le 11 di mattina, gli Ebrei eliminavano i cibi lievitati e alle 15,00 si immolava la Pasqua, l'agnello per la celebrazione della Pasqua (12); allora i discepoli gli (a Gesù) dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?» (12): si trattava di procurarsi la stanza e l'agnello pasquale, di comprare ingredienti vari, ecc.; ci voleva tempo. La Pasqua, la festa più importante, celebrava l'intervento di Dio per liberare gli Ebrei dalla schiavitù degli Egiziani e la loro costituzione in popolo di Dio con l'alleanza con Lui. Le nostre feste religiose sono celebrazioni di misteri della vita di Gesù – non di anniversari -, che libera gli uomini dalla schiavitù di Satana: esse creano e fanno maturare il nuovo popolo di Dio, costituito tale grazie all’alleanza in Gesù. (b) Gesù ordina a Giovanni e Pietro di andare in città e seguire un servo (13) fino alla casa del suo padrone, al quale chiederanno la sala per Gesù (14); la troveranno preparata (15) ed essi la completeranno (16): è un fatto miracoloso, che prepara gli animi agli avvenimenti importanti. Gesù all'inizio lava i piedi ai discepoli e poi annuncia la sua Passione e Morte per il tradimento di uno di loro (Mc 14,17-21). Adoriamo Gesù; ringraziamolo per come con la sua sapienza infinita organizzò le cose a vantaggio dei discepoli allora e sempre nella vita della Chiesa; ammiriamo la docilità di Pietro e Giovanni. Chiediamo di capire anche noi per la misericordia di Dio e per intercessione di Maria e degli Apostoli e delle altre 6 (?) persone presenti all’Ultima Cena.

 2. Mentre mangiavano la cena pasquale, Gesù prese il pane e recitò la benedizione di Dio per la creazione di tutto e per aver guidato gli eventi della storia, specie la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana e babilonese, e Lo ringraziò per aver donato Lui, suo Figlio, per la salvezza dell’umanità; lo spezzò e lo diede ai discepoli, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo» (22); lo dichiarò suo Corpo, tra poco consegnato alla morte per la salvezza di tutti. Poi, alla fine della cena, prese un calice, la (terza?) coppa di vino, e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti (23). E disse loro: Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti, cioè diede il vino, dichiarandolo suo Sangue, versato tra poco per la remissione dei peccati e nel quale istituisce la nuova ed eterna alleanza fra il Padre e l'umanità (24). Accennò alla morte violenta (25; cfr. Mc 14,17-21), dicendo che non berrebbe più vino in questo mondo, ma nell'eternità; infine Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi (26), dove inizierà la sua Passione. (a) Vanno prese alla lettera le parole di Gesù circa il pane e vino, trasformati nel suo Corpo e Sangue: non c’è un contesto di linguaggio figurato o metaforico e Gesù realizza la promessa (Gv 6,52-58), fatta di dare come nutrimento la sua Carne e il suo Sangue per comunicare la vita eterna e la resurrezione dei corpi; il miracolo, ben possibile a Chi ne aveva operati tanti, conserva le apparenze di pane e vino, per consentirne la consumazione come cibo e bevanda. La fede è necessaria per credere a queste verità. (b) Gesù ordina di ripetere questo rito in sua memoria (1Cor 11,24-25), come memoriale della sua Passione e Morte: Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga (1Cor 11, 26); Gesù rende presente la sua persona e il suo sacrificio, tutti i misteri della sua vita e specie la sua Passione e Morte: c’è Gesù e la sua opera di salvezza e la nuova alleanza. Nella Messa di nuovo si offre Gesù in sacrificio al Padre e noi uniamo al Suo il nostro. Con la comunione partecipiamo pienamente al sacrificio di Gesù e ai suoi frutti.

III - Ebrei, 9,11-15 - Gesù Cristo è venuto in mezzo a noi, scendendo tra noi (11); è venuto come sommo sacerdote, che ci offre beni futuri ed eterni (11). Il sommo sacerdote ebreo entrava una volta all’anno nel tempio terrestre, copia di quello celeste, portando sangue di animali; invece, Gesù entrò una volta per sempre nel santuario del Cielo con l'Ascensione, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, versato per noi, e ci ottiene così una redenzione eterna, la salvezza (12). Il sangue degli animali e la cenere sacra rendeva puri gli uomini dell’AT da colpe legali e li abilitava al culto di Dio (13); tanto più il sangue di Cristo…  purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, peccati veri, e ci renderà adatti al culto perché serviamo al Dio vivente (14); in effetti Gesù è Dio e uomo, concepito e mosso dallo Spirito eternooffrì in sacrificio se stesso senza macchia a Dio (14), perciò vittima gradita a Dio: è intervenuta la sua morte in riscatto, per il perdono, delle colpe commesse sotto la prima alleanza (16) e di tutte le altre. Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova ed eterna, perché coloro che sono stati chiamati alla salvezza ricevano l’eredità eterna che era stata promessa (16). Il sacrificio dell'AT era l'offerta di animali a Dio - a questo l'avevano ridotto gli Ebrei; il sacrificio del NT consiste invece nell'offerta che Gesù fa di se stesso al Padre, col fare la volontà del Padre durante tutta la vita fino alla morte in croce (Fil 2,6-11). Tale sacrificio ci purifica dai nostri peccati e ci fa santi della santità di Gesù e rende il nostro culto gradito a Dio; è necessario che ascoltiamo la Parola di Dio, ci impegniamo a fare e facciamo la volontà del Padre, ivi espressa; e questo è il nostro sacrificio a Dio insieme con Gesù. Nella Messa noi rendiamo presente Lui e il suo sacrificio ed egli ce ne applica i frutti di salvezza. Grazie alla Messa noi siamo purificati da tutti i peccati e resi capaci di vivere la vita cristiana e andare in paradiso.

EUCARESTIA. Tutte le letture ci hanno parlato del sacrificio di Cristo e del suo valore e del nostro sacrificio, da unire al Suo. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, perché ci ottengano la grazia di viverlo pienamente. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Nell’AT Dio fu esplicito con gli Ebrei nell’affermare il culto, che egli si aspettava dal popolo, era che ascoltassero la sua Parola e la mettessero in pratica (Es 19,5-6). C’era anche tutta una serie di offerte di cibo e pratiche da fare, ma queste si dovevano considerare solo un segno della volontà di essere fedeli a Dio nell’ascolto e compimento della Sua Parola.

2. Il sacrificio di Gesù sta nel fare la volontà del Padre; entrando nel mondo, Egli esprime questa sua volontà; durante la vita la compie sempre, anche durante la Passione; conclude la vita con tutto è compiuto. Il pane e  vino, che offre durante la cena prima della morte, è solo un segno di questo suo sacrificio, ed Egli li trasforma nel suo corpo e sangue.

3. La Messa rende presente il sacrificio di Cristo e vi unisce quello delle sue membra. E’ ovvio che anche per loro il sacrificio gradito a Dio è il compimento della volontà di Dio. Essi offrono il pane e vino, come segno della volontà di obbedienza a Dio, e lo Spirito li trasforma nel Corpo e Sangue di Cristo. Con la comunione essi si nutrono di Cristo e diventano capaci di obbedire a Dio.  

4. Troviamo nel Salmo 119 l’ammirazione del pio Ebreo per la sapienza infinita, che Dio manifesta nella Sua Legge, che esprime la sua volontà per il popolo. La volontà di Dio per noi si rivela nei due precetti dell’amore a Dio e al prossimo, che sono vissuti nell’osservanza dei 10 comandamenti dell’AT, ripresi nel NT, ma riletti nella luce dell’amore.

5. Il centro del culto cristiano è il sacrificio, come in tutte le religioni; per noi è il sacrificio di Cristo, ripresentato nella Messa, che però non esaurisce il culto cristiano. Nel culto rientrano i Sacramenti, la Liturgia delle Ore, i Sacramentali, ma anche tutta la vita cristiana quotidiana e straordinaria, vissuta nel compimento della volontà di Dio. (mons. Francesco Spaduzzi)

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