Logo

Tempo Ordinario: Domenica 28.ma dell'Anno B (2023-24)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Ordinario: Domenica 28.ma dell'Anno B (2023-24)

Introduzione. Salomone ci propone la sapienza come il più grande dono di Dio e fonte di benessere; nel Vangelo vediamo che Gesù è da seguire come maestro buono e fonte di ogni bene; in Ebrei la Parola di Dio è Dio che parla, manifesta Dio e partecipa della potenza e sapienza di Dio.

I . Sapienza 7,7-11 - L'Autore sacro fa dire a Salomone che ha sentito parlare della sapienza e ne ha approfondito la conoscenza; è arrivato alla conclusione: La preferii alla regalità (8), alla ricchezza (8), a una gemma inestimabile (9), a tutto l’oro, che al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento (9); anche alla salute, il bene più prezioso, alla bellezza (10), e alla stessa luce, perché salute, bellezza e luce, passano, mentre lo splendore che viene da lei (la sapienza) non tramonta per il sopravvenire della notte (10); stima la sapienza (8), l'ama (10) e la preferisce a tutto (8); tutto gli sembra piccolo rispetto a essa (9). Perciò si è rivolto alla sorgente della sapienza, che è Dio: Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza (7). Ha avuto così una gioiosa sorpresa: Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni (11), sia spirituali che materiali, perché nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile (11), smisurata. Anche noi dobbiamo conoscere e apprezzare la sapienza con gli altri sei doni dello Spirito, che ci vengono dati nel battesimo, rinnovati nella cresima e in ogni venuta nello Spirito sia nei sacramenti che fuori di essi, in misura sempre maggiore, se abbiamo le giuste disposizioni. Chiediamo continuamente la venuta dello Spirito e dei suoi doni, almeno mattina e sera e prima delle azioni principali della giornata. Lo Spirito col dono della sapienza ci porta ogni dono e bene, a noi necessari.

II - Marco 10,17-30 – 1. (a) Mentre andava per la strada, un tale… corse incontro a Gesù e, gettandosi in ginocchio davanti a lui con grande rispetto, si rivolse a lui col titolo di maestro buono (17) e gli domandò: «… che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» (17), cioè “per entrare nel Regno di Dio” già in questo mondo e perseverare in esso fino all’entrata nell’eternità. Gesù gli disse: Perché mi chiami buono? (18), e spiega: Nessuno è buono, se non Dio solo (18); usandolo per Gesù, il giovane lo sta riconoscendo come Dio? Ha ragione, perché lo è. Noi riconosciamo Gesù come Dio uguale al Padre e allo Spirito. Andiamo da Lui e troveremo quel che il giovane cerca. (b) Gesù gli dice: Tu conosci i comandamenti, che vanno osservati (19); non li elenca tutti ma gli ricorda i doveri verso il prossimo: il 4°: onora tuo padre e tua madre (19); il 5°: Non uccidere (19); il 6° e 9°: non commettere adulterio (19); il 7°: non rubare (19); 8°: non testimoniare il falso (19); un altro è un generico: non frodare (19), non fare torto a nessuno. E’ la via della salvezza in questo mondo,  se osserviamo anche i doveri verso Dio. Dio ci salva dandoci la grazia per osservare i comandamenti. (c) Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza» (20); Gesù sa tutto in quanto Dio, ma ora lo sa anche in quanto uomo con conoscenza intellettuale e sensibile, che provoca una reazione emotiva in Lui: Gesù fissò lo sguardo su di lui con attenzione e intensità, lo amò, con un sentimento di simpatia per lui, e gli rivolge l'invito a fare l’ultimo passo verso la vita eterna: Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, che sono Cristo, e avrai un tesoro in cielo, cioè avrà qualcosa di sé e di suo in Cielo (21); e vieni! Seguimi! (21), entrando a far parte degli intimi, come gli Apostoli e le donne al seguito di Gesù (Lc 8,1ss). In ogni chiamata c’è sempre l'amore di Dio per la persona, così come in ogni ispirazione. Con Gesù ammiriamo l’innominato; Gesù ci guarda sempre con amore: con amore gioioso quando siamo fedeli, con amore doloroso quando siamo infedeli; seguiamo Gesù con amore e fedeltà secondo la vocazione, che ci propone. 

2. (a) Purtroppo a queste parole l’innominato si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; rifiuta la chiamata, perché il suo cuore era attaccato ai suoi molti beni (22); Gesù offre la salvezza a Zaccheo, ma egli di sua iniziativa rinuncia a circa ¾ dei suoi beni, perché l’amicizia di Gesù vale di più. Liberiamo il cuore da questi attaccamenti, sia che abbiamo beni sia che ne siamo privi; ogni catena ci toglie la libertà e mette a rischio anche il rapporto con Dio. (b) Anche Gesù è triste e, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!» (23). I discepoli erano sconcertati dalle sue parole ma Gesù, confermando, riprese e disse loro: Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! (24;); e lo è di più per i ricchi: È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio (25). Essi, ancora più stupiti, perché si pensava al ricco come benedetto da Dio, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?» (26). Ma Gesù, guardandoli in faccia con amore, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio» (27). La salvezza è dono di Dio, che viene offerto a tutti quelli che danno la precedenza a Dio in tutto, ma, per farlo, è necessario distaccare il cuore dalle creature: impossibile alle forze umane, ma possibile con la grazia di Dio. Chiediamola. (c) Pietro, con la sua solita semplicità e irruenza, allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito» (28). Gesù gli rispose con giuramento: tutti quelli che, anche in futuro, lasciano i beni materiali: casa… o campi, o affetti familiari: o fratelli o sorelle o madre o padre o figli, per causa mia, per amore di Gesù, e per causa della diffusione del Vangelo (29) riceverà già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzionie la vita eterna nel tempo che verrà (30), nell'eternità. Diventando discepoli di Gesù, si entra in una comunità, dove si dovrebbe poter contare sull'aiuto di tutti, perché è una grande famiglia, che soccorre secondo i bisogni. Ci saranno anche le persecuzioni, come contro Gesù, capo del Corpo Mistico, così contro le sue membra. Preghiamo di essere generosi e pronti a lasciare tutto ciò che ostacola la nostra unione con Lui.

III – Ebrei 4,12-13 - La parola di Dio partecipa delle caratteristiche di Dio stesso; perciò è viva e vivificante, è efficace, onnipotente, e più tagliente di ogni spada a doppio taglio (12); essa penetra in profondità nell'intimo dell'uomo e discerne con chiarezza i sentimenti e i pensieri del cuore (12). L'Autore sta parlando della Parola di Dio, ma pian piano, quasi insensibilmente, si riferisce a Dio stesso e dice che Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto (13), il Giudice di tutti. (a) La Parola di Dio é onnipotente e produce tutto quello che Dio vuole (cfr. Gn 1) ed è come un martello pesantissimo, che spacca le rocce, o un fuoco che brucia tutto (Gr 23,29), o come una spada acuta (Is 49,2), o come acqua che sempre feconda il suolo, dove cade (Is 55,10-11). Chiediamo la grazia di essere sempre disponibili e aperti a questa irrorazione, che viene dal Cielo, attraverso la Parola di Dio. (b) La Parola di Dio è sorgente di sapienza; chiediamo di essere fedeli, ogni giorno, a leggere e a meditare la Sacra Scrittura, dando anche importanza agli insegnamenti dei Padri della Chiesa e al Magistero Ordinario e agli scritti dei Santi, specie dei Dottori della Chiesa.

EUCARESTIA. In ogni Sacramento, la Chiesa offre la Parola di Dio per illuminarci e aiutarci a incontrare Dio con fede viva e amore ardente e a fargli spazio sempre maggiore nella nostra vita, così da accogliere la vita eterna. Preghiamo la Vergine SS.ma e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, di ottenerci di seguire il loro esempio nel valorizzare la Parola di Dio nella nostra vita, condizione indispensabile per avere in dono la vita divina. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Gesù non ha mandato in pensione i 10 comandamenti dell’AT; Egli ha lasciato cadere le leggi liturgiche, ma non le 10 Parole, scritte sulle tavole della Legge e conservate per sette secoli nell’Arca dell’Alleanza dagli Ebrei, e confermate da Gesù per i suoi discepoli. Esse sono anche le fondamentali regole di comportamento per coloro che desiderano vivere in società.

2. Gesù ama tutti gli uomini perché tutti creati da Dio e per tutti muore per redimerli. Ma quelli che osservano i comandamenti – fanno la volontà del Padre come Lui – li guarda con attenzione speciale, li ama con amore particolare e li invita a fare un passo avanti nella maturazione umana e cristiana con una chiamata speciale. Ma non tutti accettano.

3. Ci trascinano al male o ci bloccano nella crescita non le creature che ci circondano, ma le nostre fragilità, che ci rifiutiamo di conoscere e riconoscere e che ci non ci decidiamo ad eliminare; continuiamo a portarle dentro di noi con sofferenza e danno nostri e del prossimo; la grazia di Dio, che sempre c’è, e un po’ di coraggio e pazienza da parte nostra ci aiuterebbero a liberarcene.

4. Importante è la preghiera per ottenere da Dio tutte le grazie, di cui abbisogniamo, specie la sapienza, uno dei sette doni dello Spirito, e la prudenza, la prima delle virtù cardinali. La mancanza o debolezza della fede impedisce di ricorrere alla preghiera come sorgente inesauribile di beni spirituali e materiali. La non perseveranza nella preghiera fa il resto.

5. La Parola di Dio è Dio che parla e si comunica a noi. Essa può essere Parola annunciata o scritta o rappresentata nelle immagini o celebrata nella Messa e nei sacramenti. Ha sempre le caratteristiche  di vitalità ed efficacia di cui parla Eb 4,12-13. Gustiamola nelle varie forme, perché tutte ci arricchiscono spiritualmente, e anche intellettualmente. (mons. Francesco Spaduzzi)

Condividi quest'articolo

Altri articoli di Cultura


Contattaci

  • Telefono: 347/ 5355964

  • Email: solofraoggi@libero.it

  • Email: ilcomprensorio@libero.it

Seguici