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Tempo Ordinario: Domenica 26.ma dell'Anno B (2023-24)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Ordinario: Domenica 26.ma dell'Anno B (2023-24)

Introduzione. Numeri ci fa vedere che l’autorità viene da Dio; Gesù conferma  che Dio è molto contento e premia quelli che aiutano le autorità poste da lui; Giacomo mette in guardia dalla schiavitù nei confronti dei beni di questo mondo.

I - Numeri 11,25-29 - Mosè, si lamentò con Dio perché non ce la faceva da solo a governare il popolo (Nm 11,1-13); Dio gli preannunciò 70 collaboratori (11,16-17). Mosè li convocò davanti alla Tenda (11,24) e il Signore scese nella nube e gli parlò: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani (25), cioè li rese partecipi dell'autorità e capacità di governo; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito (25). Ma erano rimasti due uomini nell’accampamento, uno chiamato Eldad e l’altro Medaderano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. E lo spirito si posò su di loro. Si misero a profetizzare nell’accampamento (26). Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè (27) e Giosuè, figlio di Nun, lo ritenne negativo e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Giosuè, nonostante fosse servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza (28), era mosso da una preoccupazione sbagliata per l’autorità di Mosè; questi glielo fece notare (29) ed espresse il desiderio: Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito! (29). (a) Dio governa il suo popolo per mezzo di uomini scelti da lui, a cui partecipa il suo Spirito per renderli capaci; tale capacità viene da Dio, e non dalle proprie forze. Ottimo è usare i mezzi umani per migliorare il servizio, ma bisogna sempre guardare alla Fonte, mantenere il contatto e ricorrervi. (b) Bisogna vedere con gioia che altri partecipino del governo, perché il popolo di Dio sia servito meglio. Ma occorre combattere  fenomeni, come l'autoritarismo, la prepotenza, l'irritazione contro chi la pensa diversamente: essi danneggiano il servizio. L'atteggiamento corretto è quello di Mosè: andare da Dio e trattare tutto con lui e pregarLo per ottenere le grazie necessarie per servire bene.

II - Marco 9,38-43.45.47-48 – 1. (a) Gesù ha dichiarato che accogliere i bambini (e i discepoli e bisognosi) nel suo nome, significa accogliere Lui e il Padre (9,36-37). Questo fa dire a Giovanni: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva» (38); essi ne hanno avuto il potere, invocando il Suo nome. Di mentalità ristretta e gelosi del potere dato loro gli Apostoli rimproverano l’esorcista non discepolo, cosa che Gesù disapprova: Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me (39), chi non è contro di noi è per noi (40); in effetti non ha senso fare miracoli nel nome di Gesù e parlare male di Lui. Gesù altrove dice che chi non è con lui (Mt 12,30; Lc 11,23) è contro di lui; l'idea è la stessa: bisogna schierarsi o con Gesù o contro Gesù; non c’è via di mezzo: la neutralità è impossibile. Però la storia dell'esorcista ebreo mostra che alcuni, per motivi di nascita, di educazione, di ambiente sociale, possono schierarsi per Gesù, senza legame visibile col gruppo dei Suoi discepoli; egli riconosce Gesù come suo punto di riferimento, senza appartenere visibilmente alla sua Chiesa. (b) Gesù dice anche: Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua, il più piccolo gesto di carità, nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa (41). Quindi chi fa del bene a un cristiano, e tanto più un Apostolo, avrà ricompensa nei cieli; ma anche chi aiuta un bisognoso soccorre Cristo, che si è identificato con lui. Facciamo bene a ogni  cristiano, a ogni missionario, a ogni uomo.

2(a) I piccoli, di cui parla Gesù sono non solo i bambini, ma anche coloro che credono in me (42), i discepoli; Gesù minaccia: Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare (42), cioè chi è per loro occasione di peccato grave commette un peccato così orribile che al collo dello scandalizzatore sarebbe meglio legare una pietra grande per affogarlo nel mare (42). Il peccato grave è rottura con Dio e separazione, potenzialmente eterna, da Lui; c’è l'inferno per chi non si pente. Evitiamolo e vigiliamo perché non ci siano scandali, specie per i bambini, e interveniamo subito quando ci sono. (b) Ma la spinta al peccato, oltre che dall’esterno, può provenire anche da noi stessi, dal nostro corpo o dalla nostra anima. Certo il corpo è dono di Dio in tutte le sue parti, e nessuno può provocarsi una mutilazione senza motivi gravissimi come la salute del resto del corpo o la sopravvivenza fisica o la difesa della vita spirituale, ma se una parte del corpo ti è motivo di scandalo (43.45.47), spinge al male, anche importante come la tua mano (43) o il tuo piede  (45) o il tuo occhio (47), si deve avere il coraggio di tagliare la mano (43) o il piede (45) o gettare via l'occhio (47); in effetti è meglio per te entrare nella vita (43.45) eterna, nel regno di Dio (47), in paradiso, con una mano sola (43), o con un piede solo (45) o con un occhio solo (47), anziché… andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile dell'inferno, con le due mani (43), o con i due piedi (45), o con due occhi (47). Il fuoco, che non si estingue mai, potrebbe essere il rimorso dei peccati commessi, che non finisce mai (48). Comunque alla fine del mondo i corpi, che risusciteranno gloriosi, saranno completi delle proprie membra e belli, come lo sono i corpi resuscitati di Gesù e della Madonna. Il peccato grave è così brutto, che fa brutto il diavolo e l’uomo in peccato e rovina l'umanità: è all'origine di tutte le sofferenze passate, attuali e future. L'inferno eterno è la giusta punizione del peccato grave ed è, per la misericordia di Dio, inferiore a quella meritiamo. Facciamo qualsiasi sacrificio pur di evitarlo. Ci riusciremo con la grazia, che Dio offre a tutti quelli che vogliono fare la Sua volontà.

III - Giacomo 5,1-6 – (a) Giacomo ammonisce i ricchi a non mettere le proprie speranze nei beni terreni, che sono inconsistenti: Le vostre ricchezze sono marce (2); i vostri vestiti preziosi sono mangiati dalle tarme (3); persino Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine (3); spesso sono il ricavato dello sfruttamento dei lavoratori (cfr. 4). In genere chi si arricchisce rapidamente lo fa sempre in modo disonesto perché protetto da leggi disoneste o inadeguate. (b) I ricchi vivono in mezzo a piaceri e delizie, a costo delle sofferenze di altri (5) e hanno condannato e ucciso il giusto - Cristo o i buoni -, che non… ha opposto resistenza (6) perché senza mezzi. Verrà il momento del giudizio, in cui la… ruggine dell’oro si alzerà ad accusarli (3) e consumerà le loro carni come fa un fuoco (3) – p. es. malattie, effetti dei loro vizi; si sono ingrassati come gli animali per il macello (5). Dio vede tutto: Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente (4) e perciò verrà il loro turno: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! (1); questi sono i “tesori”, che essi si sono preparati per il giorno del giudizio (4). Nell’AT e nel NT si parla di peste, fame e guerra, come castighi per i peccatori: essi valgono anche per noi peccatori di oggi. Preghiamo il Signore di illuminarci con la sua Parola e di farci la grazia di avere il cuore distaccato dai beni di questo mondo e di usarli, senza diventarne schiavi, per noi e per aiutare i fratelli bisognosi.

EUCARESTIA.  Gesù nella Messa ci offre la sua Parola per illuminarci e la sua grazia per aiutarci a metterla in pratica. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, che ci ottengano da Dio di distaccare il cuore dalla terra e attaccarlo a Lui e perciò essere anche sempre pronti al servizio Suo e dei fratelli.  (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Nell’AT molte volte Dio si serve dei pagani per punire gli Ebrei infedeli o per fare del bene ai fedeli; questo ci dice che Egli è il padrone della storia e ha in mano il cuore degli uomini, che può guidare come vuole, servendosi dei loro vizi e virtù per realizzare il suo piano, nel pieno rispetto della loro libertà. Non abbiamo l’onniscienza di Dio, che ci farebbe capire di più.

2. Le parole di Gesù contro lo scandalo sono pesanti e questo ci illumina sulla gravità di questo peccato, specie quando coinvolge bambini o minori in genere. Pensiamo a quanto male si fa attraverso i grandi e piccoli mezzi di comunicazione sociale quando si propongono stili di vita, che sono esattamente l’opposto di quello che Gesù ha annunziato.

3. Il Figlio, col Padre e lo Spirito, ci ha creati e ci conserva e ci dà la sua vita divina e ci aspetta in paradiso, ma ci accompagna sempre mentre stiamo sulla terra. Poiché ci ha dato tutto e ci dà tutto, si aspetta che noi lo mettiamo al centro della nostra vita e gli diamo la precedenza su tutto, su qualsiasi creatura, anche sulle parti del nostro corpo e sulla nostra stessa vita. Ne ha diritto.

4. Anche in questo episodio Mosè dà prova della sua grande mitezza con tutti e della sua costante pazienza. Ma anche di grande magnanimità: Egli vorrebbe che tutto il popolo profetizzasse e fosse arricchito di doni spirituali. Ciò si realizzerà al di là di ogni aspettativa nel NT nel e per mezzo del battesimo dove tutti siamo sacerdoti, re e profeti.

5. Gesù vuole la precedenza su ogni creatura, e soprattutto sulle ricchezze, che non sono cattive in sé, ma diventano per la debolezza umana sorgente di tante cattiverie e di tante deviazioni nella vita dei singoli e delle società e delle nazioni. Secondo S. Ignazio di Loyola il diavolo ci tenta con le ricchezze e con la ricerca degli onori per portarci alla superbia. (mons. Francesco Spaduzzi)

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