“Il clima di fiducia delle famiglie è in crescita, ma non dei consumi"
“Il clima di fiducia delle famiglie è in crescita, ma il lieve recupero del potere d’acquisto dei cittadini non si traduce ancora in una ripresa dei consumi e lo stato di incertezza delle imprese resta inalterato”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“I dati ufficiali Istat – prosegue il dirigente dell'associazione di categoria –, relativi al mese scorso, consegnano un segnale positivo, almeno in termini di percezione della situazione economica e di maggiore ottimismo sulle prospettive, da parte delle famiglie, in Irpinia come nel resto del Paese, rispetto alla lunga e complicata fase che stiamo attraversando, caratterizzata dall'impennata del tasso di inflazione e dalla difficoltà a far quadrare i bilanci. Il miglioramento dell’indice dei consumatori, però, non si è ancora tradotto in un’accelerazione della spesa delle famiglie. Anzi, l’andamento delle vendite resta lento ed è tra i fattori che condizionano il clima di fiducia delle attività imprenditoriali. Il volume delle vendite del commercio al dettaglio è calato dell’1,2% nei primi quattro mesi dell’anno e a giugno i giudizi peggiorano per la grande distribuzione e restano in campo negativo, per il quinto mese di fila, per il commercio tradizionale.
I consumatori, dunque, recuperano fiducia e almeno in parte potere d’acquisto, ma più che indirizzare le risorse ai consumi preferiscono ricostituire, dove possibile, i risparmi erosi in due anni di alta inflazione. Anche il livello elevato dei tassi di interesse non aiuta la ripresa delle famiglie. Preoccupa infatti la lentezza del percorso appena intrapreso dalla Banca centrale europea nel taglio dei tassi bancari, che costituirebbe un elemento di stimolo per la ripartenza effettiva della domanda interna”.
“Nei prossimi giorni – conclude Marinelli – sarà inoltre possibile valutare l'andamento dei saldi estivi, per comprendere se costituiranno una concreta boccata di ossigeno per i negozi di vicinato, così come l'eventuale ricaduta delle attività stagionali, che potrebbero fare da traino al commercio e a diversi segmenti del terziario”.