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Tempo Ordinario: Domenica XIII dell'Anno B (2023-24)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Ordinario: Domenica XIII dell'Anno B (2023-24)

Introduzione. Sapienza ci dice che Dio ha creato tutto buono e per la vita, ma il peccato ha introdotto la morte nel mondo; nel Vangelo Gesù perdona i peccati, guarisce dalle malattie e resuscita una defunta; Paolo ci avverte che l’aiuto al prossimo è un arricchimento per noi.

I - Sapienza 1,13-15; 2,23-24 – (a) Dio ha creato l'uomo a immagine della propria natura (23) e a sua somiglianza (Gn 1,26); Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità (23), come lo è Lui, e  immortale come lo è La giustizia (15). In effetti Dio ha creato tutte le cose perché esistano (14) e perché le creature del mondo siano portatrici di salvezza  per l'uomo (14). Tutte le creature sono uscite buone dalle mani di Dio (Gn 1) e in esse non c’è veleno di morte né il regno dei morti è sulla terra (14), ma nell’altro mondo; purtroppo il peccato dei nostri progenitori ha introdotto la morte nel mondo. Impariamo a contemplare il creato con l’occhio di Dio e come uscì dalle sue mani: resta bello e buono; impariamo a scoprire in ogni creatura l’impronta della potenza, sapienza e bontà infinite di Dio; usiamola per la gloria di Dio e per nostro vantaggio. (b) In effetti Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi (13). Ma per l’invidia  e l’odio del diavolo la morte è entrata nel mondo (24). I progenitori peccarono perché preferirono seguire i suggerimenti del diavolo, anziché obbedire agli ordini di Dio, e noi li abbiamo imitati; così l'uomo si è sottratto all'influsso amoroso e benefico di Dio e si è sottomesso al dominio malefico del diavolo. Così l’uomo perde l’amicizia con Dio e la vita divina e si separa da Dio in questo mondo; se permane in questa situazione anche nella morte (24), perpetua la rottura per l'eternità; Dio però nella sua misericordia, prima di allontanare i progenitori dal paradiso terrestre, annuncia loro il rimedio contro la morte spirituale e fisica nell'opera redentrice di Gesù.

II Marco 5,21-43 – 1. (a) Una donna, malata con perdite di sangue da dodici anni (25) - cosa che le impediva la vita sociale e religiosa normale - e curata con ulteriori danni (26), sente parlare dei miracoli di Gesù (27a), e si convince (27) che, «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata» (28); così fa intrufolandosi fra la folla (27); E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male (29). Grande è la fede della donna (cfr. 34), che lei riceve da Dio, ascoltando i racconti dei miracoli: la fede incomincia e si alimenta con l'ascolto della Parola di Dio: di qui la necessità della predicazione della Chiesa e di meditare ogni giorno la S. Scrittura. La Parola di Dio è uno dei tanti modi di presenza di Gesù. (b) E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?» (30). Gli osservano i discepoli che tanti lo toccano (31). Gesù continua a guardarsi attorno (32) e la donna si prostra davanti a Gesù col timore, che le ha provocato l'incontro col soprannaturale, e racconta tutto a Lui e ai presenti (33). Gesù conferma il miracolo, avvenuto per intervento divino e per la fede della donna, e la rimanda guarita, rassicurata e in pace: Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male» (34). L'incontro con Gesù nelle varie presenze è sempre efficace, perché ci mette in contatto col Dio fatto uomo, infinitamente potente e buono; ma spesso è necessaria la nostra collaborazione, cioè la fede in Lui. A volte Gesù ci fa aspettare prima di accontentarci, come quando manda il cieco alla piscina di Siloe o i lebbrosi dai sacerdoti, ecc., ma nell’attesa arricchisce con altre grazie, che sono più urgenti o sono previe a quelle richieste con fede. Valorizziamo le presenze di Gesù. E’ sempre Lui presente, che sprigiona energia e grazia.

2. (a) Gesù si sposta lungo la riva del Lago di Tiberiade, circondato da molta folla (21); gli si prostra innanzi Giairo, capo della sinagoga (22) e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva (23). Gesù acconsente e ci va, attorniato da una grande folla (24). Anche Giairo ha sentito parlare dei miracoli di Gesù e ha grande fede in Lui. Possiamo farla crescere in noi, alimentandoci con la Parola di Dio. (b) Gesù aveva appena guarito l'emorroissa e Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?» (35). Questi pensavano che Gesù poteva guarire gli ammalati, ma non risuscitare i morti. Ma Gesù, inveceudito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!» (36). Poi si stacca dalla folla e dagli Apostoli e prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni (37), che vedranno Gesù glorioso nella Trasfigurazione e umiliato nel Getsemani. Nelle difficoltà siamo perseveranti nella fede, continuando ad alimentare fiduciosa speranza in Dio. Qualsiasi cosa accada, conserviamo la sicurezza che tutto Dio indirizza a nostro vantaggio (Rm 8,28). (c) Arrivano con Giairo Gesù e i 3 Apostoli e trovano la gente in agitazione (38). Gesù, Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme» (39), ma viene deriso (40); Egli fa allontanare tutti, eccetto i genitori e tre Apostoli, ed entra nella stanza, della bambina morta (40), Prese la sua mano… e le disse: «Fanciulla, io ti dico: alzati!» (41); E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore (42). Gesù le fa dare da mangiare e raccomanda il silenzio sul miracolo (43), cosa ben difficile da osservare: tanti la sanno morta e la vedono viva. Gesù è Dio e uomo, e perciò onnipotente; può anche ridare la vita ai morti, come fa col ragazzo di Nain e con Lazzaro. Sono questi miracoli che esasperano l'odio dei suoi avversari, che li fa decidere di ammazzarLo per non perdere il potere sulla gente. Crediamo in Gesù, adoriamolo come Dio e uomo, ripariamo le offese e le ingratitudini, che riceve.

III - 2Corinzi 8,7.9.13-15 - Gesù deve essere il maestro e il modello di tutti i suoi discepoli; anche dei Corinzi: essi conoscono bene la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, la misericordia, che Egli ha avuto per l'umanità: da infinitamente ricco che era, in quanto Dio, si è fatto povero per gli uomini, perché diventassero ricchi per mezzo della sua povertà (9): prende da noi la natura umana, che è povertà per lui, e per mezzo di essa ci arricchisce dei suoi doni. I Corinzi sono ricchi di doni spirituali in ogni cosanella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità, tutto insegnato loro da Paolo (7); perciò egli li esorta a essere larghi anche in quest’opera generosa verso i fratelli poveri della comunità di Gerusalemme (7): Non si tratta infatti di mettere in difficoltà loro per sollevare gli altri (13), ma di creare uguaglianza (13; 14); nel passato i cristiani poveri di Gerusalemme inviarono missionari dappertutto a loro spese; adesso la … abbondanza dei cristiani di Corinto, mossi dalla grazia di Dio, supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza spirituale supplisca alla vostra indigenza (14) dello stesso genere. Già nell’AT Dio realizzò l’uguaglianza con un miracolo: fece sì che chi raccoglieva più manna non se ne trovava più di quanto gli abbisognava (14-15). Dobbiamo aiutare i nostri fratelli con le opere di misericordia spirituale e corporale, tanto più se abbiamo debiti spirituali o materiali coi nostri fratelli bisognosi; Gesù è la sorgente di ogni nostra ricchezza e certamente sarà generoso con noi usando misericordia per noi qui e nell’eternità.

EUCARESTIA. L’incontro con Gesù nell’ascolto della sua Parola e il contatto con lui nella comunione eucaristica, sono sorgente di luce per la nostra intelligenza e fede e sorgente di calore per la nostra affettività e carità. La Vergine Maria del Perpetuo Soccorso e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, ce li ottengano di attingervi in abbondanza. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. La preghiera rivolta a Gesù nel Vangelo con maggiore frequenza è la supplica per ottenere la guarigione fisica per sé o per gli altri. Gesù l’esaudisce purché ci sia la fede, che rivela che insieme alla guarigione del corpo Gesù concede anche la guarigione della persona intera, quella che con termine molto ampio nella S. Scrittura è indicata con la parola “salvezza”.

2. La gente, guarita da Gesù, sentiva nel proprio corpo l’energia della buona salute; essa veniva attribuita a Gesù e interpretata come una forza che usciva da Cristo. Di qui il tentativo che facevano tutti i malati di avvicinarsi a Cristo per toccarlo ed esserne guariti. Il miracolo lo faceva Gesù, la fede dell’infermo era necessaria, ma pensare a un fluido è un interpretazione molto materiale.

3. Nonostante Gesù aveva operato tanti miracoli di guarigione ed era anche da alcuni ritenuto Figlio di Dio, magari in senso largo, comunque molti non ritenevano che avrebbe potuto risuscitare un morto. Gesù esorta Gairo a perseverare nella fede e questo gli otterrà di poter assistere al ritorno della figlioletta alla vita.

4. Le creature vengono tutte da Dio e come l’Autore è sommo Bene così esse sono buone; il peccato, che viene dall’uomo per suggerimento del diavolo, introduce il veleno nelle creature, per cui esse possono diventare causa di morte spirituale e fisica; ma chi le usa secondo la volontà di Dio non corre questo pericolo.

5. La carità consiste nell’amare Dio per stesso e le creature per amor di Dio, specie il prossimo come immagine di Dio e presenza di Cristo. Dobbiamo partecipare agli altri tutto ciò che abbiamo ricevuto da Dio, sia le ricchezze materiali sia quelle psichiche sia quelle spirituali. Come Dio è stato generoso con noi, così noi lo dobbiamo essere col prossimo. (mons. Francesco Spaduzzi)

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